Sacerdote cubano denuncia la miseria del paese con una frase straziante: “Non abbiamo un letto”

La riflessione del padre Lester Rafael Zayas nasce in seguito alla risposta di Díaz-Canel a una anziana che ha perso il suo letto ed è diventata simbolo del deterioramento umano e morale a Cuba.

Lester Rafael Zayas DíazFoto © Facebook / Lester Rafael Zayas Díaz

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Il sacerdote cubano Lester Rafael Zayas Díaz ha pubblicato questo lunedì un testo intitolato “Non abbiamo letto”, in cui denuncia l'entità del collasso morale e materiale che sta affrontando Cuba, a proposito del recente episodio in cui Miguel Díaz-Canel ha risposto con freddezza a una vittima di El Cobre, a Santiago di Cuba, che gli ha reclamato la perdita del suo letto a causa del passaggio dell'uragano Melissa.

In questo contesto, il padre Lester Zayas, parroco della chiesa del Sacro Cuore a La Habana, ha scritto su Facebook una profonda riflessione che ha trasformato il grido della anziana in un simbolo della sofferenza collettiva.

Captura Facebook / Lester Rafael Zayas Díaz

“Non abbiamo letto! È il grido terribile che ti riporta alla realtà e mette da parte le possibilità future. Il ‘non abbiamo letto’ è il grido disperato dell’ora”, inizia il testo.

Il sacerdote ha sostenuto che quella frase riassume “il più alto deterioramento nazionale” e che nessuna promessa di futuro può giustificarsi di fronte alla disperazione del presente.

“Come si può promettere un futuro a coloro a cui l'uragano Melissa —l'ultimo— e l'uragano dell'ideologia imposta, cieca e violenta da molto tempo, hanno rubato il domani?”, ha chiesto.

“Sin cama no hay sueños, no hay futuro”, scrisse Zayas, che considera che questa mancanza elementare rifletta la perdita di un focolare, di fede e di dignità.

“Non avere un letto significa non avere nulla: né sogni, né speranza, né fiducia nel presente di Cuba”, ha sottolineato.

Il parroco ha lanciato anche un messaggio diretto al potere: “Di fronte a chi ti chiede un letto, offri un letto, non discorsi. Offri il tuo se necessario; ordina in quel momento di portare letti. Rinuncia se non puoi placare quel grido terribile che sale dal profondo di questo popolo”.

Nel suo testo, il sacerdote ha criticato la narrazione trionfalista del regime, affermando che "non si può chiedere resistenza senza letti da offrire, senza letti dove poter sognare".

E concluse con un desiderio che ritrae il malessere sociale del paese: “Sogniamo che un giorno nella nostra terra un letto non sia un lusso. Sogniamo che nessuno debba chiedere letti a nessuna autorità.”

La pubblicazione del sacerdote avanese è una risposta morale al cinismo presidenziale e alla repressione simbolica che è seguita alla richiesta di Francisca.

I fatti che hanno originato la risposta del sacerdote si sono verificati durante una visita nella zona colpita, durante la quale Díaz-Canel ha cercato di rassicurare i residenti assicurando che “gruppi andranno a fare una valutazione” dei danni, ma al sentire una donna che gridava “non abbiamo letto”, ha reagito con tono irritato: “E neanche io ne ho una da darti adesso”.

La frase, registrata da coloro che erano presenti e diffusa sui social media, ha scatenato un'ondata di indignazione sia dentro che fuori dal paese.

Pochi giorni dopo, la donna —identificata come Francisca— riapparve forzatamente in un video divulgato dalla prima segretaria del Partito Comunista a Granma, Yudelkis Ortiz Barceló, ringraziando il regime e Fidel Castro.

Le immagini hanno mostrato ciò che molti hanno definito una retractio forzata, esempio della manipolazione politica e del controllo ideologico esercitato sui più vulnerabili.

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