I residenti del quartiere Vista Hermosa e della strada Mármol, ad Altamira, Santiago di Cuba, sono scesi in strada nella notte di domenica per chiedere il ripristino del servizio elettrico, dopo diverse ore senza corrente, secondo i resoconti condivisi sui social network.
Video diffusi da attivisti e giornalisti indipendenti mostrano decine di persone che urlano e colpiscono oggetti metallici mentre reclamano “!corrente!” nel bel mezzo dell'oscurità.

L'oppositore José Daniel Ferrer, leader dell'Unione Patriottica di Cuba (UNPACU), ha denunciato su X (precedentemente Twitter) che, dopo l'inizio della protesta, “immediatamente le forze repressive sono arrivate sul posto”. Ferrer ha inoltre sottolineato che “non ci sono cibo per i milioni di cubani poveri, non c'è elettricità, né medicine, né nulla di buono, ma ci sono molte forze repressive”.
En il suo Instagram, il giornalista indipendente Yosmany Mayeta Labrada ha anche condiviso immagini della manifestazione e ha precisato che i residenti di via Mármol, ad Altamira, sono scesi in strada “per esigere il ripristino del servizio elettrico”.
Nel suo canale YouTube, la UNPACU ha fatto sapere che, poco dopo l'inizio della protesta, le autorità hanno ripristinato l'elettricità nella zona, una reazione che l'organizzazione ha interpretato come un risultato diretto della pressione dei residenti.
La protesta avviene in un contesto di profonda crisi energetica, con blackout quotidiani che si estendono per oltre 10 ore in diverse province dell'oriente cubano. Santiago di Cuba è stato uno dei territori più colpiti dai blackout, il che ha aumentato il malcontento popolare.
Il regime di Miguel Díaz-Canel, che non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali su questo nuovo episodio di protesta, continua a non offrire soluzioni efficaci alla crisi elettrica né al deterioramento generale delle condizioni di vita sull'isola.
Un'isola stanca dell'oscurità
Le proteste per i blackout sono diventate il segno più evidente del malcontento popolare a Cuba. Negli ultimi mesi, CiberCuba ha documentato una crescente ondata di manifestazioni in diverse province, da L'Avana fino all'oriente del paese, dove la mancanza di elettricità ha lasciato migliaia di famiglie al buio per lunghe ore.
Nella capitale, residenti di vari comuni sono scesi in strada a settembre dopo un nuovo blackout del Sistema Elettrico Nazionale, il quinto in meno di un anno, in mezzo a notti soffocanti e senza corrente.
Nell'oriente, il malessere è stato ancora più acuto. Le comunità di Gibara (Holguín) e Baire, a Contramaestre (Santiago di Cuba), hanno anche manifestato in ottobre, stanche dei blackout incessanti, della scarsità di cibo e della mancanza di acqua potabile.
Le autorità, invece di offrire soluzioni, hanno risposto con una presenza poliziesca e discorsi vuoti, mentre l'Unione Elettrica ammette ufficialmente un deficit di generazione che condanna il paese a blackout massivi e prolungati.
Secondo i dati dell'Osservatorio Cubano dei Conflitti (OCC), nell'ottobre del 2025 si sono registrate più di 1.200 azioni civiche e proteste in tutta l'isola, molte delle quali collegate ai blackout, alla scarsità e alla repressione.
Nonostante gli annunci ufficiali di “recupero graduale del sistema” o di “interruzioni elettriche rotative”, i cubani avvertono che la situazione non migliora. A L'Avana, lo stesso governo ha confermato che manterrà il piano di tagli elettrici, il che è stato interpretato come un'accettazione tacita che la crisi è destinata a rimanere.
In quel contesto di disperazione quotidiana, la protesta a Vista Hermosa e Altamira, a Santiago de Cuba, si inserisce come una nuova esplosione di indignazione in un paese dove, ogni notte senza luce, cresce la sensazione che la pazienza del popolo si spenga più rapidamente delle centrali elettriche del regime.
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