Il mezzo indipendente elTOQUE ha risposto alle più recenti accuse lanciate da Sandro Castro, che ha incolpato la piattaforma di “gonfiare artificialmente” il tasso del dollaro nel mercato informale cubano per trarne un vantaggio economico.
In un video pubblicato sui social, l'imprenditore e influencer ha attaccato con fervore il team dietro al sito che da anni si è affermato come punto di riferimento per documentare il comportamento del mercato valutario sull'isola.
Según Castro, elTOQUE sarebbe un' "élite oscura che non si mostra e che anziché aiutare, quello che vuole è arricchirsi a spese di tutti noi".
Secondo le sue parole, il mezzo starebbe manipolando i prezzi delle valute come il dollaro e l'euro, ripetendo un modello di “gonfiamento” e “riacquisto” con cui cercherebbero di ottenere un margine di guadagno.
Tuttavia, la risposta di elTOQUE non si è fatta attendere.
I responsabili del mezzo hanno smontato gli argomenti del nipote di Fidel Castro, esponendo quella che definiscono una strategia di manipolazione politica e discorsiva che tenta di deviare l'attenzione dai veri attori del mercato nero di valute a Cuba.
“Non siamo noi a partecipare al mercato, ma siete voi.”
In their public response, elTOQUE stated that their role is not to intervene either to benefit or harm the informal market, but to reflect its behavior with statistical rigor.
“Ciò che è accaduto negli ultimi giorni con il tasso rappresentativo del mercato informale non è altro che un riflesso del mercato che monitoriamo in modo affidabile al ribasso e al rialzo”, hanno spiegato.
E aggiungono: “Se ha dubbi, ci sono i messaggi reali che verifichiamo ogni giorno. Vai e controllali, perché domani, se le offerte risaliranno, per quanti più commenti e campagne possano organizzare sui social media, le nostre frecce torneranno a mostrarsi”.
Le dista dall'essere un attore speculativo, elTOQUE si rivolge a un altro gruppo di interesse: gli stessi imprenditori cubani, tra cui Sandro Castro.
Secondo la piattaforma, “Sandro Castro e molti altri imprenditori cubani vogliono promuovere il proprio tasso di riferimento, un tasso che, secondo loro, è più giusto, ma non riconoscono che molti di quegli imprenditori cubani sono i principali attori del mercato illegale delle valute.”
“Se seguamo Sandro Castro, coloro che vogliono assumere il ruolo di riferimenti nel mercato informale delle valute sono i suoi principali attori, quelle persone che, a differenza di elTOQUE, partecipano effettivamente a quel mercato e ne traggono beneficio”, aggiunge il mezzo digitale.
Affrontare l'élite che non l'ha mai fatto
La risposta ha incluso anche una riflessione personale e politica su chi compone elTOQUE e quale sia stata la sua traiettoria fino ad ora.
“Siamo persone che, come me, a differenza di molti di quelli che compongono la vera élite cubana, ci mettiamo in gioco e cerchiamo di offrire dati e spiegazioni che neppure il più inesperto funzionario di partito offre”, ha dichiarato un membro del team editoriale.
Il mezzo digitale assicura che non solo documenta il mercato, ma affronta anche i costi reali di fare giornalismo indipendente all'interno di una dittatura.
En parole di elTOQUE: “Non c'è pressione maggiore che fare giornalismo a Cuba. Da quando decidi di fare qualcosa del genere, non solo ricevi commenti negativi su Facebook, ma ricevi anche la repressione reale e cruda degli apparati della Sicurezza dello Stato cubano e dei mezzi di propaganda del Partito Comunista”.
“I lupi che si vestono da agnelli”
La reazione di Sandro Castro è stata anche smentita da elTOQUE con un promemoria storico e simbolico: il cognome Castro è stato legato per decenni al potere politico ed economico a Cuba, un'élite che ha vissuto sicuramente di privilegi e non di sforzi.
“La storia di un'élite che manipola, che sfrutta e che si mostra falsamente come laboriosa non è quella di noi che facciamo elTOQUE, è la storia di Sandro Castro, di suo nonno e della gerontocrazia che lo ha aiutato a rimanere al potere”, segnano.
Come esempio, ricordarono le dichiarazioni di Fidel Castro a Ignacio Ramonet, in cui affermava che il suo stipendio mensile era di 30 dollari, e che con quello riusciva a pagare anche la quota del Partito.
Fu citato anche José Ramón Machado Ventura, il quale ha affermato di non essersi mai preoccupato del suo stipendio.
La risposta del mezzo digitale si riassume in un avvertimento ai cubani: “Scegli saggiamente in cosa credere, perché non sempre noi cubani possiamo riporre le nostre speranze nei lupi che si vestono da agnelli per continuare a godere della carne delle pecore.”
Un conflitto che rivela fratture più profonde
Il confronto tra elTOQUE e Sandro Castro non è solo una disputa sul tasso del dollaro, ma è anche una lotta simbolica tra due Cubas: una che documenta, analizza e denuncia; e l'altra che, dall'eredità del potere, cerca di riconfigurare il racconto per mantenersi come punto di riferimento anche nel caos.
Mentre la crisi economica del paese si aggrava, con inflazione, carenza e una moneta in caduta libera, i cubani continuano a fronteggiare non solo le conseguenze di politiche economiche fallimentari, ma anche le tensioni discorsive tra coloro che cercano di informare e coloro che intendono dominare il racconto.
elTOQUE assicura che non ha cambiato la sua posizione: continuerà a pubblicare tassi di riferimento basati su dati reali, mentre sopporta la pressione di fare giornalismo in un paese dove informare con indipendenza continua a essere un atto rischioso.
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