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La organizzazione per i diritti umani Cubalex ha denunciato la morte sotto custodia di Alfredo Ulecia Planche, conosciuto come “Alfredito”, avvenuta domenica scorsa nel carcere provinciale di Guantánamo.
Secondo le informazioni ricevute da Cubalex, il detenuto stava scontando una condanna di 25 anni per un reato comune e lavorava in cucina del penitenziario.
Ulecia è stato accusato da un altro detenuto di vendere cibo e, dopo la segnalazione, il capo dell'ordine interno lo ha rimosso dal suo incarico.
In protesta, il prigioniero ha ingerito psicofarmaci, il che ha provocato ritorsioni da parte delle autorità penitenziarie.
Come punizione, è stato sottoposto alla cosiddetta “fissazione meccanica”, un metodo di tortura noto anche come “il cavallo” o “letto turco”, che consiste nel mantenere il detenuto legato e immobilizzato.
Durante tre giorni è rimasto isolato in una camera insalubre del posto medico, senza accesso a cibo né a supervisione professionale.
Solo quando un altro recluso notò che non rispondeva e avvisò il personale, verificarono che era deceduto.
Sebbene la famiglia abbia ricevuto come spiegazione ufficiale che è morto per un'overdose, le circostanze esatte del suo decesso rimangono ancora poco chiare. Il corpo è stato consegnato ai suoi familiari lo stesso giorno ed è stato sepolto lunedì 8 settembre.
Cubalex ha responsabilizzato direttamente lo Stato cubano, ricordando che ha l'obbligo di garantire condizioni dignitose di detenzione e di indagare in modo immediato, indipendente e trasparente su qualsiasi morte avvenuta sotto custodia.
Secondo l'organizzazione, tra gennaio 2022 e gennaio 2024, sono stati documentati un totale di 56 casi di morti di detenuti nelle carceri cubane, riflesso di una crisi carceraria caratterizzata da violenza, denutrizione, malattie, negligenza e tortura.
La causa più frequente di mortalità, hanno avvertito gli esperti dell'organizzazione, è la negazione di assistenza medica, con 21 casi in cui le autorità hanno ignorato bisogni urgenti, malattie croniche o condizioni critiche.
Sono stati segnalati anche 13 suicidi, legati al sovraffollamento, all'isolamento prolungato e alla mancanza di assistenza psicologica.
Altre due morti si sono verificate durante scioperi della fame come forma di protesta e ci sono stati cinque casi di violenza istituzionale —prodotto di pestaggi, uso eccessivo della forza o negligenza di fronte ai confronti— e tre morti per incidenti sul lavoro, come elettrocuzioni.
Il caso di Alfredo Ulecia Planche mette ancora una volta in luce le condizioni disumane nelle prigioni di Cuba e l'impunità con cui agiscono le autorità penitenziarie, in un paese dove la mancanza di trasparenza e di responsabilità trasforma ogni morte in prigione in un crimine di Stato.
Domande frequenti sulla situazione dei diritti umani nelle carceri cubane
Cosa è successo ad Alfredo Ulecia Planche nella prigione di Guantánamo?
Alfredo Ulecia Planche, conosciuto come "Alfredito", è morto in custodia nella prigione di Guantánamo dopo essere stato sottoposto a tortura. È stato accusato di vendere cibo per conto di un altro detenuto, il che ha portato a ritorsioni da parte delle autorità penitenziarie. In segno di protesta, ha ingerito psicofarmaci ed è stato punito con la "fissazione meccanica", un metodo di tortura che lo ha tenuto legato e immobilizzato per tre giorni senza cibo né assistenza medica, portando alla sua morte.
Quali sono le cause più frequenti di morte dei detenuti nelle carceri cubane?
La negazione dell'assistenza sanitaria è la causa più frequente di morte tra i detenuti a Cuba. Tra gennaio 2022 e gennaio 2024, sono stati documentati 21 casi di morte a causa della mancanza di assistenza sanitaria, oltre a suicidi, violenza istituzionale e morti durante scioperi della fame. Questi eventi riflettono un sistema penitenziario caratterizzato da negligenza, malnutrizione e cattive condizioni sanitarie.
Qual è la situazione attuale dei prigionieri politici a Cuba?
Nel mese di agosto del 2025, Cuba ha registrato un record di 1.185 prigionieri politici. Secondo Prisoners Defenders, questa cifra è la più alta registrata fino ad oggi. Molti di questi prigionieri soffrono di gravi condizioni mediche e affrontano un trattamento disumano nelle carceri. I numeri riflettono una crisi sistematica di repressione e un uso del sistema penitenziario come strumento politico da parte del regime cubano.
Quali azioni si stanno intraprendendo per affrontare le violazioni dei diritti umani nelle carceri cubane?
Le organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto l'intervento della comunità internazionale. Si richiede l'apertura delle carceri cubane a osservatori indipendenti per indagare sulle condizioni e sulle violazioni segnalate. Il Centro di Documentazione sulle Prigioni Cubane e altre entità sostengono la trasparenza e la responsabilità dello Stato cubano per prevenire ulteriori violazioni dei diritti umani.
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