Gerardo Hernández registra un video familiare per "romantizzare" il blackout generale a Cuba

Il vero gioco di Hernández Nordelo non è "il pallone non tocca terra", ma quello di mantenere a galla, con aria propagandistica, la menzogna che la dirigenza del regime soffre le stesse sventure del popolo cubano.


L'ex spia cubana e attuale coordinatore nazionale dei Comitati di Difesa della Rivoluzione (CDR), Gerardo Hernández Nordelo, ha pubblicato un video sui suoi in cui riprende suo figlio minore mentre spiega un gioco familiare ideato per affrontare il blackout generale che colpisce Cuba da venerdì scorso.

Nella registrazione, realizzata sabato sera, si vede il bambino che spiega il gioco denominato “globo non tocca suolo”, che consiste in un girotondo di familiari (Hernández Nordelo, sua moglie, una figlia e il piccolo) che cercano di mantenere un pallone fluttuante nell'aria senza farlo toccare il suolo.

Cattura di schermo Facebook / Gerardo Hernández Nordelo

"Lo facciamo perché in tutta L'Avana non c'è luce e in qualche modo dobbiamo intrattenerci," spiegò in tono didattico il figlio del coordinatore nazionale della "organizzazione di masse" creata dal dittatore Fidel Castro per promuovere la "vigilanza rivoluzionaria" e la delazione anonima (spionaggio) a livello di quartiere.

L'iniziativa, apparentemente innocente, serve agli scopi propagandistici del dirigente dei CDR, che cerca di proiettarsi come un "cubano della gente" che anche lui soffre le interruzioni di corrente. Allo stesso tempo, vuole "romantizzare" e quindi "normalizzare" la crisi energetica che colpisce l'isola, presentandola da una prospettiva più piacevole e tollerabile.

Il video si inserisce all'interno di una serie di pubblicazioni precedenti di Hernández Nordelo, in cui ha cercato di minimizzare le difficoltà quotidiane a Cuba.

Recentemente ha pubblicato un video in cui amplifica la celebrazione di un "dibattito di quartiere antimperialista" a Holguín, condividendo immagini di sé davanti a un gruppo di persone per strada. "Per questo c'è corrente", hanno risposto gli internauti cubani.

In ottobre, ha incoraggiato i cederisti a "lottare sui social" in difesa della cosiddetta "rivoluzione", appellandosi all'attivismo digitale per contrastare le critiche al regime cubano. Un mese prima, ha pubblicato un'immagine mentre spingeva un autobus in mezzo alla crisi dei trasporti sull'isola, cercando di trasmettere un'immagine di solidarietà e impegno personale.

A febbraio, la stampa ufficiale è stata criticata per aver tentato di romanticizzare i blackout con frasi come "ci unisce" e "ci avvicina", nel tentativo di attenuare la dura realtà della crisi energetica.

Il video del nuovo “documentarista” del regime cubano si inserisce in un cambiamento discorsivo più ampio intrapreso dalle autorità e dai media ufficiali, che desiderano mostrare l'immagine di un “popolo eroico” che “resiste creativamente” alle difficoltà che affronta a causa del “blocco” statunitense.

In questo contesto, a marzo del 2024 è stato riportato che i “cederistas” cubani hanno licenziato un gruppo di canadesi a Guantánamo nel bel mezzo di un blackout generale e di una grave crisi di approvvigionamento idrico.

Gli esempi di questa strategia propagandistica abbondano. Nel settembre 2022, Hernández Nordelo ha festeggiato che i cubani aspettassero il 28 settembre, anniversario della fondazione dei CDR, nonostante le carenze e la crisi energetica sull'isola.

Il recente video dell'ex spia fa parte di quella strategia propagandistica per normalizzare la crisi energetica a Cuba. Mentre milioni di cubani subiscono prolungati blackout e il deterioramento delle condizioni di vita, Hernández e altri portavoce del governo cercano di presentare la situazione come "sostenibile" e addirittura come un'opportunità per l'unione familiare.

Tuttavia, la realtà è che i blackout aggravano la scarsità, impediscono il funzionamento di elettrodomestici di base per la cucina e influiscono sulla qualità della vita di tutta la popolazione. Il tentativo di romanticizzare questa crisi con giochi infantili o discorsi ufficiali alambiccati è lontano dalla realtà che i cubani affrontano ogni giorno.

Alla fine, sembra che il vero gioco di Hernández Nordelo non sia il "globo non tocca il suolo", ma quello di mantenere a galla, con un'aria propagandistica, la menzogna che la cupola del regime che rappresenta soffre le stesse miserie del popolo cubano.

Ma mentre il suo pallone continua a rimanere sospeso, scollegato dalla realtà, i cubani comuni non solo toccano terra, ma vivono nel sottosuolo di oppressione e miseria che il sistema stesso impone loro.

In Cuba, "globo" è anche sinonimo di menzogna, e questo, gonfiato dalla macchina della propaganda ufficiale, non tarderà a sgonfiarsi di fronte all'insopportabile realtà che non può più essere nascosta con giochi o con discorsi vuoti.

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Iván León

Laureato in giornalismo. Master in Diplomazia e Relazioni Internazionali presso la Scuola Diplomatica di Madrid. Master in Relazioni Internazionali e Integrazione Europea presso l'UAB.