Luis Manuel apre la sua cella alla Biennale di L'Avana: “Per far conoscere il lavoro che ho sviluppato in prigione.”

Luis Manuel Otero Alcántara, dal carcere a Cuba, invita la Biennale di Avana 2024 a partecipare a una performance per conoscere la sua opera, realizzata sotto il sistema repressivo e penitenziario del regime cubano.


L'artista visivo e attivista cubano Luis Manuel Otero Alcántara ha lanciato un'iniziativa senza precedenti dalla prigione di Guanajay, dove è attualmente detenuto.

Dalla sua cella, il fondatore del Movimento San Isidro (MSI) ha invitato i partecipanti alla Biennale di L'Avana 2024 a prendere parte a un'intervento artistico denominato "Fe de vida", una sorta di performance in cui propone di aprire il suo spazio carcerario come luogo di incontro.

Questa iniziativa, condivisa sui social media e attraverso un thread su X, ha lo scopo di permettere ai visitatori di dialogare con l'artista e conoscere l'opera che ha prodotto in prigione, sotto le rigide restrizioni del regime cubano.

In una telefonata, Otero Alcántara ha dichiarato che questa intervento mira a permettere a "artisti, curatori, teoretici, collezionisti e appassionati d'arte in generale" di sperimentare la sua proposta in un ambiente così singolare come una prigione cubana.

"La Biennale è nata come un'opportunità per la periferia e gli sfollati, e poiché non mi è possibile partecipare all'evento, perché non portare un frammento della Biennale all'artista?", ha spiegato in un messaggio condiviso dal media indipendente Diario di Cuba.

Coloro che sono interessati a partecipare all'insolito e innovativo incontro dovranno coordinarsi con il ministero dell'Interno di Cuba (MININT) attraverso i numeri di telefono indicati dallo stesso Otero Alcántara.

L'invito dell'artista avviene in un contesto di censura e repressione che caratterizza la Biennale di La Havana, convocata dal Ministero della Cultura cubano. Questa edizione della Biennale si svolgerà tra il 15 novembre 2024 e il 28 febbraio 2025, e ha suscitato forti critiche da parte della comunità artistica indipendente.

In un comunicato pubblicato sulla rivista Letras Libres, artisti e curatori come Coco Fusco, Hamlet Lavastida e Solveig Font hanno denunciato l'evento come una "simulazione di autonomia creativa", evidenziando il cinismo del governo cubano nel tentativo di deviare l'attenzione internazionale dalla repressione interna.

Coco Fusco ha sottolineato che l'iniziativa "Fe de vida" è emersa dallo stesso Otero, che ha deciso di partecipare alla Biennale in protesta contro l'“ipocrisia del governo” nel presentare un evento culturale nel mezzo della repressione.

Nel corso della sua detenzione, a Otero Alcántara è stato vietato di distribuire disegni e altri lavori artistici realizzati in prigione, una restrizione che l'artista ha eluso attraverso questa intervento creativo. Secondo Fusco, questa proposta riflette la resistenza dell'artista di fronte al tentativo di zittirlo.

Luis Manuel Otero Alcántara è stato arrestato nel luglio del 2021, mentre cercava di unirsi alle proteste dell'11J. Da allora, è stato condannato a cinque anni di prigione per accuse di "disturbo dell'ordine pubblico" e "disobbedienza", una sentenza che gli attivisti per i diritti umani, come Amnesty International, considerano arbitraria.

Il suo caso rappresenta uno dei più evidenti esempi della repressione subita da artisti e dissidenti a Cuba, dove la libertà di espressione rimane ancora limitata.

Il messaggio finale di Otero per coloro che sono interessati a "Fe de vida" è un’esortazione a conoscere il suo lavoro e a condividere la sua realtà, una che lui stesso definisce come "super connessa" con l'arte, nonostante le barriere imposte dal regime.

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