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Il congressista statunitense Mario Díaz-Balart ha assicurato questo venerdì che il leader dell'opposizione José Daniel Ferrer, costretto all'esilio dal regime cubano, sarà accolto come un eroe.
In un messaggio pubblicato sulla rete sociale X, Díaz-Balart ha elogiato il coraggio del dissidente, che ha trascorso anni in prigione e sottoposto a torture per aver richiesto libertà a Cuba.
@jdanielferrer è un eroe. Dopo anni di incarcerazione, pestaggi, torture fisiche e psicologiche e persecuzioni da parte del regime assassino a Cuba, semplicemente per aver richiesto libertà, è costretto all'esilio. Merita una accoglienza degna di un eroe e la riceverà, ha scritto il congressista repubblicano di origine cubana.
"Continueremo a brindare la nostra solidarietà incrollabile a lui, alla sua famiglia e al coraggioso popolo cubano", aggiunse.
La anche congresista María Elvira Salazar si è unita alle condanne per l'esilio forzato di Ferrer. “La dittatura castrista mostra ancora una volta la sua crudeltà e codardia.
Tras mesi di torture disumane, José Daniel Ferrer, un simbolo indiscutibile di resistenza, è costretto all'esilio. Il mondo libero non può rimanere con le mani in mano di fronte a tanta barbarie, ha denunciato.
Desde la prigione di Mar Verde, a Santiago di Cuba, il leader dell'Unione Patriottica di Cuba (UNPACU) ha rivelato in una lettera manoscritta che ha accettato di lasciare il paese per proteggere la sua famiglia, una decisione che definisce "dolorosa e presa sotto estrema pressione".
Nella missiva, datata 10 settembre 2025 e divulgata dalla sua famiglia, Ferrer denuncia torture, trattamenti crudeli e tentativi del regime di screditare la sua lotta.
“Sono stato sottoposto a brutali pestaggi, torture, umiliazioni e minacce di morte”, ha scritto Ferrer, senza rivelare il paese in cui viaggerà. “La mia famiglia è stata anch'essa vittima della persecuzione più spietata”.
Secondo quanto spiegato, ha deciso di accettare l'esilio prima dell'assalto alla sua abitazione avvenuto il 29 aprile, quando è stato nuovamente incarcerato dopo la revoca della sua libertà condizionata.
Ferrer ha chiarito che la sua uscita da Cuba non implica alcuna resa: “Me ne vado con la dignità e l'onore alti. Non abbandono la lotta. Tornerò”, ha affermato, ricordando i patrioti indipendentisti cubani. “Continuerò a lottare fino a ottenere la libertà di Cuba o a morire nel tentativo”.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha richiesto il suo rilascio immediato, e Amnesty International lo riconosce come prigioniero di coscienza. Il suo caso ha generato un'ondata di solidarietà internazionale e riporta l'attenzione sulla repressione politica che persiste nell'isola.
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