Il Decreto-Ley 113 consolida la politica monetaria di Alejandro Gil e legalizza la dollarizzazione parziale a Cuba



Il nuovo Decreto-Legge 113/2025 approfondisce la stessa linea economica promossa dall'ex ministro Alejandro Gil Fernández. Mira al controllo statale delle divise, alla centralizzazione dell'assegnazione e a una dolarizzazione parziale mascherata da “misura transitoria”.

Alejandro GilFoto © Mesa Redonda

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Il ministro dell'Economia e Pianificazione, Joaquín Alonso Vázquez, ha spiegato in televisione di Stato i dettagli del nuovo sistema di gestione, controllo e assegnazione di valute, approvato dal Decreto-Legge 113 del Consiglio di Stato. Ha assicurato che la misura non mira a “dollarizzare l'economia”, ma questo discorso i cubani lo conoscono già bene.

Il contenuto del decreto rivela una continuità quasi esatta con le politiche dell'ex ministro Alejandro Gil Fernández, recentemente giudicato per corruzione e spionaggio. Entrambi i modelli condividono lo stesso discorso ideologico, lo stesso approccio centralizzato e gli stessi effetti di disuguaglianza e controllo statale sulle valute.

In questo articolo mostriamo punto per punto come il nuovo Decreto-Legge 113 condivida con la Tarea Ordinamento la stessa logica di controllo centralizzato della moneta, segmentazione degli accessi e priorità assoluta alla raccolta e razionamento delle divise, sebbene ora lo faccia su una base apertamente multivaluta.

In pratica, ricicla obiettivi e metodi dell'Ordine, ma adattati a un'economia già "re-dolarizzata" di fatto

Continuità degli obiettivi dichiarati

Entrambi i quadri si presentano come elementi "tecnici" per aggiornare il modello economico, migliorare l'efficienza e riordinare il sistema monetario e finanziario

Sia la Tarea Ordenamiento che il nuovo decreto si giustificano come passi necessari per “rafforzare l’economia nazionale” e sfruttare meglio le risorse esterne, senza però rinunciare al discorso di centralità del peso cubano

Gestione statale e razionamento delle valute

Nella Tarea Ordinamento, lo Stato si riservava già il ruolo di decisore su chi poteva accedere alle valute estere, attraverso controlli sul mercato valutario ufficiale, il canale MLC e l'assegnazione di materiali e importazioni

Il Decreto-Legge 113 mantiene questo principio ma lo formalizza. Ora viene creato un sistema di gestione e assegnazione di valute in cui il MEP e il BCC definiscono le fonti lecite di valuta, come possono essere utilizzate e chi riceve ACAD o altre autorizzazioni per operare in valuta forte

Segmentazione dei circuiti economici

La Tarea Ordenamiento, sebbene proclamasse unificazione, finì per coesistere con un circuito parallelo MLC per raccogliere rimesse e sostenere importazioni, il che generò un divario tra coloro che avevano accesso a valute straniere e coloro che operavano solo in CUP

Il decreto-legge consolida questa stessa dualità. Riconosce esplicitamente due circuiti, uno in CUP e l'altro in valute estere, e articola regole specifiche per gli attori che possono transactare legalmente in valuta straniera all'interno del paese

Captazione e ritenzione parziale di valuta

Già nell'Ordinamento il design cercava di “raccogliere” la valuta estera verso canali controllati dallo Stato (MLC, tasso di cambio ufficiale, banche), riducendo il margine del mercato informale

Il nuovo schema continua questa logica di raccolta e per questo crea vie “legali” di accesso alla valuta, ma al contempo stabilisce trattenute obbligatorie e un controllo rigoroso dei conti e dei movimenti in valute estere

Continuità del racconto ideologico

In entrambi i momenti si sottolinea che le misure monetarie non significano rinuncia al socialismo né volontà di “dolarizzare” l’economia, ma strumenti transitori per proteggere interessi nazionali e ordinare il sistema

Sia l'Ordinamento che il decreto attuale sono accompagnati da un racconto di “temporalità” e promessa di ritorno alla centralità del CUP, senza fissare scadenze chiare né meccanismi concreti per invertire la dipendenza dalla valuta

Quali sono le differenze tra il Decreto Legge 113 e la Tarefa Ordinamento?

La Tarea Ordenamiento e il Decreto-Ley 113 partono dallo stesso problema (scarsità cronica di valuta e distorsioni monetarie), ma sono quasi l'uno il contrario dell'altro.

L'Ordenamiento ha cercato di ricentralizzare tutto nel CUP e "eliminare la dollarizzazione", mentre il 113 assume e legalizza una dollarizzazione parziale selettiva per attori specifici. Di seguito, le principali differenze per assi chiave

Obiettivo centrale

Compito di Ordinamento: mirava all'unificazione monetaria e cambiaria, eliminando il CUC e fissando un tasso unico di 24 CUP per dollaro, con il CUP come unica moneta di corso legale interno

Decreto-Ley 113: non tenta di unificare, ma di gestire e razionare la scarsità di valuta; crea un quadro legale per le transazioni interne in valute estere (dollaro, euro, ecc.) e definisce chi può usarle e come

Architettura monetaria risultante

Tarea Ordinamento: ha progettato uno schema di "una sola moneta" a livello formale (CUP), sebbene nella pratica siano sopravvissuti circuiti in MLC e un mercato informale forte

Decreto-Legge 113: consolida esplicitamente un sistema multivaluta, con due circuiti: uno in CUP e l'altro in valute estere per attori autorizzati; non è più un "errore" del modello, ma il suo disegno

3. Portata sulla popolazione

Tarea Ordinamento: ha colpito direttamente tutta la popolazione (salari, pensioni, tariffe, sussidi, prezzi regolamentati), con una riprogettazione generale di entrate e uscite in CUP

Decreto-Ley 113: si concentra sugli attori economici (aziende statali, straniere e private, Mipymes, TCP, progetti locali, investimento estero), lasciando il cittadino medio in CUP, a meno che non partecipi a questi circuiti o riceva valute estere

4. Trattamento della dollarizzazione

Tarea Ordinamento: proclamò l'eliminazione della dollarizzazione interna, trasferendo tutte le transazioni formali a pesos cubani e presentando le operazioni in MLC come eccezionali e “temporanee”.​

Decreto-Ley 113: riconosce che l'economia è parzialmente dollarizzata e crea il quadro giuridico per quella coesistenza; parlare di “termine temporale” è più un enunciato politico che un obiettivo operativo concreto

5. Strumenti e meccanismi

Tarea di Ordinamento: la sua cassetta degli attrezzi è stata il tasso di cambio unico, l'eliminazione del CUC, la riforma salariale e delle pensioni, il ritiro dei sussidi e la ristrutturazione dei prezzi relativi

Decreto-Legge 113: introduce strumenti finanziari e amministrativi specifici: conti in valuta regolati dal BCC, schemi di autofinanziamento in valuta forte, Assegnazioni di Capacità di Accesso alla Valuta (ACAD) e norme dettagliate per incassi e pagamenti in valuta

6. Logica di accesso alla valuta

Compito di Ordinamento: l'enfasi era su un tasso di cambio "segnale" (24x1) e sul canalizzare valute attraverso il sistema bancario e il canale MLC, ma senza un regime così esplicito su chi potesse utilizzarle internamente

Decreto-Legge 113: definisce con precisione quali settori e operazioni possono utilizzare valuta, quali sono le fonti "lecite" di accesso (esportazioni, commercio elettronico estero, ZEDM, donazioni, finanziamenti, acquisto nel mercato ufficiale, ecc.) e sotto quali condizioni viene assegnata o trattenuta parte di tali fondi

7. Relazione con il mercato valutario

Tarea Ordinamento: ha collegato la riforma alla creazione di un mercato cambiario formale sotto il tasso di 24 CUP, che è stato sopraffatto dall'inflazione e dal mercato informale

Decreto-Ley 113: si presenta come parte del “Programma di Stabilizzazione Macroeconomica” e del rilancio del mercato valutario, preparando future trasformazioni nel tasso di cambio e nella relazione tra CUP e valuta straniera

8. Luogo del cittadino e del CUP

Compito di Ordinamento: metteva il cittadino al centro del racconto (salari, cesta, sussidi), anche se nella pratica ha eroso il potere d'acquisto dei redditi in CUP

Decreto-Legge 113: mette al centro lo Stato e gli attori economici con la capacità di generare o gestire valute; il cittadino “comune” rimane in periferia, dipendendo dalla sua capacità di connettersi a quei flussi di valuta forte

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