Petro frena Maduro: "Non può dare ordini ai militari colombiani"



"Non supporto una dittatura, ma sostengo una soluzione politica negoziata e pacifica esclusivamente tra le forze del Venezuela e il suo popolo", ha dichiarato il presidente colombiano.

Nicolás Maduro e Gustavo PetroFoto © Facebook / Gustavo Petro

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Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha rifiutato pubblicamente l'invito del governante venezuelano Nicolás Maduro a una presunta "unione militare" tra i due paesi, e ha chiarito che non sosterrà alcuna iniziativa che implichi la subordinazione delle forze armate straniere né il sostegno a una dittatura.

Le dichiarazioni di Petro sono state registrate in un video diffuso su X, in cui il presidente colombiano ha risposto alle domande della stampa riguardo alla recente convocazione lanciata da Maduro.

Le sue parole furono categoriche: "Non sostengo una dittatura, sostengo un'uscita politica negoziata e pacifica esclusivamente tra le forze del Venezuela e il suo popolo, perché credo nella sovranità popolare. Ora, sostengo un'invasione? No".

Il presidente colombiano si è inoltre riferito direttamente alla pretesa di Maduro di coinvolgere le Forze Armate della Colombia nella sua strategia politica e militare.

"No, non deve dare ordini ai militari," ha affermato Petro, stabilendo un limite chiaro di fronte a qualsiasi tentativo di ingerenza.

In questo senso, il presidente ha spiegato che esistono principi istituzionali e sovrani che non possono essere violati, anche tra governi ideologicamente affini.

"Non posso ordinare nulla all'Esercito del Venezuela, né lì possono dare ordini all'Esercito della Colombia", ha sottolineato, escludendo qualsiasi possibilità di coordinamento militare al di fuori dei quadri legali e diplomatici tra Stati.

In questo modo, Petro respinge esplicitamente il tentativo del regime venezuelano di coinvolgere la Colombia nella sua conflittualità regionale.

Il pronunciamiento si verifica dopo il chiamato lanciato da Maduro a un'alleanza politica e militare tra Venezuela e Colombia, in un contesto di crescenti tensioni con gli Stati Uniti.

Durante un conversatorio con membri della Società Bolivariana, il leader del regime venezuelano ha esortato non solo i movimenti sociali colombiani, ma anche le loro Forze Armate, ad allinearsi con Caracas di fronte a un eventuale scenario di conflitto.

"Il mio appello è al popolo della Colombia, ai suoi movimenti sociali, ai militari della Colombia. Li chiamo a una perfetta unione con il Venezuela affinché nessuno tocchi la sovranità dei nostri paesi e per esercitare il dettato di Bolívar di unione permanente e felicità", ha detto Maduro.

Nel suo discorso, il dittatore ha nuovamente fatto riferimento alla figura di Simón Bolívar e all'idea storica della Gran Colombia, proponendo una sorta di "rifondazione" regionale come risposta a quelle che considera minacce esterne.

Secondo Maduro, sarebbe necessaria una maggiore integrazione politica e militare per sostenere la cosiddetta "rivoluzione bolivariana".

Queste dichiarazioni sono state rilasciate in un contesto di crescente pressione internazionale su Caracas, contrassegnato da avvertimenti del presidente statunitense Donald Trump, nuove sanzioni e un rafforzamento del discorso di Washington contro il regime venezuelano, accusato di traffico di droga e violazioni sistematiche dei diritti umani.

Fino ad ora, il Governo colombiano non aveva emesso una reazione ufficiale.

Tuttavia, la risposta di Petro ha chiarito che, nonostante condivida un orientamento ideologico di sinistra, la Colombia non si presterebbe a sostenere una deriva autoritaria né a compromettere la propria istituzionalità militare a favore degli interessi del potere venezuelano.

Gli analisti hanno interpretato le parole del mandatario come un segnale di distanziamento nei confronti di Maduro e un promemoria del fatto che la sovranità e il rispetto tra Stati non ammettono chiamate unilaterali né slogan ideologici per giustificare la subordinazione di eserciti o popoli.

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