
Video correlati:
Una cittadina cubana vive da anni insieme ai suoi due figli piccoli e a sua madre in un'abitazione dichiarata in totale crollo totale dopo il passaggio dell'uragano Sandy, senza che abbia mai ricevuto l'aiuto promesso dalle autorità.
Oggi, dopo i danni causati dall'uragano Melissa, la situazione è passata da grave a critica nella casa situata a Santiago de Cuba, e l'unica risposta ufficiale è stata un ordine tanto semplice quanto brutale: “Uscite di lì”.
Secondo il racconto su Facebook del giornalista indipendente Yosmany Mayeta Labrada, che non ha menzionato i nomi delle persone, la casa presenta muri crollati, altri sospesi senza supporto e un rischio imminente di crollo. L'abitazione è inabitabile, e la paura principale riguarda la vita dei minori.
Per anni, la famiglia ha svolto pratiche, visite e gestioni presso le autorità locali, sempre con la stessa promessa: “è informato, si risolverà”. Nulla è stato risolto, ha sostenuto l'attivista nel suo post.
“Quello non ha soluzione nelle mie mani.”
Dopo l'ultimo ciclone, la madre tornò a rivolgersi alla delegata del distretto, questa volta con l'urgenza di chi sa che una tragedia può accadere in qualsiasi momento. La risposta fu categorica: "Non c'è soluzione nelle mie mani. Uscite da lì."
La frase commosse il comunicatore Mayeta, che -con tutta ragione- sollevò una serie di domande senza risposta: Dove andare? Con quali risorse? A casa di chi?
Fino ad ora, l'unico "aiuto" ricevuto riassume l'abbandono istituzionale: un materassino, consegnato di recente, che la famiglia ha dovuto pagare 2.050 pesos cubani. Non c'è stata consegna di materiali da costruzione, non è stato offerto rifugio, non è esistita una protezione speciale per i minori né una soluzione temporanea minimamente dignitosa.
Tra macerie e burocrazia
Mentre l'abitazione crolla, le autorità si trasferiscono le responsabilità, passano rapporti da un'istanza all'altra e lasciano la famiglia a vivere tra le macerie, aspettando che non accada una tragedia che poi sarà pianta in silenzio.
Le immagini che accompagnano la denuncia —avverte Mayeta— non cercano compassione, ma risposta, protezione per due bambini e azione immediata per evitare una tragedia annunciata.
Perché quando una casa crolla e lo Stato guarda altrove, non si tratta più di un disastro naturale, ma di abbandono umano.
Archiviato in: