Trasformeranno più di 3.500 contenitori marittimi in abitazioni per L'Avana



La stampa ufficiale presenta la riconversione dei container come risposta al deficit abitativo. Il progetto, finanziato dallo Stato, dà priorità ai lavoratori strategici e alle famiglie vulnerabili. L'iniziativa riconosce, in modo implicito, l'impossibilità di costruire abitazioni tradizionali su larga scala.

L'iniziativa si propone come un'alternativa di fronte all'incapacità del governo di sostenere l'edilizia tradizionaleFoto © ACN/Ricardo López Hevia

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Più di 3.500 container marittimi inutilizzati saranno trasformati in abitazioni modulari destinate a vari municipi de L'Avana come parte di una strategia statale per mitigare il deficit abitativo di fronte alla scarsità di risorse e materiali da costruzione.

L'iniziativa si propone come un'alternativa di fronte alla mancanza di capacità del paese di sostenere l'edificazione tradizionale.

Le prime adattamenti vengono effettuati nell'Unità Imprenditoriale di Base Produzioni Metalliche, a Guanabacoa, dove vengono allestiti moduli di 29 metri quadrati con spazi per soggiorno, cucina-pranzo, bagno e due camere, oltre a porte, finestre, rivestimento interno e vernice anticorrosiva, ha riportato mercoledì la Agencia Cubana de Noticias.

Secondo Delilah Díaz Fernández, direttrice del Programma per l'Abitazione, queste case saranno assegnate a lavoratori di parchi solari fotovoltaici, persone colpite da crolli totali e famiglie in situazione di vulnerabilità, tramite i governi locali e le direzioni municipali e provinciali dell'Abitazione.

Il finanziamento proviene dal Bilancio dello Stato, anche se i beneficiari dovranno sostenere un pagamento bancario il cui importo varia in base ai materiali utilizzati e al livello di rifinitura.

Dall'ente produttore si è riconosciuto che la mancanza di combustibile e di elettricità ha rallentato il ritmo di esecuzione delle prime 35 abitazioni destinate al quartiere La Solita, ad Arroyo Naranjo.

L'uso di contenitori come soluzione abitativa non si limita all'Avana. A Villa Clara, l'Impresa Elettromeccanica locale sta portando avanti un progetto per realizzare 20 abitazioni a partire dalla riutilizzazione di moduli metallici, con il 90% delle risorse necessarie già disponibili, secondo il quotidiano ufficiale Granma.

Le autorità e i lavoratori del settore hanno presentato queste iniziative come parte di una strategia più ampia di innovazione costruttiva basata su materiali riciclati e soluzioni prefabbricate.

Tuttavia, lo stesso approccio evidenzia le limitazioni strutturali del paese nel fronteggiare il deficit abitativo attraverso metodi convenzionali e su larga scala.

Autorità a Santiago di Cuba hanno confermato che accelereranno la riconversione di container marittimi in abitazioni temporanee a fronte dell'aggravarsi del collasso abitativo che tiene migliaia di famiglie a rischio, soprattutto dopo il passaggio dell'uragano Melissa.

Asimismo, del primo ministro Manuel Marrero Cruz ha esortato a promuovere e accelerare questa modalità nella provincia di Granma in un momento in cui migliaia di famiglie continuano a vivere tra crolli, sovraffollamento e rifugi temporanei diventati permanenti, soprattutto dopo il passaggio dell'uragano Melissa.

La riconversione dei container in abitazioni permanenti avanza anche a Guantánamo, in risposta ai danni causati da Óscar e Melissa. Ma lontano dall'essere una soluzione ampia o gratuita, implica indebitamento, riduzione dello spazio abitativo e aspettative adattate alla scarsità.

La mancanza di materiali da costruzione e il deficit di oltre 800.000 abitazioni hanno spinto il governo a cercare soluzioni alternative come la riconversione di container marittimi in abitazioni.

Tale decisione è stata criticata per la sua improvvisazione e mancanza di una pianificazione strutturale adeguata.

Le principali critiche si concentrano sulla mancanza di isolamento termico e di ventilazione adeguata nei container. Nel clima caldo di Cuba, queste strutture possono diventare "forni solari", rendendo le abitazioni inabitabili.

Inoltre, la mancanza di un'infrastruttura adeguata e l'insicurezza di fronte ai fenomeni climatici hanno generato rifiuto tra la popolazione.

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