Luis Manuel Otero riesce a comunicarsi dopo più di dieci giorni di sciopero della fame.

Otero Alcántara è stato in sciopero della fame per 10 giorni.

Luis Manuel Otero Alcántara © Facebook / Luis Manuel Otero
Luis Manuel Otero AlcántaraFoto © Facebook / Luis Manuel Otero

L'artista indipendente Luis Manuel Otero Alcántara si è comunicato telefonicamente con attivisti cubani e ha confermato di aver trascorso 10 giorni in sciopero della fame.

L'informazione è stata condivisa sui social da Yanelys Nuñez, che ha denunciato la situazione di Otero Alcántara e di altri prigionieri politici a Cuba.

Secondo l'attivista, l'artista è stato in contatto con il mondo esterno per 20 giorni, e in una telefonata ha raccontato che il suo silenzio era dovuto a uno sciopero della fame che stava svolgendo da oltre 10 giorni nella prigione di Guanajay.

Ha detto che attualmente Otero Alcántara si sta riprendendo, anche se non si conosce ancora l'impatto totale di questo sciopero sul suo corpo, dato che non ha ricevuto un'adeguata assistenza medica.

Pubblicazione su Facebook

Durante la protesta, è arrivato a urinare sangue, il che ha generato una profonda preoccupazione tra i suoi familiari, ha spiegato.

Nonostante il suo deterioramento fisico e mentale, risultato di tre anni di ingiusta prigione, Otero Alcántara continua a fare appello alla protesta pacifica come forma di esigere la sua libertà.

Fu arrestato l'11 luglio 2021 mentre cercava di partecipare alle proteste antigovernative di quel giorno a Cuba.

Otero Alcántara è diventato la figura principale di opposizione contro il regime cubano dalla sua casa nel quartiere San Isidro, dove ha protagonizzato diverse campagne di sciopero della fame e manifestazioni artistiche che sfidavano il totalitarismo sull'isola.

Lo scorso 7 febbraio un tribunale ha negato la richiesta di libertà condizionale per Otero Alcántara, e ha stabilito che l'attivista deve rimanere in carcere.

È stato arrestato dopo le proteste dell'11 luglio 2021 e sta scontando una pena di cinque anni di carcere.

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