
Video correlati:
Il governo del Venezuela ha inviato questo giovedì oltre 46 tonnellate di aiuti umanitari a Cuba e Giamaica, in un gesto di solidarietà regionale dopo i devastanti effetti dell'uragano Melissa, che ha causato perdite umane e gravi danni nei Caraibi.
Del totale, 26 tonnellate sono state destinate all'isola e altre 20 a Giamaica, come confermato dal cancelliere venezuelano Yván Gil e dai media statali come Fuser News e VTV.
Il carico, trasportato dalla compagnia aerea Conviasa dall'Aeroporto Internazionale Simón Bolívar di Maiquetía, include cibo, forniture mediche e materiali da costruzione per fronteggiare l'emergenza nelle zone più colpite.
La spedizione, ha precisato Gil, coincide con il 25º anniversario dell'Accordo Integrale di Cooperazione Cuba–Venezuela, un'alleanza voluta da Hugo Chávez e Fidel Castro che, secondo il cancelliere, “è stata il seme di quello che oggi è l'ALBA, un progetto latinoamericano che va oltre il commercio e si basa sulla solidarietà dei nostri popoli”.
Accompagnato dal viceministro per il Caribe, Raúl Li Causi, e dall'ambasciatore di Cuba a Caracas, Jorge Luis Mayo, il funzionario ha sottolineato che nei prossimi giorni salperà una nave con oltre 3.000 tonnellate di aiuti dirette verso l'isola.
Da La Habana, la Cancelleria cubana ha espresso pubblicamente la propria gratitudine per l'invio, qualificandolo come "una nuova dimostrazione di fraternità tra due popoli che condividono storia e resistenza".
Sfiducia e richieste di trasparenza
Tuttavia, il contesto a Cuba è più complesso. Anche se l'arrivo di aiuti internazionali genera sollievo, cresce lo scetticismo tra i cittadini riguardo al modo in cui il governo gestisce queste risorse.
In giorni recenti, Germania e Norvegia hanno anche annunciato donazioni rispettivamente di 330.000 e 400.000 dollari, canalizzate tramite il Fondo di Emergenza delle Nazioni Unite (CERF), mentre gli Stati Uniti hanno offerto di inviare assistenza “direttamente al popolo cubano, senza intermediari del regime”.
Nonostante questi gesti, molti cubani hanno espresso la loro sfiducia nei confronti della distribuzione statale, ricordando episodi precedenti in cui le donazioni internazionali non arrivarono ai soggetti colpiti o furono rivendute nei negozi ufficiali.
“Che l'aiuto arrivi al popolo, non al governo” è stata la richiesta più ripetuta sui social network dopo aver appreso dei nuovi invii.
Società civile di fronte agli ostacoli ufficiali
Mientras il governo apre conti bancari per ricevere donazioni in pesos cubani, progetti indipendenti come “Dar es dar”, promossi da attivisti all'interno dell'isola, hanno lanciato campagne per raccogliere cibo, abbigliamento e medicinali destinati alle province di Santiago di Cuba, Holguín, Granma e Guantánamo.
Tuttavia, queste iniziative affrontano ostacoli burocratici e sorveglianza statale, il che rende difficile la consegna diretta di aiuti alle comunità più colpite dall'uragano.
Il contrasto tra la solidarietà internazionale e la realtà interna riflette un vecchio dilemma cubano, in cui la scarsa trasparenza governativa nella gestione dell'aiuto fa percepire che non sempre arriva a coloro che ne hanno maggiormente bisogno.
Man mano che continuano i rifornimenti di aiuto da diversi paesi, la popolazione chiede trasparenza e accesso reale alle risorse, in un momento in cui l'oriente del paese è ancora devastato dalle piogge, dai blackout e dalla perdita di abitazioni causate da Melissa.
Archiviato in: