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Il governante cubano Miguel Díaz-Canel ha celebrato il 26° anniversario del programma televisivo Mesa Redonda, ideato da Fidel Castro, con un messaggio su Facebook che ha suscitato reazioni contrastanti, sebbene abbia predominato il rifiuto tra gli utenti.
“Ventisei anni fa nacque uno spazio di comunicazione ideato da Fidel nel fervore della lotta per salvare il bambino cubano Elián González, sequestrato negli Stati Uniti”, ha scritto il presidente nel suo post su Facebook, accompagnato da diverse immagini del compianto leader. Nel testo, ha sottolineato che la prima emissione del programma, intitolata In che tempo si può cambiare la mente di un bambino?, ha segnato “un periodo che, grazie all'intelligenza, al talento e all'impegno, ha definito la Battaglia delle Idee”.
Il messaggio, in cui ha felicitato i realizzatori per “continuare a sostenere le battaglie essenziali di Cuba”, ha rapidamente scatenato un’onda di commenti critici. Molti utenti hanno ritenuto che la pubblicazione fosse una dimostrazione del distacco del potere dalla realtà quotidiana del paese.
“Che bello che hai elettricità per non perderti la Mesa Redonda; io ho perso il conto del tempo che è passato da quando non posso accendere la TV né dormire con il ventilatore”, ha commentato una persona, alludendo ai blackout che colpiscono l'isola. Un altro internauta ha ironizzato: “Imparano come resistere alla fame, alle epidemie, alla mancanza di assistenza sanitaria, di elettricità, di acqua e di libertà”.
Ci sono stati anche coloro che hanno paragonato lo spazio a un simbolo dell'adoctrinamento statale: “Il tavolo rotondo, dove non si dice ciò che si pensa, ma solo ciò che i capi vogliono sentire”. Un altro utente ha scritto: “Lo spazio dove si mente al popolo e ci si prende gioco di coloro che pensano in modo diverso”.
Alcuni si sono burlati del contesto attuale del paese: “Può essere rotonda, quadrata o triangolare, senza corrente, chi la vede?”. Altri hanno aggiunto: “A quanto sta la libbra di idee, per accompagnare il riso bianco del pranzo di oggi”, o “Il paese avanza, sì… nel degrado, nella fame e nella miseria”.
Le allusioni al caso di Elián González hanno anche suscitato polemiche. Un utente ha commentato: “Quel bambino non è stato rapito, la madre lo ha portato fuori dal paese e è morta tentando di salvarlo”, mentre un altro ha replicato: “Il vero rapitore della verità sei tu”. In un altro messaggio si leggeva: “Rapito dagli Stati Uniti, dici tu; mentre gli Stati Uniti gli hanno salvato la vita e il regime lo ha utilizzato come trofeo politico”. Anche se alcuni commenti hanno espresso sostegno al mandatario — complimentandosi con il team del programma e difendendo il suo ruolo come “spazio di dignità e resistenza” — tra le risposte più dure si leggeva frasi come: “Smettetela di romanticizzare questi comunisti che hanno distrutto il paese” e “Grazie a voi i cubani hanno solo imparato a resistere alla miseria”.
Le reazioni riflettono un modello ricorrente nei post del dirigente cubano. Appena un giorno prima, durante l'XI Plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista, aveva affermato con entusiasmo che “qui non si arrenderà nessuno”, in un discorso che ha anche acceso le reti con messaggi di malcontento per la miseria, i blackout e la mancanza di libertà.
Il contrasto tra i messaggi trionfalistici del potere e le critiche dei cittadini evidenzia la crescente distanza tra la narrativa ufficiale e la vita quotidiana dei cubani, segnata dalla precarietà, dalla censura informativa e da una crisi senza precedenti.
L'anniversario precedente del programma è stato anch'esso contrassegnato dalla propaganda. Lo scorso dicembre, in occasione del 25º anniversario della prima trasmissione, Elián González, diventato deputato del regime, ha pianto ricordando Fidel Castro e ha affermato che la Mesa Redonda “lo ha fatto diventare persona”. Nel suo discorso ha assicurato: “Io sì sono diventato persona grazie a voi”, ringraziando il programma per aver plasmato il suo carattere e considerandolo “il pilastro” della sua vita attuale. Ha anche lamentato di “aver conosciuto e perso troppo giovane” il dittatore.
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