In mezzo a una nuova escalation di tensione tra Caracas e Washington, il ministro della Difesa del regime venezuelano, Vladimir Padrino López, ha lanciato un avvertimento diretto agli Stati Uniti dopo il sorvolo di aerei militari statunitensi vicino allo stato di Zulia.
Gli Stati Uniti devono capire che non siamo dei selvaggi, che abbiamo capacità razionale, che pensiamo e sentiamo… Quando ci chiamano bugiardi, deve esserci una reazione”, ha affermato Padrino durante un atto militare trasmesso dalla televisione di stato.
El alto mando militare ha anche dichiarato: “Non sbagliate, sappiamo difendere lo spazio aereo venezuelano”, assicurando che le Forze Armate Bolivariane sono pronte a rispondere a quelle che ha definito “provocazioni del Pentagono”.
Le dichiarazioni arrivano due giorni dopo che due caccia F-18 Super Hornet statunitensi hanno sorvolato il Golfo tra gli stati Zulia e Falcón, in quella che è stata descritta come la incursione più vicina al territorio venezuelano da anni, secondo dati del portale Flightradar24.
Le aeromobili hanno effettuato manovre circolari nella zona e poi si sono ritirati verso nord dopo aver spento i loro transponder.
L'area è considerata di alta sensibilità militare per il regime di Maduro, poiché ospita la base navale “Rafael Urdaneta”, il Comando di Difesa Integrale Occidentale e vari sistemi di radar e batterie antiaeree.
Ese stesso giorno, è stato rilevato un dron di sorveglianza statunitense MQ-4C Triton di fronte alle coste venezuelane, uno dei sistemi di riconoscimento più avanzati dell'arsenale nordamericano.
Padrino López ha accusato Washington di cercare di “intimidire il popolo venezuelano” e ha sostenuto che le manovre aeree fanno parte di una strategia di “molestia sistematica” contro il chavismo.
“Non ci piegheremo per il suo dispiegamento aeronavale. Siamo pronti a reagire e difendere questo paese”, ha dichiarato, accompagnato da comandi militari e membri dell'alto comando bolivariano.
Il discorso del ministro si allinea con una linea più aggressiva del regime di Nicolás Maduro, che negli ultimi giorni ha ribadito il suo rifiuto delle sanzioni statunitensi e ha rafforzato la sua cooperazione militare con la Russia e l'Iran.
Il Pentagono non ha commentato ufficialmente le affermazioni del regime, anche se fonti militari citate da mezzi statunitensi segnalano che le operazioni recenti nei Caraibi rientrano nell'ambito dell'Operazione Lanza del Sud, presentata come un'iniziativa per monitorare le rotte del narcotraffico e contrastare le attività illecite nella regione.
Venezuela, da parte sua, ha denunciato ripetutamente che quest'operazione ha un carattere "ostile" e mira a preparare il terreno per un'aggressione militare.
In risposta, il regime chavista ha dispiegato esercitazioni congiunte con truppe russe e unità aeree iraniane, con l'argomento di "proteggere la sovranità nazionale".
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