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Il governante cubano Miguel Díaz-Canel ha chiamato all'unità dei paesi dei Caraibi e dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) per affrontare quella che ha definito una “pretesa egemonica” degli Stati Uniti contro il Venezuela.
Durante il suo intervento in videoconferenza alla XXV Cumbre dell'ALBA, Díaz-Canel ha esortato i governi del blocco a “continuare a lottare per un obiettivo comune: l'unità, la pace e la sovranità dei nostri popoli”, e ha messo in guardia sul contesto attuale di tensioni nella regione.
Secondo quanto affermato, i Caraibi devono rimanere vigili di fronte a quella che ha descritto come un'escalation pericolosa alimentata da Washington, ha riportato l'agenzia EFE.
Critiche al dispiegamento militare statunitense nei Caraibi
Il mandatario cubano ha condannato il dispiegamento navale degli Stati Uniti nei Caraibi, che ha definito "ostentato, esagerato e ingiustificato", sostenendo che rappresenta una "minaccia deliberata di azione militare" contro il Venezuela. A suo avviso, questo scenario rivela un "proposito egemonico e criminale" che dovrebbe mettere in allerta i governi e i popoli del continente.
“È un pericolo che deve essere denunciato nel modo più deciso. Da Cuba oggi, in questo vertice dell'ALBA, lo condanniamo nei termini più fermi e categorici”, ha enfatizzato in dichiarazioni riprodotte dal portale ufficiale del regime.
Denuncia per sequestro di una nave cisterna
Díaz-Canel ha anche fatto riferimento alla recente sequestro di una nave cisterna da parte delle forze statunitensi, un'azione che ha qualificato come “un atto di pirateria e furto delle risorse del popolo venezuelano” e una grave violazione del diritto internazionale.
Secondo il governante cubano, la misura contraviene i principi della libertà di navigazione e del libero commercio, e non solo danneggia il Venezuela, ma ha anche implicazioni negative per la comunità internazionale nel suo complesso.
Supporto esplicito a Maduro e invito alla “resistenza unita”
In linea con le dichiarazioni del presidente venezuelano Nicolás Maduro, che ha proposto una “resistenza unita” contro gli Stati Uniti, Díaz-Canel ha ribadito il “più fermo sostegno” di Cuba al Venezuela e al suo mandatario.
Le dichiarazioni avvengono in un contesto di crescente tensione geopolitica nei Caraibi, caratterizzato da operazioni militari statunitensi, sanzioni, sequestri di imbarcazioni e una retorica sempre più confrontativa tra Washington e i governi alleati di Caracas.
Maduro propone una “missione energetica” per sostenere il regime di Díaz-Canel di fronte al collasso elettrico a Cuba
Maduro ha proposto all'Alleanza Bolivariana dei Popoli di Nostra America (ALBA) di creare una missione internazionale di energia ed elettricità per salvare Cuba –e la sua dittatura–, che sta attraversando una delle peggiori crisi energetiche della sua storia recente, a causa dei continui guasti nelle sue centrali termiche e della mancanza di combustibile.
Según reportò l'agenzia EFE, il dittatore venezuelano ha annunciato l'iniziativa durante il XXV Vertice del blocco, trasmesso dal canale statale Venezolana de Televisión, dove ha affermato di aver comunicato ai paesi membri la proposta di creare una “Missione Internazionale di Energia ed Elettricità di Supporto Speciale per il Popolo di Cuba”, ispirata —ha detto— alla storica Missione Miracolo.
Assicurò che l'obiettivo sarebbe stato quello di sostenere “in modo straordinario” l'isola nella sua lotta “contro il blocco e l'impatto su tutti i temi energetici ed elettrici”, senza fornire dettagli concreti riguardo al tipo di assistenza o alle risorse implicate.
Il cancelliere cubano, Bruno Rodríguez, ha immediatamente sostenuto la proposta e l'ha definita su X come una dimostrazione di “solidarietà e cooperazione tra popoli fratelli”, sottolineando il ruolo dell'ALBA come un meccanismo di resistenza di fronte agli Stati Uniti.
Cuba affronta interruzioni di corrente di fino a 20 ore al giorno in diverse regioni del paese a causa dell'obsolescenza delle sue centrali elettriche, della mancanza di valuta estera e della carenza di manutenzione.
Secondo EFE, specialisti indipendenti attribuiscono la crisi a una cattiva gestione statale e a decenni di sottoinvestimenti strutturali nel sistema elettrico nazionale, controllato interamente dal Governo sin dal 1959.
Il regime di Miguel Díaz-Canel, da parte sua, attribuisce la colpa alle sanzioni statunitensi e al “blocco energetico” di Washington, mentre le proteste per i blackout e la scarsità di cibo si moltiplicano in diverse province.
La proposta di Maduro mira a rafforzare l'alleanza politica ed economica tra Caracas e L'Avana in un momento in cui entrambi i governi affrontano pressioni interne ed esterne, cercando di mostrare coesione regionale di fronte a quella che considerano una “minaccia imperiale”.
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