Gli Stati Uniti sanzionano funzionari centroamericani per aver assunto personale medico cubano

Gli Stati Uniti impongono restrizioni di visto ai funzionari centroamericani per aver facilitato le missioni mediche cubane, accusate di lavoro forzato.


Il governo degli Stati Uniti ha annunciato questo martedì l'imposizione di restrizioni sui visti per vari funzionari di governi centroamericani, accusati di partecipare a programmi di assunzione di medici cubani che, secondo Washington, rientrano in schemi di lavoro forzato orchestrati dal regime di La Habana.

L'annuncio è stato fatto dal Segretario di Stato, Marco Rubio, il quale ha assicurato che queste sanzioni mirano a promuovere la responsabilità per coloro che “sfruttano i professionisti medici cubani in pratiche coercitive”.

"Visitare gli Stati Uniti con un visto è un privilegio, non un diritto. Siamo impegnati a combattere il traffico di persone, inclusi il lavoro forzato", ha dichiarato Rubio.

“Queste missioni mediche arricchiscono il regime cubano, mentre privano il popolo di Cuba di cure mediche essenziali e sfruttano i lavoratori che vi partecipano”, ha sottolineato l'alto funzionario cubanoamericano.

Le sanzioni descritte in un comunicato ufficiale del Dipartimento di Stato includono restrizioni di ingresso negli Stati Uniti sia per i funzionari centroamericani coinvolti che per i loro familiari diretti, sebbene l'ente non abbia pubblicato i nomi né i paesi specifici interessati.

Si sa che le restrizioni si applicano a individui legati all'implementazione o facilitazione delle cosiddette "missioni mediche cubane", che operano in diverse nazioni dell'America Latina da decenni.

Secondo il Dipartimento di Stato, il programma di esportazione di personale medico cubano rappresenta una forma di lavoro forzato, poiché i professionisti vengono inviati all'estero sotto severe condizioni di controllo, senza poter conservare i propri passaporti e con gran parte dei loro stipendi trattenuti dal governo cubano.

“Queste pratiche non solo avvantaggiano economicamente un regime autoritario, ma costituiscono anche una forma moderna di schiavitù lavorativa,” ha sottolineato il testo.

Le missioni mediche cubane, presenti in oltre 60 paesi in diversi momenti, sono state elogiate per il loro impatto sulle comunità senza accesso ai servizi medici, ma sono state anche oggetto di denunce da parte di organizzazioni per i diritti umani e governi come quello degli Stati Uniti, che le descrivono come strumenti diplomatici ed economici del regime di La Habana.

La misura, celebrata dalla congresista Maria Elvira Salazar, sembra anche inviare un messaggio ad altri paesi che mantengono relazioni strette con Cuba, specialmente in settori come la salute, l'istruzione e la sicurezza.

In parole dell'assistente per gli Affari dell'Emisfero Occidentale, “gli Stati Uniti alzano la voce a favore del popolo cubano, nella sua ricerca di libertà e dignità”, riaffermando la loro intenzione di esercitare pressione diplomatica contro gli alleati del governo cubano che, secondo Washington, si avvalgono di pratiche lavorative abusive.

Lo scorso marzo, il regime cubano ha affermato di essere sostenuto dai leader caraibici, i quali avrebbero manifestato la loro disponibilità a rinunciare all'accesso al territorio statunitense piuttosto che privarsi dell'assistenza medica cubana, che considerano fondamentale per i loro sistemi sanitari.

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