Allertano su minacce contro Luis Manuel Otero Alcántara in prigione.

La curatrice d'arte Claudia Genlui Hidalgo ha denunciato che, proprio mentre parlava con lui per telefono, una guardia lo ha minacciato di chiudere la chiamata.


Attivisti cubani hanno lanciato un allerta questo giovedì riguardo alle minacce contro l'artista indipendente e prigioniero politico Luis Manuel Otero Alcántara nel carcere di Guanajay nella provincia di Artemisa.

In un video pubblicato sulla rete sociale X da Norges Rodríguez, CEO e cofondatore del media digitale YucaByte, la curatrice d'arte Claudia Genlui Hidalgo ha denunciato che, proprio mentre parlava con lui al telefono, un guardia lo ha minacciato di chiudere la chiamata.

Genlui si è mostrata molto preoccupata perché Alcántara è stato in sciopero della fame, a causa del fatto che "la sicurezza del carcere e dello Stato si impegnano a intimidirlo e a farlo sentire male, una violenza che hanno ripreso negli ultimi giorni".

"Una violenza psicologica che sta colpendo Luis Manuel, e già è abbastanza quello che ha dovuto sopportare, tanto che ha persino urinato sangue", ha espresso l'attivista.

Inoltre, ha invitato a rimanere attenti a qualsiasi situazione che potrebbe verificarsi con l'artista in un momento importante, data la lotta del popolo venezuelano per esigere la verità dopo le elezioni presidenziali.

Da parte sua, Anamely Ramos ha avvisato anche sulla situazione di emergenza e le continue minacce: “Loro (i membri del regime) sono molto nervosi per quello che sta succedendo in Venezuela”.

“Fare scioperi è il suo unico modo di difendersi. È arrivato a dire che sarebbe andato fino in fondo”, ha dichiarato tra le lacrime senza dimenticare Maykel Osorbo, un altro prigioniero politico ingiustamente incarcerato dai dittatori dell'isola.

Fino a poche ore fa, Otero Alcántara ha comunicato con attivisti cubani e ha confermato di aver trascorso 10 giorni in sciopero della fame. L'informazione è stata condivisa sui social media da Yanelys Nuñez, che ha denunciato la situazione di Otero Alcántara e di altri prigionieri politici a Cuba.

Il giovane è rimasto lunghi periodi senza comunicazione e presenta un notevole deterioramento fisico e mentale, risultato di tre anni di ingiusta prigionia, mentre continua a fare appello alla protesta pacifica come forma di chiedere la sua libertà.

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