Cubana di Jiguaní denuncia abbandono dopo l'uragano Melissa: “Nessuno è venuto a preoccuparsi”

La cubana ha condiviso immagini e messaggi in cui mostra la distruzione causata dal ciclone nella sua comunità e l'indifferenza delle autorità locali.

Panorama a Jiguaní, GranmaFoto © Facebook/Jiguani Denuncia Expediente

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La disperazione e il sentimento di abbandono si impadroniscono di migliaia di famiglie nell'oriente cubano. Dal comune di Jiguaní, nella provincia di Granma, una residente identificata come Marisbel Pantoja ha denunciato sui social media l'assenza totale di supporto governativo dopo il passaggio devastante dell'uragano Melissa.

A través del gruppo di Facebook “Jiguaní Denuncia Expediente”, la donna ha condiviso immagini e messaggi in cui mostra la devastazione causata dal ciclone nella sua comunità e l'indifferenza delle autorità locali.

Pubblicazione di Facebook/Jiguaní Denuncia Expediente

“Miren come è rimasto tutto dove vivo. Qui non è ancora venuto nessuno a preoccuparsi di niente. Senza acqua, senza corrente e a nessuno importa”, ha scritto Pantoja, accompagnando la sua denuncia con foto del disastro.

Abbandono e disperazione nell'oriente cubano

Il uragano Melissa ha causato inondazioni massicce, distruzione di abitazioni e perdite totali in comunità rurali come Jiguaní, dove i residenti affermano di sentirsi abbandonati e senza aiuto.

Nonostante le promesse ufficiali di assistenza e evacuazioni preventive, i rapporti dei cittadini mostrano interi quartieri allagati, strade impraticabili e famiglie senza rifugio, acqua né cibo di base.

“Qui non c'è nessuno del governo, nessuno è venuto a chiedere se siamo vivi”, ha raccontato un altro utente del gruppo, evidenziando la crescente indignazione popolare di fronte all'inazione dello Stato.

“Più discorsi che soluzioni”

Nel frattempo, le istituzioni ufficiali mantengono il loro discorso politico incentrato sul blocco statunitense e sulla “resistenza del popolo”, invece di fornire risposte concrete alle vittime del ciclone.

La disconnessione tra la narrativa governativa e la realtà vissuta dalla popolazione ha scatenato un'ondata di critiche sui social media.

“L'apparato statale sembra più concentrato sulla sua propaganda che nel risolvere l'emergenza reale. Ci sono persone che dormono per terra, senza cibo, senza elettricità, e continuano a parlare del blocco,” ha commentato un utente su Facebook.

Una crisi che si aggrava

La mancanza di assistenza immediata in zone come Jiguaní, Cueto, Palma Soriano e Moa rafforza la percezione di uno Stato collassato, incapace di offrire supporto basilare ai disastrosi.

L'indignazione dei cittadini cresce minuto dopo minuto, mentre le autorità insistono su messaggi trionfali e silenziano le denunce che emergono dal popolo stesso.

"Nessuno è venuto a preoccuparsi," ripete Marisbel Pantoja, in una frase che riassume il sentimento di abbandono, frustrazione e stanchezza di migliaia di cubani che oggi affrontano la catastrofe senza aiuto.

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Redazione di CiberCuba

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