Incredibile! Uno dei prigionieri evasi era già scappato quest’anno a Ciego de Ávila

Idalberto Pérez (Basurita), condannato per omicidio, è fuggito a gennaio ed è stato catturato in un quartiere. Aveva un'arma da fuoco con cui minacciava i vicini affinché gli dessero da mangiare.

Idalberto Pérez Olivera (Basurita)Foto © Facebook / La Tijera e Avileños de Corazón

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La recente fuga di due detenuti di alta pericolosità dal carcere provinciale di Ciego de Ávila, noto come Canaleta, ha rivelato un dettaglio ancora più inquietante: uno di loro, Idalberto Pérez Olivera, soprannominato "Basurita", era già riuscito a fuggire in precedenza quest'anno ed è stato catturato in circostanze simili.

Secondo una pubblicazione su Facebook del gruppo comunitario Avileños de Corazón, datata 29 gennaio scorso, Pérez Olivera è stato arrestato quel giorno nel batey Grúa Nueva, municipio Primero de Enero, dopo aver causato diversi giorni di tensione nel quartiere.

Armato con un'arma da fuoco di fabbricazione artigianale, minacciava i vicini affinché gli consegnassero cibo e bevande.

Foto: Facebook / Avileños de Corazón

Finalmente è stato arrestato dalla Brigata Speciale e trasferito in prigione.

La nota celebrava quindi il ritorno della tranquillità nel quartiere, sebbene non specificasse per quanto tempo fosse rimasto latitante né come fosse riuscito a eludere la custodia penitenziaria in quell'occasione.

Captura di Facebook / Avileños di Cuore

Ora, a pochi mesi di distanza, Basurita torna ad essere protagonista della paura a Ciego de Ávila.

Il soggetto di 27 anni, condannato a 16 anni e sei mesi per omicidio, furto con scasso, lesioni e possesso illegale di armi da fuoco, è fuggito nuovamente il 24 agosto, questa volta insieme a un altro detenuto: Ángel Luis Torres Santana, di 54 anni, pluripregiudicato e condannato a 28 anni per omicidio, minacce, oltraggio e evasione.

Entrambi sono stati catalogati come estremamente pericolosi, il che ha spinto le autorità a emettere un'allerta ufficiale e a sollecitare la collaborazione dei cittadini.

L'evasione ha generato allarme sociale non solo per la storia di violenza dei fuggitivi, ma anche per ciò che rivela riguardo alle carenze del sistema penitenziario cubano.

Fotografie e schede penali dei due evasi hanno circolato sui social media e su mezzi alternativi come La Tijera, generando forti critiche per la mancanza di controllo in un carcere di massima sicurezza.

L'altro evaso, Torres Santana, sarebbe stato avvistato poche ore dopo la fuga in un paladar del municipio di Campechuela, nella provincia di Granma.

Secondo i testimoni, è arrivato senza maglietta, ha chiesto del cibo con nervosismo e ha finto di essere balbuziente. Il proprietario del locale, diffidente, l'ha espulso. Più tardi, esaminando le telecamere di sicurezza, ha notato la somiglianza con le immagini diffuse sui social.

Nonostante abbia informato immediatamente la Polizia Nazionale Rivoluzionaria, la risposta iniziale è stata negligente: hanno appena preso nota e hanno detto che "avrebbero chiamato il capo".

Il Ministero dell'Interno ha ricordato alla popolazione di non tentare di affrontare i fuggitivi e ha attivato linee telefoniche per fornire informazioni.

Tuttavia, la percezione di insicurezza cresce tra gli avileños. Questo fatto si aggiunge ad altri episodi recenti di violenza e crimini impuniti a Cuba, alimentando l'idea che la sicurezza dei cittadini stia subendo un evidente regresso.

Il caso ha anche aperto un dibattito sociale.

Alcuni familiari dei detenuti, come Yulita González -madre della figlia di Basurita-, hanno espresso indignazione per la diffusione massiva degli avvisi, sostenendo che il modo in cui vengono presentate queste notizie influisce sui loro cari.

Per lei, "le persone hanno famiglie e bambini che possono essere colpiti dalle loro notizie", un approccio che contrasta con la paura dei vicini che hanno dovuto affrontare direttamente le minacce del fuggitivo.

Captura di Facebook / Guillermo Rodríguez Sánchez

La reincidenza di Basurita nelle fughe solleva un’incognita maggiore: come è possibile che un detenuto con un così controverso passato violento e di evasione sia riuscito a eludere la sicurezza del carcere più di una volta in meno di un anno?

Nel frattempo, i fuggitivi continuano a essere in libertà e hanno messo in evidenza le profonde crepe di un sistema penitenziario che, secondo molti, è incapace di garantire né la sicurezza pubblica né il controllo dei propri detenuti.

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