Attivista cubano chiede a Marco Rubio di correggere la posizione degli Stati Uniti riguardo all'invasione russa dell'Ucraina

Attivisti per la democrazia a Cuba esprimono preoccupazione per il cambiamento nella politica estera degli Stati Uniti, che potrebbe rafforzare regimi totalitari come quello dell'isola.

Félix Llerena e Marco RubioFoto © X / @FelixLlerenaCUB

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La recente posizione dell'amministrazione di Donald Trump di abbandonare il supporto a Volodimir Zelenski e allinearsi con le tesi di Vladimir Putin per giustificare la sua invasione dell'Ucraina sta generando una forte divisione di opinioni tra i cubani, sia dentro che fuori dall'isola.

Il dibattito si è intensificato soprattutto sui social media, dove attivisti e cittadini esprimono dalla indignazione alla giustificazione per il giro inverosimile subito dall'amministrazione Trump nella politica estera e nella dottrina di sicurezza nazionale statunitense.

L'attivista cubano Félix Llerena si è unito alle critiche contro il segretario di Stato, Marco Rubio, ricordandogli il suo discorso storico a difesa dell'Ucraina e la sua precedente identificazione della Russia come una minaccia globale.

"Quante volte non ci hai detto, @SecRubio, che era necessario difendere l'Ucraina da Putin? Oggi mi sono sentito come te nel Salone Oval. Fai un favore al Rubio che conosciamo e ammiriamo: dimettiti", ha scritto Llerena su X.

Además de Llerena, la giornalista cubano-irlandese Annarella O'Mahony, ha definito l'incontro tra Trump e Zelenski come una "trappola mafiosa" dove l'arroganza dell'amministrazione repubblicana è stata messa in evidenza.

La sua pubblicazione sui social ha risposto a un tweet del giornalista e politico spagnolo, Hermann Tertsch, in cui il militante di Vox ha difeso la posizione di Trump, qualcosa che O'Mahony ha ritenuto contraddittoria con la posizione critica di Tertsch nei confronti della dittatura cubana, alleata di Putin.

“No c'è stata un'attacco: c'è stata una trappola mafiosa, arroganza e ignoranza da parte del Presidente e del Vicepresidente degli Stati Uniti. Attenzione alle alleanze con Trump, potrebbero farlo sembrare molto male. Lui ammira e sostiene Putin, e Putin sostiene il regime di Cuba e altri regimi totalitari,” ha dichiarato al europarlamentare conosciuto per la sua appassionata denuncia del regime cubano a Bruxelles.

Cattura di schermata Facebook / Iliana Hernández

Por parte sua, l'attivista e giornalista Iliana Hernández ha anche generato reazioni contrastanti criticando la posizione di Trump, che ha definito nei suoi come "il cane di Putin" per la sua apparente sottomissione agli interessi del Cremlino.

La sua postura ha scatenato un'avalanga di commenti, con alcuni utenti che lamentano l'abbandono dell'Ucraina da parte degli Stati Uniti e altri che giustificano la decisione con l'argomento che Washington non dovrebbe continuare a finanziare una guerra che "non le appartiene".

Inquietud degli attivisti cubani dopo il senza precedenti scontro avvenuto alla Casa Bianca

Il contesto recente è stato caratterizzato da vari eventi chiave che riflettono il cambiamento nella politica estera di Trump.

La tesa riunione alla Casa Bianca tra il presidente Trump e il vicepresidente J.D. Vance con Zelenski si è conclusa senza accordi concreti, approfondendo le preoccupazioni sul futuro del sostegno statunitense all'Ucraina.

Durante l'incontro, Trump ha evitato di qualificare Putin come "dittatore" e ha ribadito la sua intenzione di rinegoziare i termini di qualsiasi aiuto militare a Kiev.

I fatti si svolgono mentre la Casa Bianca dà segnali di avere una "nuova dottrina di politica estera", che enfatizza un approccio isolazionista e mette in dubbio l'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza europea.

In questo contesto, Rubio, che in passato ha denunciato con fermezza l'aggressione russa, ora ha ammorbidito il suo discorso, il che ha generato critiche per il suo apparente cambiamento di posizione in base al ruolo assunto nella nuova amministrazione Trump.

Altri fattori che hanno influenzato la decisione di Trump includono la sua visione sull'ONU e il suo recente voto contro una risoluzione che condannava l'invasione russa. Inoltre, rapporti hanno rivelato che il repubblicano sta esplorando accordi minerari con l'Ucraina, il che potrebbe spiegare parte della sua strategia diplomatica “aggressiva”.

Giorni fa, il leader dell'opposizione cubana José Daniel Ferrer ha avvertito sulle implicazioni di questo cambio nella politica estera degli Stati Uniti, sottolineando che il debilitamento del supporto all'Ucraina rafforza indirettamente regimi totalitari come quello di Cuba.

In questo senso, Ferrer ha esortato la comunità internazionale a chiudere i ranghi contro Putin e i suoi alleati, ricordando che qualsiasi concessione a Mosca beneficia solo le dittature che opprimono i loro popoli. La sua postura ha trovato eco in settori della diaspora cubana che osservano con preoccupazione la mancanza di una leadership chiara nella difesa della democrazia globale.

Questo dibattito espone la crescente polarizzazione all'interno della comunità cubana riguardo alla politica internazionale degli Stati Uniti e mette in evidenza il disagio di molti nel vedere figure come Marco Rubio allinearsi a una narrativa che in passato ha ripudiato.

Nel frattempo, la guerra in Ucraina prosegue il suo corso, ora senza il sostegno finanziario di Washington e con uno scenario geopolitico sempre più incerto.

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