Le compagnie aeree statunitensi che operano voli verso Cuba si trovano di fronte a un nuovo scenario di incertezza dopo la recente proclamazione del presidente Donald Trump, che restringe l'ingresso negli Stati Uniti di cittadini di diversi paesi, compresa Cuba.
La decreti presidenziale, firmata il 4 giugno e che entrerà in vigore lunedì 9 giugno, non vieta direttamente i voli, ma mette in discussione la fattibilità di molte rotte. Se i cubani non possono entrare negli Stati Uniti con i tipi di visto più comuni, la domanda di biglietti calerà, costringendo le compagnie aeree a ridurre le frequenze o a sospendere le operazioni, come già accaduto nel 2023 con JetBlue e Delta.
Secondo l'analisi della società Cirium, citata da Forbes, oltre 12.800 voli sono stati programmati quest'anno tra Cuba e gli Stati Uniti, con più di 2 milioni di posti disponibili, specialmente durante i picchi di marzo e dicembre. Tuttavia, questo scenario potrebbe cambiare drasticamente se si consolida la nuova politica migratoria del mandatario.
American Airlines, con casi 9.300 voli previsti nel 2025, è la compagnia aerea più esposta. Da Miami, vola verso sei città cubane, inclusa L'Avana. Operano anche rotte più limitate Delta, Southwest e United Airlines. Ma tutte potrebbero essere costrette a rivedere le loro operazioni se la domanda crolla, come già accaduto nel 2023.
Anche se le restrizioni non si sono ancora tradotte in cambiamenti immediati nell'offerta aerea, la paura si fa già sentire. Per molti cubani, l'aereo che collega L'Avana a Miami o Houston non è solo un volo, ma rappresenta anche il ponte verso la famiglia, il ricongiungimento, la possibilità di iniziare una nuova vita.
Le nuove misure richiamano quanto accaduto nel 2023, quando JetBlue sospese completamente i suoi voli per Cuba e Delta e United ridussero le loro rotte a causa della bassa domanda generata da cambiamenti normativi.
Se la politica di Trump prosegue e limita ulteriormente l'accesso ai visti per i cubani, non sarebbe insensato pensare a uno scenario simile per il 2025.
Per ora, le compagnie aeree rimangono caute. Ma la storia recente suggerisce che, quando le restrizioni migratorie si inaspriscono, i voli tendono a essere i primi a subire un calo.
Cosa succederà con i voli a dicembre?
Dicembre è tradizionalmente il mese con il maggiore volume di viaggi tra Cuba e gli Stati Uniti, quando migliaia di famiglie pianificano di riunirsi per le festività.
Con più di 183.000 posti previsti, compagnie aeree come American Airlines e Southwest hanno grandi aspettative. Tuttavia, con la nuova politica di Trump molte di quelle poltrone potrebbero rimanere vuote.
Per i cubani dentro e fuori dall'isola, il messaggio è chiaro: la politica migratoria continua a essere un campo minato che influisce direttamente sulle loro vite. E ogni annuncio, ogni restrizione, ogni volo cancellato, si sente come una nuova barriera su un percorso già di per sé abbastanza difficile.
Contesto e possibili conseguenze
La misura, che colpisce direttamente i titolari di visti B-1/B-2 (turismo e affari), F, M e J (studenti e scambi), minaccia di alterare il flusso aereo tra l'isola e gli Stati Uniti e mettere in pausa i sogni di riunificazione familiare per migliaia di cubani.
Il testo firmato da Trump lo scorso 4 giugno giustifica l'esclusione dei cubani poiché li considera parte di un “Stato patrocinatore del terrorismo” e segnala un'alta percentuale di superamento dei visti da parte di viaggiatori dell'isola.
In concreto, la misura sospende l'ingresso di cittadini cubani con visti B-1/B-2, F, M e J, e istruisce i funzionari consolari a ridurre la validità di qualsiasi altro visto non immigrante che concedano ai cittadini cubani.
La Casa Bianca ha assicurato che le nuove restrizioni includono eccezioni per residenti permanenti legali, persone con visti validi o coloro la cui entrata sia considerata di interesse nazionale, ma le implicazioni pratiche rimangono incerte.
Questo decreto ricorda i “veti migratori” del primo mandato di Trump, ampiamente criticati per il loro impatto sproporzionato sulle comunità vulnerabili e per essere considerati discriminatori.
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