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L'Ospedale Generale Vladimir Ilich Lenin, a Holguín, ha comunicato venerdì interruzioni nella centrale di trattamento per emodialisi a causa di fluttuazioni di tensione e di un guasto nell'impianto elettrico, che hanno influito sul funzionamento delle macchine essenziali per questo trattamento vitale.
“Da ieri, l'impianto di trattamento di emodialisi del nostro ospedale ha subito interruzioni nel suo funzionamento normale a causa di fluttuazioni nei livelli di tensione e di un guasto all'impianto elettrico, il che ha impattato l'operatività delle macchine essenziali per questo trattamento vitale,” ha dichiarato l'istituzione sul suo profilo Facebook.
Il centro ospedaliero ha assicurato che i tecnici dell'Elettromedicina e gli specialisti dell'Empresa Eléctrica di Holguín stanno lavorando per ripristinare il servizio “nel minor tempo possibile” e ha annunciato una misura alternativa per evitare che i pazienti perdano le loro sedute: i pazienti programmati saranno accolti presso l'Ospedale Clinico Chirurgico Lucía Íñiguez Landín, sempre a Holguín, “con tutte le garanzie necessarie”.
Sebbene il comunicato adotti un tono istituzionale e inviti alla calma, la situazione ha suscitato preoccupazione tra i familiari e i pazienti renali, che dipendono da un trattamento che non può essere interrotto senza rischi per la vita. In mezzo a una crisi energetica prolungata, i guasti elettrici e la mancanza di stabilità nell'approvvigionamento influiscono direttamente sull'assistenza sanitaria a Cuba, dove molti ospedali non dispongono di sistemi di backup adeguati o di carburante per mantenere le loro centrali operative in modo continuo.
L'emodialisi è una procedura che sostituisce parzialmente la funzione renale, e la sua sospensione, anche per poche ore, può mettere a rischio la vita dei pazienti.
Il fatto si verifica, inoltre, in un contesto in cui si attende tra pochi giorni l'impatto sull'isola dell'uragano Melissa, che minaccia di aggravare le problematiche nel sistema elettrico e le condizioni degli ospedali.
Il problema si aggiunge ad altri episodi recenti che riflettono il deterioramento del sistema sanitario cubano. A agosto di quest'anno, la dottoressa Roselin Moreno, dell'Ospedale Celia Sánchez Manduley, a Manzanillo, a Granma, ha denunciato pubblicamente la sospensione reiterata della procedura per mancanza di bicarbonato di sodio, essenziale per il trattamento, e ha criticato l'abbandono istituzionale che mette a rischio i pazienti.
“Merecemos rispetto”, scrisse allora sui social media, in un testimonianza che esponeva il collasso dell'attenzione nefrologica nel paese.
Alla scarsità di forniture si aggiunge il collasso dei trasporti pubblici. A maggio, il ministro dei Trasporti, Eduardo Rodríguez Dávila, ha presentato come risultato la mobilitazione dei pazienti in emodialisi tramite taxi statali e autisti volontari, uno schema che evidenzia la mancanza di alternative reali e la precarietà del sistema sanitario.
Nel frattempo, migliaia di pazienti affetti da malattie renali affrontano una situazione critica, in cui la vita dipende dal ripristino dell'energia elettrica o del carburante per un taxi.
Negli ospedali dove la emodialisi dovrebbe essere un servizio garantito, i blackout e la scarsità mettono in evidenza la fragilità di un sistema sanitario che, come ammesso dallo stesso ministro José Ángel Portal Miranda, sta attraversando una “crisi strutturale senza precedenti”.
La pubblicazione dell'Ospedale Lenin non ha fornito dettagli su se i pazienti riceveranno una compensazione medica per il ritardo nel trattamento, ma il suo tono istituzionale contrasta con l'angoscia di coloro che oggi aspettano, letteralmente, che torni la luce per poter continuare a vivere.
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