Denunciano che il corpo di un cubano ha aspettato più di 12 ore per arrivare all'agenzia funebre: “In Cuba non puoi nemmeno morire”

In Cuba, la precarietà dei servizi funebri provoca ritardi di oltre 12 ore per il trasferimento delle salme alle pompe funebri, incidendo su cittadini e figure pubbliche.

José, l'uomo il cui corpo ha atteso più di 12 ore per essere trasferito all'obitorio a La Habana del Este.Foto © Collage/Redes Sociales e CiberCuba

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Una nuova denuncia sui social media ha nuovamente messo in evidenza il collasso dei servizi funerari a Cuba.

Il cubano Vladimir Viera ha raccontato che il corpo del suo amico José, residente nel quartiere Camilo Cienfuegos, a Havana del Este, è rimasto per più di 12 ore senza poter essere trasferito all'agenzia funebre a causa della mancanza di trasporto e combustibile.

“Il mio amico José è morto verso le cinque del mattino e non è stato fino alle otto di sera che sono riusciti a portarlo dall'ospedale navale. Non c'è un'auto disponibile, non c'è carburante, eccetera. Morale: attualmente a Cuba non puoi ammalarti né tanto meno morire”, ha scritto Viera sul suo profilo Facebook, dove ha espresso il suo cordoglio per la morte dell'uomo, descritto come “pescatore e amico sopra ogni cosa”.

Captura di Facebook/Vladimir Viera

Il caso si aggiunge a una lunga lista di denunce riguardo ai ritardi nella raccolta dei cadaveri e alla precarietà dei servizi funebri sull'isola, un problema che colpisce sia i cittadini comuni che figure riconosciute del mondo dell'arte e dei media.

Hace solo unas settimane, la famiglia dell'attrice Miriam Learra, figura emblematica del teatro e della televisione cubana, ha denunciato che il suo corpo era rimasto per più di 10 ore senza essere ritirato dai servizi funebri a L'Avana. La situazione è stata resa nota dall'attore Antonio Arroyo, che ha chiesto empatia e aiuto di fronte alla mancanza di risposta istituzionale.

Casistiche simili sono state riportate in altre province. A Holguín, la demora di oltre 15 ore nel recupero del corpo di un'anziana ha provocato una protesta da parte dei vicini, e addirittura, i familiari hanno posizionato il corpo su un letto sull'uscio di casa e hanno bloccato la strada in segno di indignazione. Nei video diffusi sui social media si sentiva il dolore dei presenti che reclamavano che “in Cuba non c'è rispetto nemmeno per i morti”.

Anche i giornalisti ufficialisti hanno riconosciuto l'entità del problema. A febbraio, Guillermo Carmona Rodríguez, del giornale Girón, ha denunciato che la sepoltura di sua nonna a Matanzas è stata quasi impossibile a causa della mancanza di carburante e degli ostacoli burocratici. “Morire è anche una questione burocratica”, ha scritto nella sua cronaca, descrivendo l'attesa di ore per un'autorizzazione statale per rifornire il carro funebre.

La crisi, riconosciuta anche da media statali, deriva da un insieme di cause che vanno dalla scarsità di carburante e veicoli operativi, fino alla mancanza di manutenzione e infrastrutture di base in obitori e cimiteri. In molte province, funziona a stento una parte del parco auto destinato ai trasferimenti, e i feretri scarseggiano o arrivano con difetti di fabbricazione.

A luglio, l'emittente statale Radio Mayabeque ha ammesso che dare l'addio a un proprio caro a Cuba “è diventata una corsa a ostacoli”, caratterizzata dalla disorganizzazione istituzionale e dalla mancanza di risorse.

Il risultato è una catena di ritardi e situazioni indegne che prolungano la sofferenza delle famiglie, costrette a conservare i corpi per ore, e persino giorni, in condizioni inadeguate, mentre aspettano un trasporto che non arriva mai.

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Redazione di CiberCuba

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