Funzionari dell'Ambasciata degli Stati Uniti a L'Avana si uniscono all'appello per la libertà dei prigionieri politici cubani



Diplomatici statunitensi hanno espresso il loro sostegno al popolo cubano e hanno chiesto la liberazione degli attivisti incarcerati dal regime di Miguel Díaz-Canel.

Funzionari dell'Ambasciata degli Stati Uniti a L'AvanaFoto © X / Ambasciata degli Stati Uniti a Cuba

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Funcionari della Ambasciata degli Stati Uniti a Cuba si sono uniti mercoledì al richiamo internazionale per la libertà dei prigionieri politici cubani, in un gesto di solidarietà che è coinciso con il Giorno Internazionale dei Diritti Umani.

A seguito di un video pubblicato sull'account ufficiale @USEmbCuba, i diplomatici hanno espresso il loro sostegno ai cubani dentro e fuori dall'isola che richiedono la liberazione immediata dei prigionieri di coscienza, incarcerati dal regime per motivi politici e di espressione.

“Nostra ambasciata si unisce oggi alla richiesta dei cubani comuni e di quelli che si trovano all'estero in esilio affinché vengano liberati tutti i prigionieri politici ingiustamente incarcerati. Sappiate che noi vi supportiamo. #Tutti #Libertà”, si legge nel messaggio pubblicato dalla sede diplomatica statunitense.

Nel video, i funzionari statunitensi appaiono mentre tengono candele accese e fotografie di prigionieri politici riconosciuti, tra cui gli artisti e attivisti Luis Manuel Otero Alcántara, Maykel Castillo “Osorbo”, l'oppositore Félix Navarro e la giovane Sissi Abascal, tra gli altri.

La azione mira a onorare i cubani incarcerati per esercitare i loro diritti fondamentali e inviare un messaggio di sostegno alle loro famiglie, molte delle quali hanno denunciato l'isolamento, i maltrattamenti e la mancanza di assistenza medica ai prigionieri nelle carceri del regime.

La ambasciata ha riaffermato la posizione dell'Amministrazione Trump di mantenere il proprio impegno per la difesa dei diritti umani a Cuba e con coloro che “lottano per la libertà e la democrazia”.

Il gesto diplomatico è stato interpretato come un messaggio chiaro di solidarietà verso la società civile cubana, in particolare verso gli attivisti perseguitati dal regime, gli artisti indipendenti e i giornalisti incarcerati dopo le proteste dell'11 luglio e altre manifestazioni pacifiche.

Mientras, il governo cubano continua a negare l'esistenza di prigionieri politici, nonostante i più di 1.000 detenuti identificati da organizzazioni come Prisoners Defenders e Justicia 11J.

La repressione continua ad estendersi a attivisti, religiosi, giornalisti e oppositori pacifici, ai quali il regime attribuisce l'accusa di essere “mercenari” o “agenti dell'imperialismo”.

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