L'ex cancelliere messicano critica "l'ammirazione per la dittatura castrista" del governo di Claudia Sheinbaum dopo la rimozione delle statue

Jorge Castañeda critica l'ammirazione del governo di Sheinbaum per la dittatura cubana dopo la rimozione delle statue di Fidel e del Che, generando un dibattito su autoritarismo e democrazia.

Jorge Castañeda e rimozione delle statueFoto © Facebook / Jorge G. Castañeda e X / El Universal

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L'ex cancelliere messicano Jorge G. Castañeda ha criticato l'ammirazione del governo di Claudia Sheinbaum nei confronti della dittatura cubana in merito al ritiro delle statue di Fidel e del Che dal parco della Tabacalera, nella delegazione Cuauhtémoc, a Città del Messico.

In un testo di opinione pubblicato su Nexos, lo scrittore ed ex-diplomatico ha dichiarato che quanto accaduto intorno alla rimozione delle statue può generare una discussione “sul legame tra il carattere sempre più autoritario della 4T [Quarta Trasformazione], e la sua profonda e incondizionata ammirazione per la dittatura castrista.”

Castañeda ha citato, per riferirsi al Messico, il caso cileno, dove la comunista Jeanette Jara, sostenitrice del regime di L'Avana, è stata eletta come candidata della sinistra per le prossime elezioni.

“Come si può credere nella vocazione democratica di Jara se è incapace di tracciare chiaramente una linea contro la dittatura dell’isola? Come può, da un lato, difendere i principi democratici cileni contro i candidati di estrema destra senza, dall altro, condannare l’esistenza di quasi mille prigionieri politici a Cuba? Come può presentare una piattaforma economica sensata, moderata e moderna, se continua ad applaudire il fallimento totale del regime cubano, e a incolpare gli Stati Uniti di tutti i mali di quella catastrofe?”, si chiede Castañeda.

L'exdiplomatico si chiede quale sarebbe stato il caso se in un comune conservatore fosse stata eretta una statua a Mussolini o Pinochet e “al momento dell'arrivo al potere di Morena in uno qualsiasi di questi comuni, avrebbe ricevuto pressioni per ‘eliminarla’”.

“Qual è la differenza tra la dittatura cilena, spagnola e italiana, per non citar altro, e la dittatura cubana? Una di queste, naturalmente, è che quella cubana è stata molto più longeva. Ha già 66 anni, mentre Mussolini ha governato per un paio di decenni, Franco per 30 anni e Pinochet per appena 17”, argomenta.

"È un peccato che Cuba non sia presente nella discussione messicana, come avviene nel dibattito cileno. Ci aiuterebbe molto per capire bene cosa pensa ciascuno in Messico. E, solo per non lasciar perdere, sembra avventato da parte del governo continuare a sostenere, perlomeno fino a tempi molto recenti, i finanziamenti alla dittatura di Díaz-Canel, quando si sa che a un certo punto arriverà un ukase di Trump a rimproverarlo e probabilmente a vietarlo", conclude Castañeda, che è stato segretario delle Relazioni Estere del Messico durante il governo di Vicente Fox dal 2000 al 2003.

Polemica per la rimozione delle statue

Il 17 luglio scorso, le controverse statue di Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara, installate nel Giardino Tabacalera dell'alcaldía Cuauhtémoc, sono state finalmente rimosse per decisione della sindaca Alessandra Rojo de la Vega, dopo aver riscontrato irregolarità nella loro collocazione e ricevuto molteplici lamentele da parte dei residenti.

Rojo de la Vega ha difeso pubblicamente la decisione, il che ha scatenato un ampio dibattito sui social media e nei mezzi di comunicazione.

La misura ha generato controversie, in particolare tra i rumorosi sostenitori della Rivoluzione Cubana in Messico, ma Rojo de la Vega ha ribadito la sua posizione affermando rispetto per i diritti umani e per la volontà dei vicini della comunità.

“Citlali, le dittature e i regimi repressivi sono sbagliati, qualunque sia la loro origine. L'assassino è un assassino, sia di destra, al centro o di sinistra”, ha scritto la sindaca sul suo profilo X (precedentemente noto come Twitter), in risposta alle critiche della senatrice Citlalli Hernández. “Se ha un'agenda totalitaria, lo si dichiara e basta”.

“Fidel e il Che non sono il popolo cubano”, ha sottolineato.

In un'altra pubblicazione, Rojo de la Vega ha chiarito che la ritrattazione delle statue non è il risultato di un capriccio personale, ma piuttosto dell'adempimento di procedure legali richieste dai cittadini.

“Non è burocrazia, è la legge... non sono i miei argomenti, sono i corretti processi amministrativi”, ha sottolineato. “Io credo nella democrazia e nella certezza giuridica”, ha difeso la sindaca.

La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, si era unita alla polemica, suggerendo che le statue potrebbero essere reinstallate altrove, ritenendo che facciano parte di un “momento storico” legato alla storia condivisa tra Cuba e Messico.

Domande frequenti sulla rimozione delle statue di Fidel Castro e del Che Guevara in Messico

Perché sono state rimosse le statue di Fidel Castro e del Che Guevara a Città del Messico?

Le statue sono state rimosse a causa di irregolarità nella loro collocazione e di molteplici lamentele da parte dei residenti. La sindaca Alessandra Rojo de la Vega ha preso la decisione come parte del rispetto delle procedure legali richieste dalla comunità, sottolineando il rispetto per i diritti umani e la volontà dei cittadini.

Qual è la posizione di Claudia Sheinbaum riguardo alle statue rimosse?

Claudia Sheinbaum ha suggerito che le statue potrebbero essere reinstallate in un altro luogo. La presidente del Messico considera che le figure facciano parte di un "momento storico" legato alla storia condivisa tra Cuba e Messico, il che è stato interpretato come una posizione ambigua e compiacente nei confronti del regime cubano.

Qual è stata la reazione del Partito Comunista del Messico di fronte alla rimozione delle statue?

Il Partito Comunista del Messico ha qualificato l'atto come "antipopolare e anticomunista". Hanno convocato manifestazioni, sostenendo che la ritirata rappresenta un affronta all'amicizia tra Cuba e Messico, e hanno criticato la decisione della sindaca come un tentativo di trasformare il municipio in un "bastione di destra".

Cosa si propone di fare con le statue dopo il loro ritiro?

La sindaca Alessandra Rojo de la Vega ha proposto di mettere all'asta le statue. L'idea è che coloro che venerano Fidel Castro e il Che Guevara possano acquistarle con i propri soldi, anziché rimanere in spazi pubblici finanziati con le tasse dei cittadini.

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