“Questa strada è di Fidel”: una manifestazione a Città del Messico chiede la restituzione delle statue

Proteste a Città del Messico dopo la rimozione delle statue di Fidel Castro e del Che Guevara, ordinata dalla sindaca Alessandra Rojo, generando dibattito tra i sostenitori del regime cubano e i critici.

Protesta a favore del regime in MessicoFoto © Instagram / el Universal

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Circa 150 persone hanno protestato domenica dopo la rimozione delle statue di Fidel Castro e del Che dal Giardino Tabacalera, nella municipalità di Cuauhtémoc, nella Città di Messico.

Secondo El Universal, la manifestazione era composta da residenti, cittadini cubani legati alla sede consolare, sostenitori del regime e bande d'assalto del Partito Comunista in Messico.

"A gritos de Alessandra no, Cuba sì”, “Questo parco è di Fidel, questo parco è del ‘Che’”, e “Fino alla vittoria sempre” hanno protestato contro la misura attuata dalla sindaca Alessandra Rojo de la Vega.

El Universal ha raccolto testimonianze di Olivia Garza, dell'associazione ufficialista Cubani Residenti in Messico, e Ángel Salas, del Partito Comunista in Messico, che hanno criticato Rojo e l'hanno accusata di rimuovere le statue dopo un incontro con rappresentanti di VOX.

Per il giornalista indipendente e attivista cubano residente in Messico José Raúl Gallego, i manifestanti sono gli stessi “gruppi di choque che mobilitava l'Ambasciata Cubana in Messico per colpire i cubani che si manifestavano all'esterno”.

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“Questo cartello, che oggi era alla protesta per la rimozione delle statue di Fidel e del Che in Messico, è lo stesso che avevano”, ha denunciato.

“Ecco gli stessi che oggi si mobilitano per, facendosi passare per 'comunità cubana in Messico', difendere l'immagine di due dei responsabili dell'esilio e della sofferenza di milioni di cubani, compatrioti solo per aver pensato in modo diverso”, ha aggiunto Gallego.

Il giornalista considera "molto sintomatico e rincuorante che l'ambasciata del regime non possa contare quasi su nessun cubano in Messico per questi allestimenti".

Il mezzo Radio Fórmula, da parte sua, ha riportato l'irruzione di un uomo all'interno della manifestazione che ha iniziato a gridare slogan contro il regime come: "Patria e Vita" e "Libertà", che è stato allontanato violentemente da due degli organizzatori della protesta.

Controversia per la rimozione delle statue

Il 17 luglio scorso, le controverse statue di Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara, installate nel Giardino Tabacalera della municipalità di Cuauhtémoc, sono state infine rimosse per decisione della sindaca Alessandra Rojo de la Vega, dopo aver rilevato irregolarità nella loro collocazione e aver ricevuto numerose lamentele da parte dei residenti.

Rojo de la Vega ha difeso pubblicamente la decisione, il che ha scatenato un ampio dibattito sui social media e nei mezzi di comunicazione.

La misura ha generato controversie, particolarmente tra i vivaci sostenitori della Rivoluzione Cubana in Messico, ma Rojo de la Vega ha riaffermato la sua posizione sostenendo rispetto dei diritti umani e della volontà dei vicini della comunità.

“Citlali, le dittature e i regimi repressivi sono cattivi, a prescindere da dove provengano. L'assassino è un assassino, sia di destra, di centro o di sinistra,” ha scritto la sindaca sul suo profilo di X (ex Twitter), in risposta alle critiche della senatrice Citlalli Hernández. “Se ha un'agenda totalitaria, lo si dica e basta.”

“Fidel e il Che non sono il popolo cubano”, ha sottolineato.

In un altro post, Rojo de la Vega ha chiarito che la rimozione delle statue non è dovuta a un'arbitrarietà personale, ma al rispetto delle procedure legali richieste dalla cittadinanza.

“Non è burocrazia, è la legge... non sono le mie argomentazioni, sono i corretti processi amministrativi”, ha sottolineato. “Credo nella democrazia e nella certezza giuridica”, ha difeso la sindaca.

La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, si era unita alla polemica, suggerendo che le statue potrebbero essere reinstallate in un altro luogo, considerando che fanno parte di un “momento storico” legato alla storia condivisa tra Cuba e Messico.

In risposta, l'ex cancelliere messicano Jorge G. Castañeda ha criticato lammirazione del governo di Claudia Sheinbaum per la dittatura cubana a proposito della sua reazione alla rimozione delle statue.

Domande frequenti sulla rimozione delle statue di Fidel Castro e del Che Guevara in Messico

Perché sono state rimosse le statue di Fidel Castro e del Che Guevara a Città del Messico?

Le statue di Fidel Castro e del Che Guevara sono state rimosse a causa di irregolarità nella loro collocazione e di numerose lamentele da parte dei residenti. Il sindaco Alessandra Rojo de la Vega ha deciso di rimuoverle, argomentando il rispetto dei diritti umani e la volontà dei cittadini della comunità. L'installazione iniziale delle statue non aveva i permessi necessari del Comitato dei Monumenti e delle Opere Artistiche negli Spazi Pubblici, il che ha motivato la loro rimozione.

Quali reazioni ha suscitato la rimozione delle statue?

La rimozione delle statue ha generato un ampio dibattito e controversia. Mentre alcuni settori, specialmente i sostenitori della Rivoluzione Cubana, hanno protestato contro la rimozione, sostenendo che le statue rappresentano un legame storico tra il Messico e Cuba, altri, inclusi molti cubani in Messico, hanno appoggiato la decisione, considerando Fidel Castro e il Che Guevara responsabili di un regime oppressivo a Cuba.

Qual è la posizione del governo della Città di Messico riguardo al ripristino delle statue?

Il governo della Città di Mexico, guidato da Claudia Sheinbaum, ha suggerito che le statue potrebbero essere reinstallate in un altro luogo. La capo del governo della Città di Mexico, Clara Brugada, ha espresso l'intenzione di reinstallare le sculture in uno spazio pubblico simbolico, sostenendo che rappresentano un momento storico legato alla storia condivisa tra Cuba e Messico.

Quali azioni ha proposto la sindaca Alessandra Rojo de la Vega riguardo alle statue rimosse?

La sindaca Alessandra Rojo de la Vega ha proposto di mettere all'asta le statue affinché coloro che le venerano possano acquistarle con il proprio denaro. Questa proposta ha generato opinioni contrastanti, alcuni la vedono come un atto provocatorio, mentre altri la considerano un modo per costringere coloro che difendono figure autoritarie a farlo senza risorse pubbliche.

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