Qual è l'impatto delle restrizioni sui viaggi di Trump sulla riunificazione familiare dei cubani?

La recente ordinanza esecutiva di Donald Trump limita l'emissione di visti per i cubani a partire dal 9 giugno 2025, colpendo categorie chiave come turismo, studi e ricongiungimento famigliare con residenti permanenti.

Ambasciata degli Stati Uniti a L'AvanaFoto © CiberCuba

La recente ordinanza esecutiva del presidente Donald Trump che restringe i viaggi dei cittadini cubani verso gli Stati Uniti ha riacceso l'angustia di migliaia di famiglie che sperano di riunirsi con i propri cari.

Tra i più colpiti ci sono i cubani che sono in processi di riunificazione familiare, in particolare quelli i cui casi sono stati presentati da residenti permanenti legali negli Stati Uniti, un gruppo che ora risulta virtualmente bloccato dalla nuova misura.

La misura, annunciata il 4 giugno scorso e con entrata in vigore lunedì 9 giugno 2025, sospende il rilascio di visti per immigrati per cittadini cubani e venezuelani, salvo rare eccezioni.

Según l'avvocato per l'immigrazione Armando Olmedo, consultato da Univision, questo significa che “una persona che sta cercando un visto per immigrante non lo riceverà se è cittadino o nazionale di Cuba”.

Cosa cambia con questa misura?

La proclamazione presidenziale sospende la emissione di nuovi visti per i cittadini cubani nelle categorie B1 (affari), B2 (turismo), F (studenti), M (studi tecnici) e J (scambio culturale). La misura è stata giustificata per motivi di sicurezza nazionale e per la mancanza di cooperazione del governo cubano in materia consolare e di deportazioni.

Inoltre, si segnala che Cuba è stata inclusa come paese sottoposto a sanzioni per essere considerata uno “Stato sostenitore del terrorismo”, e per registrare alte percentuali di permanenza illegale negli Stati Uniti, in particolare con visti turistici (7,69%) e visti per studenti o di scambio (fino al 18,75%).

Il testimonio di una madre cubana e l'analisi degli esperti

Un caso che illustra questa realtà è quello di Milena Gómez, una cubana residente negli Stati Uniti il cui marito ha avviato il processo per riportare a casa la loro figlia di quattro anni da Cuba.

“Mio marito ha richiesto un anno e mezzo fa la nostra bambina, che speravamo fosse con noi il prossimo anno, e ora questo cambia tutto. Non sappiamo cosa succederà”, ha raccontato Milena al notiziario Noticias 23.

Por altro verso, secondo quanto spiegato dall'avvocato per l'immigrazione Willy Allen in un'intervista con il giornalista Daniel Benítez, sebbene non siano state formalmente annullate, le richieste familiari dei residenti permanenti rimangono in una zona grigia legale che, nella pratica, può tradursi in sospensioni o ritardi indefiniti.

Queste categorie non sono incluse nelle chiare eccezioni che beneficiano i familiari diretti di cittadini statunitensi (IR1, IR2, IR5), lasciando migliaia di persone con i loro casi congelati o in attesa di un'interpretazione consolare.

Allen avverte che, sebbene il processo amministrativo possa continuare, “il momento dell'intervista consolare e il rilascio del visto diventeranno molto più difficili e lenti”, specialmente perché, da mesi, già si stavano negando casi basati su legami lavorativi precedenti con il governo cubano o affiliazioni politiche, anche senza prove chiare.

La proclamazione di Trump influisce anche sull'accordo storico tra gli Stati Uniti e Cuba per emettere almeno 20 mila visti annuali ai cubani. Con queste nuove restrizioni, quella cifra, già difficile da raggiungere negli ultimi anni, diventa ancora più irraggiungibile, generando incertezza per coloro che aspettano pazientemente una risposta da anni.

El abogado Olmedo avverte che deve ancora essere visto come verrà attuata questa politica nella pratica, poiché diverse agenzie, come il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Sicurezza Nazionale, devono coordinare la sua esecuzione.

In sintonia con questi avvertimenti, l'avvocato Allen, che sebbene si mostri ottimista circa il fatto che "le richieste familiari possono ancora essere presentate", riconosce che sarà necessario attendere un'interpretazione ufficiale da parte del Dipartimento di Stato.

Nel frattempo, i consolati, come quello dell'Avana, potrebbero tradurre la norma in modo più restrittivo, negando o rinviando interviste, specialmente per i familiari di residenti permanenti.

Cosa dicono le autorità?

Tuttavia, la portavoce del Dipartimento di Stato per il sud della Florida, Natalia Molano, ha confermato al media Martí Noticias che la proclamazione sarà attuata “alla lettera” e ha avvertito che l'ingresso negli Stati Uniti “non è mai garantito al 100%”, anche con un visto valido. Riguardo ai casi umanitari, ha chiarito che la proclamazione non prevede alcuna eccezione esplicita.

È stato inoltre confermato che i residenti permanenti con passaporto cubano potranno ritornare negli Stati Uniti, sebbene potrebbero dover affrontare interrogatori più rigorosi da parte degli agenti di frontiera.

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Redazione di CiberCuba

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