L'alcaldesa messicana difende la rimozione delle statue di Fidel Castro e del Che Guevara

La sindaca di Cuauhtémoc, Alessandra Rojo de la Vega, difende la rimozione delle statue di Castro e Guevara, sostenendo il rispetto dei diritti umani e il sostegno da parte dei cittadini.

Fidel Castro e Che GuevaraFoto © Captura de video

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La sindaca di Cuauhtémoc, Alessandra Rojo de la Vega, ha difeso pubblicamente la decisione di rimuovere le statue di Fidel Castro ed Ernesto “Che” Guevara dal parco Tabacalera nella Città del Messico, il che ha scatenato un ampio dibattito sui social media e nei mezzi di comunicazione.

La misura -concretata il passato 17 luglio- ha generato controversie, particolarmente tra i vivaci sostenitori della Rivoluzione Cubana in Messico, ma Rojo de la Vega ha ribadito la sua posizione affermando rispetto per i diritti umani e per la volontà dei vicini della comunità.

“Citlali, le dittature e i regimi repressivi sono sbagliati, ovunque provengano. L'assassino è un assassino, sia di destra, centro o sinistra,” ha scritto la sindaca sul suo profilo X (prima Twitter), in risposta alle critiche della senatrice Citlalli Hernández. “Se ha un'agenda totalitaria, lo dica e basta.”

“Fidel e il Che non sono il popolo cubano”, ha sottolineato.

In un altro articolo, Rojo de la Vega ha chiarito che la rimozione delle statue non è il risultato di un'arbitrarietà personale, ma il rispetto delle procedure legali richieste dalla cittadinanza.

“Non è burocrazia, è la legge... non sono i miei argomenti, sono i corretti processi amministrativi,” ha sottolineato. “Io credo nella democrazia e nella certezza giuridica,” ha difeso la sindaca.

La funzionaria ha affermato che sono stati i vicini a richiedere storicamente il recupero dello spazio pubblico, e ha sottolineato che il suo governo si basa su principi democratici, non su imposizioni ideologiche.

In un'altra dichiarazione, la sindaca ha paragonato la figura di Fidel Castro a quella di Adolf Hitler, assicurando che entrambi i leader non rappresentano i loro popoli. Ha anche riconosciuto che in passato si era fatta una foto davanti a un murale della rivoluzione cubana, un gesto che oggi non ripeterebbe.

“Sì, sono andato a Cuba. Sì, ho conosciuto la sua gente meravigliosa, creativa, forte... presa in una dittatura che ha fallito, e che concede più diritti ai turisti che al proprio popolo,” ha scritto. “Crescere —anche politicamente— è questo: riconoscere, apprendere, cambiare. E prendere posizione: #DittaturaMaiPiù.”

La decisione è stata sostenuta da alcuni membri della comunità cubana in Messico. Il giornalista cubano José Raúl Gallego ha chiarito che la maggioranza dei cubani residenti sostiene la rimozione delle statue.

"I cubani in Messico ringraziano per la rimozione delle statue", ha scritto Gallego su X.

Ricordò inoltre che “chi convoca a quella 'manifestazione' (che si oppone alla rimozione delle statue) è l'Associazione dei Cubani Residenti in Messico, un'organizzazione para-statale controllata dall'ambasciata cubana”, e che negli anni precedenti ha servito come apparato repressivo contro attivisti e oppositori del regime.

Nel corso degli anni, il Movimento Messicano di Solidarietà con Cuba e la suddetta Associazione sono stati segnalati per la loro vicinanza al regime cubano e per aver adottato posizioni repressive contro attivisti critici della dittatura nell'isola.

Diversi casi documentano campagne di intimidazione, mobbing sui social e pressione istituzionale contro cubani esiliati e messicani che denunciano le violazioni dei diritti umani a Cuba.

In particolare, si è denunciato che associazioni controllate o affini all'ambasciata cubana in Messico hanno organizzato eventi pubblici per screditare gli oppositori, oltre a influenzare forum universitari, attività culturali e manifestazioni per silenziare le voci dissidenti, talvolta con il supporto di settori politici affini.

Queste pratiche sono state criticate da organizzazioni per i diritti umani per il fatto di replicare in esilio i metodi di censura del regime cubano.

Domande frequenti sulla rimozione delle statue di Fidel Castro e del Che Guevara in Messico

Perché sono state rimosse le statue di Fidel Castro e del Che Guevara a Città del Messico?

Le statue sono state rimosse a causa di irregolarità amministrative e segnalazioni da parte dei residenti. La sindaca Alessandra Rojo de la Vega ha spiegato che non erano stati ottenuti i permessi necessari dal Comitato di Monumenti e Opere Artistiche negli Spazi Pubblici (COMAEP) per la loro installazione, oltre ad aver ricevuto numerose lamentele dai residenti della zona.

Cosa pensano i cubani residenti in Messico riguardo alla rimozione delle statue?

La maggior parte dei cubani residenti in Messico sostiene la rimozione delle statue. Il giornalista cubano José Raúl Gallego ha sottolineato che molte delle manifestazioni contro la rimozione sono organizzate da associazioni controllate dall'ambasciata cubana, le quali non rappresentano la maggior parte dei cubani residenti in Messico.

Qual è stata la reazione del governo cubano di fronte alla rimozione delle statue?

Il ambasciatore cubano in Messico, Marcos Rodríguez Costa, ha minimizzato la rimozione delle statue affermando che la vera rivoluzione è la coscienza trasformata, evitando di riferirsi direttamente alla decisione dell'amministrazione comunale. Questa posizione riflette un tentativo di deviare l'attenzione dalle critiche nei confronti del regime cubano.

Cosa argomenta la sindaca di Cuauhtémoc riguardo alla rimozione delle statue?

La sindaca Alessandra Rojo de la Vega difende il ritiro come un atto di rispetto per i diritti umani e per la democrazia. Afferma che la decisione risponde alla volontà dei cittadini e al rispetto della legge, rifiutando qualsiasi imposizione ideologica.

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