Primer alcalde cubano di Miami alza la voce contro Alligator Alcatraz: "Sono un immigrato"

Xavier Suárez, primo sindaco cubano di Miami, critica il centro di detenzione Alligator Alcatraz per le sue condizioni disumane e i rischi ecologici. Le denunce riguardo al luogo rivelano maltrattamenti e mancanza di igiene.

Centro di Detenzione Alligator Alcatraz e Xavier SuárezFoto © Collage/Redes Sociales

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Il primo sindaco cubano di Miami, Xavier Suárez, ha deciso di non restare in silenzio. In dichiarazioni rilasciate all'emittente pubblica WLRN, il politico veterano e ex commissario della Contea di Miami-Dade ha espresso il suo fermo rifiuto nei confronti del centro di detenzione per immigrati costruito nelle Everglades, soprannominato “Alcatraz dei Caimani” o “Alligator Alcatraz”.

“Sono sempre stato a favore dell'immigrazione. Sono un immigrato, come potrei non esserlo?”, ha detto Suárez con tono fermo ed emotivo. Nato a Cuba nel 1949 e giunto negli Stati Uniti con la sua famiglia dopo l'ascesa del castrismo, Suárez sa per esperienza diretta cosa significa ricominciare in terre straniere, spinto dall'autoritarismo e in cerca di libertà.

Desde la sua esperienza come leader locale e avvocato, l'ex sindaco ha avvertito che il progetto di detenzione non è solo problematico dal punto di vista umanitario, ma anche da un'ottica ecologica: “Mi rattrista vedere che si tratti la gente con la stessa retorica che utilizzano. Inoltre, quella struttura rappresenta un rischio ambientale in un ecosistema così fragile come le Everglades”.

Inaugurato recentemente dal presidente Donald Trump e dal governatore Ron DeSantis, il centro è stato oggetto di dure critiche. Costruito in tempo record, in soli otto giorni, su una pista di atterraggio abbandonata all'interno della Riserva Nazionale Big Cypress, la prigione per migranti è circondata da oltre 8.500 metri di filo spinato ed è circondata da alligatori, pitoni e da una plaga di zanzare che nemmeno il repellente riesce a fermare.

Reporters like Alexis Boentes and Joel Franco hanno documentato in video l'inferno che si vive anche durante visite brevi: “Temete i mosquitos, non i coccodrilli,” ha detto uno di loro. L'influencer Benny Johnson, sostenitore di Trump, l'ha riassunta così: “Che inferno!”.

Le prime immagini dell'interno mostrano gabbie coperte da tende in mezzo al caldo e all'umidità. Secondo gli attivisti, il luogo non è altro che un “campo di internamento disumano” travestito da soluzione migratoria.

Un cubano dietro le sbarre denuncia: “Questo è un inferno”

Le denunce sulle condizioni in Alligator Alcatraz non sono astratte. Recentemente, il reguetonero cubano Leamsy “La Figura”, detenuto sotto custodia dell'ICE, ha raccontato in una telefonata: “Sono quattro giorni che non mi lavo. Siamo in una gabbia con le luci accese tutto il tempo e le zanzare sembrano elefanti”. Ha inoltre segnalato il freddo estremo, la mancanza di igiene e i maltrattamenti da parte del personale.

Il suo caso, diffuso sui social media e da influencer cubani, ha acceso le allarmate sui condizioni in cui centinaia di migranti rimangono rinchiusi, senza accesso alla luce naturale né alle cure mediche. “Tutti tremavano, urlando forte”, ha detto.

Trump si burla, Suárez si pronuncia

Durante la cerimonia inaugurale, Trump non ha perso occasione per ridere della situazione: “Mostreremo loro come scappare da un alligatore... correte a zigzag”, ha detto tra le risate. Ha inoltre affermato che il centro accoglierà “alcuni dei migranti più crudeli del pianeta”, rafforzando la narrativa di paura che sostiene la sua agenda.

Il presidente era accompagnato dalla segretaria della Sicurezza Nazionale, Kristi Noem, che ha rivelato che il centro sarà finanziato in parte con fondi della FEMA, originariamente destinati a calamità naturali. Il budget stimato supera i 450 milioni di dollari all'anno.

Organizzazioni per i diritti umani, ambientalisti e membri della comunità si stanno organizzando per richiedere la chiusura del progetto. Sono già state presentate cause legali che denunciano la mancanza di studi di impatto ambientale, e le proteste all'esterno del centro hanno riunito decine di persone con cartelli che chiedono un trattamento umano per i migranti.

Domande frequenti sul centro di detenzione "Alligator Alcatraz" in Florida

Cos'è l'"Alligator Alcatraz" e dove si trova?

Il "Alligator Alcatraz" è un centro di detenzione per immigrati situato in una remota pista di atterraggio nei Everglades della Florida. Questo centro ha ricevuto questo soprannome a causa del suo ambiente ostile, circondato da alligatori e altre specie. È stato costruito in tempo record e mira a essere una soluzione al problema migratorio, sebbene abbia ricevuto forti critiche per le sue condizioni disumane e l'impatto ambientale.

Quali sono le critiche principali al "Alligator Alcatraz"?

Le principali critiche al centro includono preoccupazioni umanitarie ed ecologiche. Le organizzazioni per i diritti umani lo definiscono un "campo di internamento disumano" a causa delle condizioni di detenzione, che comprendono gabbie, mancanza di igiene e un ambiente ostile. Inoltre, gli ambientalisti avvertono riguardo all'impatto negativo sugli Everglades, una zona ecologicamente sensibile.

Qual è la posizione del sindaco Xavier Suárez riguardo al centro di detenzione?

Il sindaco Xavier Suárez si oppone fermamente all'"Alligator Alcatraz". Come immigrato cubano e difensore dei diritti dei migranti, Suárez critica sia le condizioni disumane del centro che il suo impatto ambientale sugli Everglades. Suárez ritiene che questa struttura sia un passo indietro nel trattamento umanitario verso i migranti.

Come ha reagito il governo di Trump alle critiche su "Alligator Alcatraz"?

Il governo di Trump ha difeso l'"Alligator Alcatraz" come una soluzione efficace per il controllo dell'immigrazione. Durante l'inaugurazione, Trump e i suoi collaboratori hanno minimizzato le critiche, presentando il centro come un modello di sicurezza migratoria e deterrenza, nonostante le denunce riguardanti condizioni disumane e danni ambientali.

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Redazione di CiberCuba

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