Cuba firma un accordo di cibersicurezza con Russia, Iran, Venezuela, Nicaragua e Corea del Nord

Vari diversi paesi alleati, tra cui Cuba, hanno firmato una convenzione sulla cibersicurezza che, sotto il pretesto di sovranità digitale, potrebbe facilitare la censura e il controllo statale nei regimi autoritari.

Nicolás Maduro e Miguel Díaz-Canel in RussiaFoto © Presidenza di Cuba / Alejandro Azcuy

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Dodici governi, tra cui quelli di Cuba, Russia, Iran, Venezuela, Corea del Nord e Nicaragua, hanno recentemente sostenuto l'adozione di una convenzione dell'ONU contro il ciberdelitto e hanno colto l'occasione per richiedere una governance digitale incentrata sulla “sovranità statale” e distante dalle “interferenze straniere”.

In una dichiarazione congiunta diffusa mercoledì scorso dalle loro missioni diplomatiche all'ONU, questi paesi —non precisamente celebri per la trasparenza informativa o la libertà digitale— hanno celebrato l'approvazione della nuova Convenzione Internazionale contro il Ciberdelitto, promossa dalla Russia e negoziata sotto la presidenza dell'Algeria, ha riportato il quotidiano ufficiale Granma.

Secondo i firmatari, si tratta di un "accordo universale senza precedenti" che mira a combattere l'uso del ciber-spazio per scopi criminosi.

Tuttavia, tra i temi che sono emersi con maggiore forza non ci sono stati la lotta contro gli hacker o le frodi online, ma piuttosto l'urgenza di fermare quelle che definiscono "interferenze digitali straniere".

La visione condivisa da La Habana, Mosca e Teheran pone l'accento su una governance cibernetica basata sul rispetto della sovranità, il rifiuto del controllo delle reti da parte di "potenze con regole unilaterali" e la richiesta che attori privati —come le grandi aziende tecnologiche— non abbiano potere su ciò che accade in rete.

Il documento critica in modo implicito l'uso di tecnologie “con fini incompatibili con la pace”, come la promozione di proteste, l'accesso a internet libero tramite reti satellitari o il sostegno ad attivisti in regimi autoritari.

Anche se non lo dicono apertamente, il messaggio è rivolto contro progetti come Starlink, che hanno permesso l'accesso a informazioni senza filtri statali in luoghi come Ucraina, Iran o Cuba.

La convenzione, che si aprirà alla firma nel 2025 a Hanoi, propone nuovi quadri giuridici per la cooperazione giudiziaria in materia di crimini digitali, incluso lo scambio di prove elettroniche.

Tuttavia, esiste il rischio che questo tipo di accordi, a seconda della legislazione interna di ogni paese, possano servire non solo per combattere i reati informatici, ma anche per reprimere la dissidenza o censurare contenuti scomodi sotto il pretesto della cibersicurezza.

Tra le proposte più interessanti del testo c'è la creazione di un Meccanismo Permanente di Sicurezza delle TIC sotto l'egida dell'ONU, che sostituisca l'attuale gruppo di lavoro multilaterale. L'intenzione è quella di consolidare un "quadro istituzionale stabile" che garantisca che i temi della cibersecurity siano affrontati dal multilateralismo e non dalle "imposizioni tecnologiche del nord globale".

La dichiarazione è stata firmata dai governi di Russia, Cuba, Venezuela, Iran, Corea del Nord, Nicaragua, Bielorussia, Egitto, Iraq, Kirghizistan, Laos e Burkina Faso.

Tutti loro sono stati accusati in momenti diversi di restringere l'accesso libero a internet, sorvegliare i propri cittadini o esercitare una censura digitale sistematica.

Un diplomatico latinoamericano, citato senza nome, lo ha riassunto senza giri di parole: “Questa convenzione consente di recuperare il controllo da un approccio sovrano e multilaterale”.

Il tipo di controllo, è chiaro, dipenderà dalla mappa politica di ciascun firmatario.

Mosca usa Cuba come trampolino digitale verso l'America Latina

En gennaio scorso, un'indagine pubblicata dal portale indipendente YucaByte, con il titolo "La Russia utilizza Cuba come ponte strategico per espandere la sua influenza tecnologica in America Latina", ha rivelato come il Cremlino abbia intensificato la sua presenza digitale nella regione attraverso un'alleanza strategica con il regime cubano.

Il reportaggio dettaglia come l'Isola non solo agisca come ricevitore di tecnologie russe, ma anche come canale di penetrazione verso altri mercati del continente.

La ricerca ha focalizzato la sua attenzione sulla presentazione della Piattaforma Russia-Cuba durante la Fiera Internazionale dell'Havana (FIHAV-2024), un progetto che mira a implementare tecnologie digitali nell'Isola e, da lì, facilitarne l'espansione verso l'America Latina.

Questo approccio, secondo le fonti utilizzate da YucaByte, include soluzioni in ciber sicurezza ed educazione digitale, fino a strumenti fintech, con un chiaro componente geopolitico.

Secondo i dirigenti di GenIT, una società russa di software citata nel rapporto, Cuba rappresenta un ambiente ideale per questa strategia grazie alla sua vicinanza politica con Mosca, al suo storico di collaborazione bilaterale e alla crescente necessità di soluzioni tecnologiche di base.

Inoltre, si è sottolineato che la bassa richiesta di capitale umano specializzato e la disponibilità del governo cubano a operare al di fuori delle restrizioni imposte dall'Occidente facilitano l'implementazione del modello.

L'alleanza non si limita all'ambito commerciale o accademico. Il Ministero delle Comunicazioni di Cuba ha persino proposto la creazione di un Centro Nazionale di Cybersecurity con il supporto russo, e l'inserimento di istituzioni cubane come la CUJAE e la UCI in reti di sviluppo nell'intelligenza artificiale promosse dai BRICS+.

Questa connessione tecnologica stretta rafforza il ruolo dell'Isola come elemento chiave nell'architettura digitale del Cremlino nella regione.

Il reportaggio sottolinea anche che il modello proposto dalla Russia potrebbe generare nuove forme di dipendenza digitale per Cuba, sollevando al contempo interrogativi sull'uso che il regime potrebbe fare di strumenti avanzati di sorveglianza, archiviazione dei dati e censura.

Sebbene presentate come misure di modernizzazione, molte di queste tecnologie hanno il potenziale per rafforzare il controllo statale sulle informazioni e sull'attività dei cittadini online.

Finalmente, l'analisi di YucaByte collega questa nuova fase di cooperazione con precedenti storici, come la vecchia base di spionaggio sovietica di Lourdes, e ricorda che l'influenza russa nel campo della cybersicurezza non è una novità.

La novità sta nella dimensione digitale del controllo e in come l'Isola, assediata dalla crisi e dalle sanzioni, sia tornata a diventare un enclave strategico per gli interessi geopolitici di Mosca.

Domande frequenti sull'accordo di cibersicurezza tra Cuba e i suoi alleati

Qual è l'obiettivo principale dell'accordo di cibersicurezza firmato da Cuba e altri paesi?

L'accordo mira a combattere l'uso del cyberspazio per fini criminali, ma si concentra anche sulla richiesta di una governance digitale che rispetti la sovranità statale e si opponga alle ingerenze digitali straniere.

Come influisce questo accordo sulla libertà di espressione e sull'accesso a Internet a Cuba?

Questo tipo di accordi potrebbe essere utilizzato dal governo cubano per reprimere il dissenso o censurare contenuti scomodi sotto il pretesto della cybersicurezza, restringendo ulteriormente la libertà di espressione e l'accesso a internet.

Quali paesi hanno firmato l'accordo di cybersicurezza insieme a Cuba?

L'accordo è stato firmato da Russia, Iran, Venezuela, Corea del Nord, Nicaragua, tra gli altri, tutti noti per la loro mancanza di trasparenza e le restrizioni alla libertà digitale.

Quale ruolo gioca la Russia nella strategia di cybersicurezza di Cuba?

La Russia utilizza Cuba come trampolino digitale verso l'America Latina, facilitando l'attuazione di tecnologie digitali ed espandendo la sua influenza nella regione attraverso la cooperazione tecnologica e la cybersicurezza.

Perché l'uso di Starlink a Cuba è controverso?

L'uso di Starlink è considerato illegale dal governo cubano poiché consente l'accesso a Internet senza il controllo statale, rappresentando una minaccia al monopolio di ETECSA e alla censura governativa, secondo le autorità cubane.

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Redazione di CiberCuba

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