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Il Governo di L'Avana ha annunciato una nuova risoluzione che stabilisce prezzi massimi per la commercializzazione di prodotti agroalimentari nella capitale, con limiti differenziati in base al tipo di mercato.
La misura, presentata come un tentativo di “proteggere il consumatore”, nella pratica autorizza prezzi più alti nei luoghi dove gran parte della popolazione si rifornisce, come i mercati di offerta e domanda, le cooperative e i venditori ambulanti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano ufficiale Tribuna de La Habana, la risoluzione firmata dalla governatrice Yanet Hernández Pérez stabilisce tre livelli di prezzi: per i mercati statali e in affitto, per le fiere agropecuarie e per i mercati di offerta e domanda.
Tre tappetini distinti per un unico prodotto
Nei mercati statali, i prezzi al dettaglio si mantengono in intervalli relativamente più bassi, con la patata dolce e la manioca a 30 pesos la libbra, la malanga colocasia a 60, la malanga xanthosoma a 85, il platano vianda a 35 e la cipolla secca a 250.
| Tabella ufficiale con i prezzi di acquisto per il produttore, grossisti e dettaglianti nei mercati statali e in affitto a L'Avana. |
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| Fonte: Portale del Cittadino de L'Avana. |
Invece, nei mercati di offerta e domanda, cooperative e venditori ambulanti, i prezzi salgono alle stelle, poiché il patata dolce e la manioca raggiungono i 45 pesos, la malanga colocasia arriva a 75, la malanga xanthosoma a 110, il platano a 50, i fagioli comuni fino a 285, il riso da consumo a 155 e la cipolla secca a 250.
Fonte: Portale del Cittadino de La Habana.
Per quanto riguarda le fiere agroalimentari, sono autorizzati prezzi intermedi: patate dolci, manioca e banane a 25 CUP, malanga colocasia a 55, malanga xanthosoma a 75, papa a 40, fagioli tra 196 e 285, riso a 155 e cipolla secca a 200.
Fonte: Portale del Cittadino de L'Avana.
La disparità mostra che lo stesso prodotto può raddoppiare o triplicare il suo prezzo a seconda del mercato in cui viene venduto, generando incertezze e colpendo soprattutto i consumatori che dipendono dai carrettieri e dall'offerta e domanda, generalmente meglio forniti rispetto ai mercati statali.
Un annuncio dopo gli interventi della polizia
Questo nuovo schema di prezzi arriva appena pochi giorni dopo i controlli di polizia contro i venditori ambulanti in diversi municipi dell'Avana, nel quadro del IV Esercizio Nazionale di Prevenzione e Contrasto al Crimine.
In queste retate sono stati segnalati decreti di confisca, multe milionarie e arresti di ambulanti, azioni che hanno suscitato critiche da parte dei cittadini per colpire le persone che sopravvivono vendendo prodotti alimentari in strada.
"La polizia ha arrestato persone che si guadagnano da vivere vendendo cibo e sigarette che il governo non ha da vendere," ha denunciato un abitante dell'Avana sui social media.
L'offensiva è stata presentata come parte della lotta contro le illegalità, ma è coincisa con l'annuncio di questi nuovi prezzi, il che rafforza la percezione di un maggiore controllo statale sull'economia informale.
Controllo invece di sollievo
La risoluzione abroga le normative precedenti, inclusa la 69 di aprile 2025, e unifica i prezzi per tutta la provincia. In questo modo, le autorità mirano a centralizzare il controllo in un momento caratterizzato da inflazione, blackout, scarsità e crescente malcontento sociale.
La paradosso è chiaro, perché mentre si perseguono i venditori informali che offrono alternative di accesso agli alimenti, i prezzi ufficiali autorizzati nei mercati più affollati risultano più alti rispetto a quelli statali, lasciando gli habaneri intrappolati tra la repressione e l'aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità.
Per molti, la vendita ambulante rimane l'unica via per accedere a alimenti e cereali senza dover pagare tariffe sproporzionate, sebbene comporti il rischio di essere multati o di vedersi sequestrata la merce.
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