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Las prigioni cubane hanno accumulato 91 denunce relative a persone incarcerate nel mese di luglio, di cui 68 hanno comportato violazioni dei diritti e due sono terminate con decessi, un bilancio che mette in evidenza un deterioramento costante in un sistema penitenziario noto per repressione e abbandono istituzionale.
Il rapporto mensile del Centro di Documentazione delle Prigioni Cubane (CDPC), con sede in Messico, ha documentato 77 denunce provenienti da carceri e centri di detenzione in tutto il paese.
Tra i deceduti figura Yan Carlos González, di 44 anni e originario di Manacas (Villa Clara), che è deceduto dopo più di un mese di sciopero della fame mentre si trovava in detenzione cautelare accusato di sabotaggio, accusa che negava.
Secondo l'oenegé, giorni prima della sua morte, è stata modificata la misura cautelare per evitare che il decesso venisse registrato come avvenuto sotto custodia.
Il secondo decesso è stato quello di Jimmy Gerardo Castrillo, costaricano di 51 anni, nella prigione La Condesa di Mayabeque. Secondo le autorità cubane, è morto di broncopolmonite, ma sua zia afferma che la causa reale è stata anemia e una tubercolosi diagnosticata tardivamente, fatto che il rapporto presenta come evidenza delle precarie condizioni sanitarie nelle carceri.
Puntualizza il rapporto che a luglio almeno 11 detenuti si sono dichiarati in sciopero della fame, per lo più per protestare contro la privazione arbitraria della libertà e richiedere assistenza medica.
Le violazioni documentate hanno riguardato 51 prigionieri —10 donne e 41 uomini— e otto denunce hanno avuto un carattere collettivo.
Tra i più perseguitati ci sono i prigionieri politici José Daniel Ferrer García, Roberto Pérez Fonseca, Juan Enrique Pérez Sánchez, Duannis Dabel León Taboada e Maykel Castillo Pérez.
La ONG indica come gruppi più vulnerabili gli oppositori, i prigionieri per motivi politici e gli afrodiscendenti.
La maggiore quantità di violazioni è stata registrata nelle carceri de L'Avana, Mayabeque e Santiago di Cuba.
Gli incidenti più frequenti sono stati l'intimidazione e la repressione (55), la negazione dell'assistenza medica (23), le restrizioni alla comunicazione (11) e le percosse o le torture fisiche (10).
Il testo critica le condizioni materiali "critiche", caratterizzate da un'alimentazione inadeguata, mancanza di medicinali, acqua contaminata e sovraffollamento, fattori che favoriscono la diffusione di malattie come tubercolosi, epatite, influenze e scabbia.
Il CDPC è un programma dell'organizzazione senza scopo di lucro Iniciativa per la Ricerca e l'Ingiustizia A.C., con sede in Messico.
Nacque come piattaforma digitale nell'agosto del 2023 con l'obiettivo di monitorare gli incidenti di violazioni dei diritti umani all'interno dei centri di detenzione e reclutamento a Cuba, e di sistematizzare le informazioni sul sistema penitenziario dopo il 1959.
Cerca di evidenziare, attraverso dati e testimonianze, l'estrema vulnerabilità che affrontano le persone private della libertà sull'Isola, e di contrastare la narrativa ufficiale che proietta un'immagine positiva e poco realistica del sistema penitenziario cubano.
Le loro banche dati costituiscono una fonte di riferimento per diversi mezzi di comunicazione, sia della stampa indipendente cubana che di quella internazionale.
Un rapporto precedente dell'ente ha dettagliato che, da gennaio a giugno del 2025, almeno 24 persone sono decedute sotto custodia statale a Cuba e ha documentato 160 denunce di torture.
Il registro ha riportato 45 denunce di pestaggi e tortura fisica, 104 casi di negazione deliberata di assistenza medica —considerata una forma di tortura— e 11 episodi di tortura psico-emotiva, in almeno 43 carceri del paese.
Otto delle 24 morti segnalate sarebbero direttamente collegate alla mancanza di assistenza medica, ha sottolineato.
La Iniziativa per la Ricerca e l'Incidenza e il CDPC hanno lanciato un appello urgente alla comunità internazionale per richiedere l'apertura delle prigioni cubane a osservatori indipendenti, l'indagine sui casi denunciati e l'adozione di misure immediate per eradicare la tortura e altri trattamenti disumani.
Domande frequenti sulle violazioni dei diritti umani nelle carceri cubane
Quante violazioni dei diritti sono state registrate nelle carceri cubane a luglio 2025?
Nel luglio del 2025, sono state registrate 91 denunce di violazioni dei diritti umani nelle prigioni cubane, di cui 68 hanno implicato violazioni dirette dei diritti e due hanno portato a morti. Questi dati riflettono un costante deterioramento del sistema penitenziario cubano, caratterizzato dalla repressione e dall'abbandono istituzionale.
Chi erano le persone decedute nelle prigioni cubane e quali furono le cause?
In luglio del 2025, le morti segnalate furono quelle di Yan Carlos González, deceduto dopo uno sciopero della fame, e Jimmy Gerardo Castrillo, che è morto a causa di condizioni sanitarie inadeguate. Yan Carlos González è morto mentre protestava contro una condanna ingiusta, mentre Jimmy Gerardo Castrillo è deceduto a causa di problemi di salute non adeguatamente curati. Questi casi riflettono una grave negligenza medica e condizioni precarie nelle carceri di Cuba.
Quali fattori contribuiscono alla diffusione delle malattie nelle prigioni cubane?
I fattori come l'affollamento, l'insalubrità, la mancanza di assistenza sanitaria e l'alimentazione inadeguata contribuiscono significativamente alla diffusione di malattie nelle carceri cubane. Questi problemi sono responsabili di focolai di malattie come la tubercolosi e l'epatite, mettendo in pericolo la vita dei detenuti.
Come influisce la repressione politica sui prigionieri a Cuba?
I prigionieri politici a Cuba sono particolarmente vulnerabili alla repressione e all'intimidazione. Il rapporto sottolinea che gli oppositori, i prigionieri per motivi politici e gli afrodiscendenti sono i gruppi più colpiti. La repressione include l'uso della prigione come strumento per silenziare i dissidenti, e le condizioni nelle carceri riflettono una strategia di punizione politica da parte del regime cubano.
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