Rosa María Payá Acevedo è un'attivista cubana nata a L'Avana il 10 gennaio 1989.
È laureata in Fisica presso l'Università de L'Avana e ha conseguito il suo diploma presso la Georgetown University di Washington DC, frequentando i programmi Global Competitive Leadership e il Summer Institute on the Constitution.
È figlia di Oswaldo Payá, riconosciuto leader oppositore del governo cubano e fondatore del Progetto Varela, che presentò al governo, dopo una raccolta di firme, una richiesta di cambiamenti nella legislazione tramite un referendum nazionale. La sua instancabile opera dentro e fuori dall'isola per ottenere un cambiamento nel governo gli valse numerosi riconoscimenti e premi, ed è stato candidato ufficiale al Premio Nobel per la Pace nel 2011. Nel 2012 morì in un dubbio incidente stradale.
Dopo la morte di Oswaldo, Rosa María Payá si è concentrata nel chiedere un'indagine chiara che rivelasse le vere circostanze che hanno portato alla morte di suo padre e ha deciso di riprendere il suo impegno come attivista a favore della democrazia a Cuba. Il clima di intimidazione e persecuzione a cui lei e la sua famiglia erano già abituati in passato a causa dell'operato di suo padre si è intensificato, e Rosa María ha perso il suo lavoro. È emigrata a Miami con la sua famiglia.
Attualmente coordina la campagna internazionale “Cuba Decide”, che mira a realizzare un plebiscito a favore di elezioni libere e plurali a Cuba per la prima volta in 67 anni.
È direttrice esecutiva della Fondazione per la Democrazia Panamericana e presiede la Rete Latinoamericana dei Giovani per la Democrazia, presente in 23 paesi della regione. Lavora per promuovere la solidarietà internazionale con Cuba. Il suo impegno come attivista l'ha portata a incontrare personalità come il presidente eletto dell'Uruguay, Luis Lacalle, Jeanine Áñez, presidente ad interim della Bolivia, Ivanka Trump, il presidente colombiano Iván Duque, il brasiliano Bolsonaro, la moglie dell'autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, il Presidente del Congresso del Guatemala e candidato presidenziale Álvaro Arzú, tra gli altri.
Nel settembre del 2018, è partita per il Perù per presentare il libro postumo di suo padre "La noche no será eterna" ed è stata arrestata all'aeroporto peruviano dalle autorità migratorie dopo essere stata informata che Interpol @INTERPOL_Cyber aveva emesso un allerta internazionale a suo nome. A riguardo, ha scritto su Twitter: "O Interpol non funziona in Argentina, Cile o Uruguay, o il sistema di intelligence castrista G2 controlla già solo Interpol-Perù"
La sua presenza è abituale nei forum sui Diritti Umani, come nell'ultimo incontro della Commissione Interamericana dei Diritti Umani tenutosi ad Haiti (marzo 2020), durante il quale Rosa María ha messo in evidenza il lavoro degli attivisti cubani a cui è vietato viaggiare dall'isola.
È presidente della rete dissidente della Gioventù Latinoamericana per la Democrazia a Cuba. Nel maggio 2020 ha guidato l'iniziativa "Solidarità tra Fratelli" lanciata dalla Fondazione per la Democrazia Panamericana (FDP), in collaborazione con la città di Miami, che ha raccolto donazioni per il popolo cubano.