Patrimonio di Celia Cruz celebra stella a L'Avana: "È un ritorno simbolico"

Con immenso orgoglio ed emozione celebriamo che Celia è tornata simbolicamente a L'Avana, dove ora brilla con la sua stella nel Paseo de la Fama della Fábrica de Arte Cubano.

Estrella di Celia Cruz a L'AvanaFoto © Facebook / Celia Cruz

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Celia Cruz è tornata simbolicamente a L'Avana. A cento anni dalla sua nascita, la voce più universale di Cuba è stata omaggiata con una stella sulla Walk of Fame della Fábrica de Arte Cubano (FAC), un gesto che il suo patrimonio ha definito come “un ritorno simbolico” alla sua terra natale.

“Con immenso orgoglio ed emozione celebriamo che Celia è tornata simbolicamente all'Havana, dove ora brilla con la sua stella sul Paseo de la Fama della Fábrica de Arte Cubano,” ha espresso il Patrimonio di Celia Cruz sui suoi profili social.

Il messaggio ha ringraziato il musicista X Alfonso, Sandra López e Carlos Alfonso per “mantenere viva la sua memoria e rendere possibile che la voce e l'eredità di Celia ritornino nella sua terra”.

La stella di Celia Cruz fa parte del progetto Constelación FAC, un'iniziativa culturale che rende omaggio a grandi personalità della cultura cubana. Il suo nome si unisce a figure come Benny Moré, Chucho Valdés, Leo Brouwer, Alicia Alonso, Juan Formell ed Eusebio Leal.

Pubblicazione su Facebook

“Questo omaggio ha come unico scopo rendere tributo a un artista che ha lasciato un'impronta indelebile nella nostra musica”, ha pubblicato l'istituzione guidata da X Alfonso, accompagnando un'immagine del mosaico di granito con la firma della Regina della Salsa.

Il riconoscimento a Celia Cruz avviene dopo più di 60 anni di censura ufficiale, durante i quali il suo nome e la sua musica sono stati cancellati dalla radio, dalla televisione e dai palcoscenici cubani per decisione del regime di Fidel Castro.

D giorni prima dell'omaggio, il Ministero della Cultura ha sospeso una gala teatrale organizzata da FAC e dal gruppo Teatro El Público per commemorare il centenario dell'artista.

La decisione, comunicata senza spiegazioni né menzione del nome di Celia, ha scatenato un'ondata di critiche e denunce di censura culturale tra artisti e intellettuali.

La ricercatrice e biografa Rosa Marquetti ha definito l'accaduto come “una dimostrazione della paura che il potere continua ad avere nei confronti di quella voce”.

“Da 60 anni temono il suo potere di convocazione eppure, Celia continua a essere più grande di tutta la sua censura”, ha scritto sui social media.

Altri artisti come Sergio Benvenuto Solás e il critico Sergio Rafael Vidal hanno condannato la decisione ufficiale, confrontandola con “i metodi di controllo culturale tipici dei regimi totalitari del XX secolo”.

Come risposta simbolica alla censura, la Fábrica de Arte Cubano ha realizzato un'azione artistica nel giorno in cui si sarebbe dovuta celebrare la gala proibita: per un'ora, ha mantenuto una sedia vuota illuminata sul palco, accompagnata da un completo silenzio. Poi, un DJ ha riprodotto alcuni dei brani più emblematici di Celia Cruz.

“Un'opera d'arte che non è stata, una poltrona, silenzio e l'arte della resistenza... Celia vive”, scrisse FAC, in un post che è diventato virale come segno di dignità culturale e sfida creativa di fronte alla censura statale.

Il tributo alla cantante ha avuto un capitolo speciale il 21 ottobre, con una messa commemorativa nella Parrocchia di Nostra Signora della Carità del Cobre, a Centro Habana.

La cerimonia, sotto il motto "Uniti per Celia", ha riunito artisti, fedeli e cittadini comuni che hanno voluto onorare il suo legato.

Tra gli ospiti c'erano la cantante Haila Mompié, il musicista Alain Pérez, il reguetonero Yomil Hidalgo e il capo della missione diplomatica degli Stati Uniti a Cuba, Mike Hammer.

La pagina ufficiale di Celia Cruz su Instagram ha celebrato l'evento come “un gesto d'amore e resistenza culturale”.

“La Reina de la Salsa non ha bisogno del permesso di alcun governo per essere ciò che è. Siamo noi, il popolo, che abbiamo bisogno di lei per ricordare cosa significa la libertà”, scrisse Rosa Marquetti al termine della giornata.

Celia Cruz, nata a L'Avana il 21 ottobre 1925, morì in esilio nel 2003 senza poter ritornare nel suo paese. La sua voce, proibita dal regime, sopravvisse nelle case e nella memoria di generazioni di cubani. Oggi, il suo ¡Azúcar! continua a essere un grido di identità, resistenza e speranza.

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