Un cubano residente a Murcia ha denunciato sui social media la critica situazione umanitaria che si vive attualmente sull'isola, lanciando un allerta sui blackout di fino a 23 ore al giorno, la mancanza di cibo, la repressione politica e la censura sistematica che, secondo quanto afferma, il mondo ignora deliberatamente.
"Il popolo di Cuba sta morendo di fame, il popolo di Cuba ha blackout di 22 e 23 ore al giorno," ha espresso con veemenza il creatore di contenuti @el.profesor.cubano, noto su TikTok per affrontare la realtà cubana da una prospettiva critica e personale. "Quello che sta accadendo a Cuba è un crimine, e il mondo deve saperlo," ha affermato nel video, che ha accumulato migliaia di visualizzazioni e reazioni.
Da Cartagena, questo cubano ha sottolineato che il suo messaggio non è rivolto ai leader politici, ma "alla gente come me", perché —secondo quanto ha detto— "i leader sanno tutto e non fanno niente". Assicura che esprimersi liberamente sulla realtà cubana comporta conseguenze personali, come l'impossibilità di tornare sull'isola. "Il cubano che denuncia ciò che sta accadendo a Cuba non può entrare, automaticamente lo definiscono controrivoluzionario", ha lamentato.
“Quando io ti dirò che a Cuba ci sono 23 ore di blackout, che se fai un cartello che dice ‘libertà’ ti possono mettere in prigione per 20 anni, senza lanciare una pietra, senza offendere nessuno… io devo farti sapere questo. È il mio dovere", ha sottolineato. "So cosa mi gioco, e nonostante ciò parlerò”.
Il giovane ha anche menzionato che sua madre, che risiede ancora a Cuba, ha recentemente compiuto 63 anni "senza nulla", e spera di poterla portare in Spagna “al di sopra di tutta quella gente, al di sopra di tutti quei dittatori".
Reazioni: indignazione, sostegno e inviti all'azione
Il video ha generato un'aluvione di commenti, sia da cubani dentro e fuori dall'isola che da spagnoli che hanno espresso empatia e sorpresa di fronte alla gravità della crisi.
"Che tutti sappiano cos'è Cuba", ha scritto un utente. Altri hanno definito la situazione come un "genocidio silenzioso", denunciando la mancanza di cibo, acqua potabile, medicinali e servizi di base. Alcuni hanno persino condiviso esperienze recenti sull'isola: “Il primo giorno che siamo arrivati sono state 16 ore senza corrente, il secondo 13”, ha commentato un'utente. Un'altra utente ha denunciato blackout di fino a 44 ore consecutive in zone rurali.
Diversi internauti hanno messo in discussione la passività internazionale di fronte a quella che descrivono come una catastrofe umanitaria. “Non ci sono concentrazioni, non ci sono parate, nessun governo lo denuncia”, ha sottolineato un utente. “Il mondo intero lo sa e non fa nulla perché Cuba non ha petrolio”, ha detto un altro.
Altri commenti, tuttavia, hanno criticato il creatore per aver cambiato l'approccio del suo contenuto abituale a uno più politico, anche se hanno riconosciuto la veridicità delle sue denunce. “Sai com'è Cuba, non è nuovo per nessuno, ma beh, hai cambiato argomento. Successi,” ha scritto una sostenitrice.
Un resoconto di denunce virali
Il creatore di contenuti, figlio dell'umorista Antolín El Pichón, ha pubblicato negli ultimi mesi diversi video in cui confronta la sua esperienza in Spagna con la vita che ha lasciato indietro a Cuba, utilizzando oggetti quotidiani per illustrare la scarsità e la precarietà che affrontano i cubani.
In uno dei suoi video più commentati, ha mostrato un'antenna satellitare per strada e ha ricordato che a Cuba sono proibite: “A Cuba bisogna nascondere queste cose dove non puoi immaginare, perché se ti beccano puoi finire in prigione”, ha spiegato in riferimento alla censura informativa.
Ha denunciato anche le difficoltà nell'accesso ai beni di prima necessità. In un altro video virale, ha analizzato cosa si può acquistare con uno stipendio cubano medio —equivalente a circa 20 euro mensili— e ha spiegato che, anche se si hanno le risorse, ottenere prodotti come shampoo o riso dipende da contatti e favori.
In un post più intimo, ha ricordato la vita di suo nonno raccogliendo chiodi per le strade cubane in assenza di ferramenta, e ha mostrato la sua sorpresa nel vedere strumenti disponibili in qualsiasi negozio spagnolo.
Recentemente, ha sottolineato il valore simbolico di un secchio vuoto, che a Cuba può essere riutilizzato per fare il bagno, conservare acqua o cucinare, come dimostrazione dell'ingegno popolare di fronte alla carenza strutturale.
“Il mondo deve sapere cosa sta succedendo a Cuba”
Il video si conclude con un messaggio diretto ai cubani che lo criticano per aver parlato: “Se tu non hai il coraggio di farlo perché vuoi continuare a andare a Cuba, lo capisco, lo rispetto... ma non intrometterti in ciò che sto facendo io. Io parlerò, e la gente saprà cosa succede a Cuba.”
Le sue parole hanno risuonato all'interno di una comunità sempre più attiva nella denuncia della crisi cubana, e la sua voce si unisce a quella di centinaia di cubani in esilio che, attraverso i social network, cercano di rendere visibile quello che considerano un'emergenza ignorata dalla comunità internazionale.
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