La Segreteria per la Sicurezza Nazionale di Trump attacca i critici dell'ICE: “Fanno il lavoro di Dio”



Le sue dichiarazioni arrivano in mezzo a controversie per spese milionarie e pressioni politiche.

Kristi Noem, segretaria del DHS, e agente dell'ICE in un'operazione (Immagine di Riferimento).Foto © Collage/X/Segretario Kristi Noem e Facebook/U.S. Citizenship and Immigration Services.

Video correlati:

La segretaria alla Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Kristi Noem, ha riacceso il dibattito sull'immigrazione affermando questo giovedì di fronte a un sottocomitato della Camera dei Rappresentanti che gli agenti del Servizio di Immigrazione e Dogane degli Stati Uniti (ICE) e della Patruglia Frontiera "stanno facendo il lavoro di Dio".

La funzionaria del governo di Donald Trump ha lanciato un duro rimprovero a coloro che criticano le deportazioni e le azioni di controllo migratorio, accusandoli di "difendere persone che violano la legge" e di mettere a rischio gli agenti federali.

Durante il suo intervento, Noem ha affermato che gli ufficiali “sono uomini e donne onorevoli” che proteggono “le loro famiglie e i loro vicini”, e ha rimproverato i legislatori e gli attivisti che protestano contro ICE. “Se non vi piace la legge, cambi fatela. Questo è il loro lavoro. Dovrebbero essere licenziati,” ha assicurato.

La frase, celebrata dalla conta ufficiale di ICE su X, è stata accompagnata da cifre su un presunto aumento dell'8.000% nelle minacce di morte e di oltre il 1.000% nelle aggressioni contro gli agenti, dati che l'agenzia cita per giustificare la retorica più dura dell'amministrazione.

Pero le parole di Noem arrivano in un momento politicamente scomodo per lei. Secondo The Washington Post, la segretaria affronta crescenti interrogativi sul suo ruolo nella politica migratoria di Trump e per milionarie acquisizioni di aerei sotto il suo comando.

Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha acquisito due Gulfstream per 200 milioni di dollari per l'uso di alti funzionari, oltre a firmare un contratto da 140 milioni per sei Boeing 737 destinati alle deportazioni. Una spesa che contrasta con l'insistenza della funzionaria nel difendere l'austerità e il rigore legale di fronte alla migrazione irregolare.

Mentre i media statunitensi riportano che la sua permanenza in carica potrebbe essere a rischio, la Casa Bianca e lo stesso Trump hanno smentito tensioni interne. Tuttavia, l'intervento di Noem ha chiarito che l'amministrazione continuerà a utilizzare un linguaggio moralizzatore e confrontativo per promuovere la sua agenda migratoria, anche in mezzo a critiche per opacità, spese eccessive e un clima politico sempre più polarizzato.

Il suo messaggio, più che placare le acque, sembra essere stato progettato per riaccendere la guerra politica attorno alla migrazione, una battaglia che definisce non solo il confine degli Stati Uniti, ma il futuro di migliaia di famiglie latine e, in particolare, cubane bloccate tra leggi, discorsi e decisioni che raramente tengono conto delle loro vite reali.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.