La Bolivia abbandona l'ALBA dopo la sconfitta elettorale del socialismo

Il blocco bolivariano ha annunciato la sospensione del nuovo governo boliviano per "condotta antibolivariana e proimperialista". La misura arriva dopo la vittoria dell'opposizione nelle elezioni generali. Caracas assicura che manterrà il suo supporto "affettivo e solidale" al popolo della Bolivia.

Paz ha assicurato che non inviterà alla sua investitura i governanti di Cuba, Venezuela e NicaraguaFoto © X/Rodrigo Paz e Granma

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L'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) ha annunciato questo venerdì la sospensione del governo che assumerà in Bolivia, definendolo "ultradestra" e accusandolo di avere una condotta "antibolivariana, antilatinoamericana, proimperialista e colonialista".

In un comunicato diffuso tramite il profilo su X dell'Ambasciata del Venezuela a Cuba, il blocco - composto da Cuba, Venezuela e Nicaragua, tra gli altri - ha precisato che la misura non influenzerà i “legami permanenti e solidali” con il popolo boliviano, ma rimarrà in vigore “mentre si valutano le condizioni politiche” nel paese andino.

Il testo accusa il nuovo governo boliviano di rilasciare dichiarazioni “inaccettabili” contro i regimi di Cuba, Venezuela e Nicaragua, e rivendica i “risultati storici” della cooperazione socialista in sanità, istruzione e sviluppo economico durante gli anni in cui la Bolivia ha fatto parte attiva dell'ALBA.

La sospensione avviene dopo la sconfitta elettorale del partito socialista al governo e due decenni di egemonia del Movimento al Socialismo (MAS), il che segna una frattura politica nei rapporti tra La Paz e il blocco sostenuto da Hugo Chávez (1954-2013) e Fidel Castro (1926-2016).

Foto: X/Ambasciata del Venezuela a Cuba

Il presidente eletto della Bolivia, Rodrigo Paz Pereira, del Partito Democratico Cristiano (PDC), ha confermato che il suo governo non invierà inviti ai leader di Cuba, Venezuela e Nicaragua per la cerimonia di inaugurazione programmata per l'8 novembre.

“La nostra condizione di relazione si basa sulla democrazia”, ha affermato Paz. “Nessuno di quei tre (Cuba, Venezuela e Nicaragua) è democratico. Chiaramente non lo sono, e non vorrei che il mio paese fosse nessuno di quei tre”, ha detto in riferimento ai governi di Miguel Díaz-Canel, Nicolás Maduro e Daniel Ortega, in un'intervista esclusiva con la rete televisiva CNN.

La decisione segna una svolta radicale nella politica estera boliviana dopo due decenni di stretti legami con i regimi identificati con il socialismo del XXI secolo.

Per parte sua, l'amministrazione del presidente Donald Trump ha ufficialmente congratulato Paz e ha promesso di collaborare con il suo governo per la ripresa economica del paese, il rafforzamento istituzionale e l'apertura commerciale.

Con il 54,6 % dei voti, Paz ha sconfitto l'ex presidente Jorge “Tuto” Quiroga e ha promesso un governo incentrato sulla stabilità macroeconomica e sul reinserimento della Bolivia nei mercati internazionali.

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