Díaz-Canel conferma lo stato critico del sistema elettrico nazionale

Il governante ha ammesso gravi problemi in settori come la salute, le telecomunicazioni e i trasporti, mentre la popolazione soffre per prolungati blackout e mancanza di servizi essenziali.

Miguel Díaz-Canel in un'intervista con Breno AltmanFoto © Captura de Video/Youtube/Presidenza Cuba

Il governante cubano Miguel Díaz-Canel ha ammesso in un'intervista con il giornalista brasiliano Breno Altman ciò che i cubani subiscono da anni: il sistema elettrico nazionale sta attraversando una situazione critica.

In queste parole, trasmesse dal sito ufficiale su Youtube della Presidenza Cuba, l'infrastruttura energetica del paese è “tecnologicamente obsoleta”, con termoelettriche che hanno già superato la loro vita utile e senza un adeguato mantenimento a causa, ha affermato, del peggioramento dell'embargo statunitense.

Captura di Facebook/CMHW La Reina Radial del Centro

“Abbiamo una base fondamentale di generazione elettrica che sono le termoelettriche cubane, che hanno 40 anni, quasi tutte hanno esaurito la loro vita utile. Funzionano grazie all'intelligenza dei nostri tecnici, ma senza investimenti né manutenzione”, ha riconosciuto il mandatario.

I continui blackout, che hanno provocato proteste popolari e malcontento generalizzato dentro e fuori dall'isola, sono diventati una routine nella vita quotidiana dei cubani.

Anche se Díaz-Canel assicura che esiste una “strategia” per risolvere la crisi, ha anche ammesso che i problemi vanno oltre l'embargo: mancano investimenti, è stata gestita male la finanziaria, ci sono errori tecnici e operativi, e sono state applicate misure economiche che “non hanno avuto tutto l'impatto possibile”.

Durante l'intervista, Díaz-Canel ha riconosciuto che il deficit energetico è collegato a una serie di fattori: dalla mancanza di carburante importato alla paralisi degli impianti per mancanza di pezzi di ricambio. “Non siamo riusciti a crescere nella generazione termica. Non abbiamo avuto fuel oil né diesel per gli impianti di generazione distribuita”, ha dichiarato.

Il risultato: blackout prolungati, carenza di cibi refrigerati, disagi negli ospedali, interruzioni scolastiche e un'usura sociale che approfondisce la crisi migratoria.

Aun così, il mandatario insiste che il blocco degli Stati Uniti sia il principale responsabile delle carenze, nonostante abbia anche ammesso errori interni e fallimenti di gestione.

“Sarebbe disonesto dire che non sono stati commessi errori. Non siamo sempre stati efficienti né razionali nell'uso delle poche risorse disponibili”, ha riconosciuto.

Giustificazioni, omissioni e rassegnazione

Anche se l'intervista cerca di proiettare un'immagine di resistenza e dignità nazionale, le risposte di Díaz-Canel alle domande sulla realtà quotidiana a Cuba si sono concentrate quasi esclusivamente nel dare la colpa a fattori esterni.

Il governante ha menzionato gli uragani, il cambiamento climatico, la pandemia e il calo del turismo come aggravanti di una situazione che, secondo lui, può essere risolta solo attraverso il socialismo.

Anche ha criticato l'esodo dei professionisti e ha riconosciuto l'impatto su settori chiave come la salute e l'istruzione, sebbene senza presentare soluzioni immediate. “Ci mancano i farmaci, si sono deteriorati indicatori di salute come la mortalità infantile, ma non rinunciamo alle nostre conquiste sociali”, ha detto.

Sobre l'aumento delle tariffe nella telefonia mobile e nell'accesso a internet, che ha generato recenti proteste studentesche, Díaz-Canel ha assicurato che si è trattato di una “decisione impopolare ma necessaria” per evitare il collasso del sistema di telecomunicazioni.

“Abbiamo commesso errori nella comunicazione della misura, lo riconosciamo. Ma senza entrate in valuta, non ci sono gigabyte per nessuno”, sentenziò.

C'è una soluzione?

Il mandatario ha annunciato investimenti nelle energie rinnovabili e nella riparazione degli impianti, anche se ha riconosciuto che i loro effetti non saranno immediati. Ha promesso 1.000 MW di capacità rinnovabile entro la fine dell'anno, ma non ha specificato come né con quale finanziamento saranno attuati questi piani, in un contesto economico e finanziario sempre più restrittivo.

Nel frattempo, la popolazione cubana continua a vivere nell'oscurità, non solo in senso letterale, ma anche informativo. Con scarsa trasparenza sulle priorità della spesa statale, con prezzi in aumento, salari stagnanti e senza accesso a un'opposizione legale o a mezzi indipendenti all'interno del paese.

Domande Frequenti sulla Crisi Energetica a Cuba

Qual è l'attuale stato del sistema elettrico a Cuba?

Il sistema elettrico a Cuba si trova in una situazione critica, con infrastrutture obsolete e mancanza di adeguata manutenzione. La situazione ha provocato blackout prolungati che influenzano gravemente la vita quotidiana della popolazione.

Quali sono le cause principali dei blackout a Cuba?

Le principali cause dei black-out a Cuba sono la mancanza di valuta, la manutenzione inadeguata delle infrastrutture elettriche e la scarsità di carburante. Queste difficoltà hanno portato a un significativo deficit nella capacità di generazione elettrica.

Quali misure ha annunciato il governo cubano per risolvere la crisi energetica?

Il governo cubano ha annunciato un piano per il recupero del settore energetico, che include la modernizzazione delle centrali termoelettriche e l'aumento della capacità di generazione rinnovabile tramite parchi fotovoltaici. Tuttavia, queste promesse sono state ricevute con scetticismo da parte della popolazione, che dubita della loro efficacia a breve termine.

In che modo i blackout stanno influenzando la vita quotidiana dei cubani?

Le interruzioni di corrente stanno influenzando gravemente la vita quotidiana dei cubani, interrompendo servizi essenziali come l'elettricità, l'acqua e l'assistenza sanitaria. Questa situazione ha generato un crescente malcontento e proteste in diverse regioni del paese.

Quale ruolo svolgono le energie rinnovabili nella soluzione della crisi energetica cubana?

Le energie rinnovabili svolgono un ruolo limitato nella soluzione della crisi energetica cubana, rappresentando attualmente solo il 4% dell'elettricità generata nel paese. Sebbene il governo abbia annunciato piani di espansione in questo settore, la mancanza di investimenti adeguati e l'infrastruttura obsoleta ostacolano un progresso significativo nel breve termine.

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Redazione di CiberCuba

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