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Il presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha proposto giovedì di fronte all'Assemblea Nazionale del Potere Popolare che l'anno 2026 venga ufficialmente proclamato come “Anno del Centenario del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz”, in omaggio al leader storico della Rivoluzione cubana.
Secondo quanto pubblicato dall'account ufficiale della Presidenza di Cuba su Facebook, Díaz-Canel ha affermato che “ogni compito che intraprenderemo nel 2026, dalle trasformazioni economiche più complesse fino al gesto di solidarietà più semplice, deve portare impresso lo spirito fidelista di lotta, il suo profondo amore per il popolo e il suo inconcusso impegno per la giustizia sociale”.
La proposta è stata approvata dall'Assemblea Nazionale ed è stata ripresa dal portale statale Cubadebate, che ha sottolineato come la designazione miri a “ratificare l'unità delle loro idee nella Rivoluzione cubana”.
Burla, esasperazione e indignazione: le reti esplodono
Il annuncio ha scatenato un'onda di commenti sulle pagine della Presidenza di Cuba e Cubadebate, dove migliaia di utenti hanno espresso la loro frustrazione per la crisi del paese. Tra le risposte, una persona ha scritto: “Ora sì che è rovinato l'anno, sarà l'anno del blackout eterno”. Un altro ha commentato: “Dovrebbero chiamarlo centenario della nascita e 67 anni della disgrazia di Cuba”, mentre qualcuno ha ironizzato: “Se nel '53 si sono ispirati al centenario dell'Apóstol per cercare di rovesciare un regime, questo altro centenario dovrebbe ispirare qualcosa di simile”.
Altri messaggi hanno alluso al malessere generale con frasi come “Ora sì hanno portato sfortuna”, “Quest'anno sarà l'anno di mangiare pietra perché ci siamo già mangiati il cavo e il palo”, o “L'anno della liberazione noi cubani diciamo viva Cuba libera”. Si sono ripetute anche espressioni di stanchezza e sfiducia: “Quando uno pensa di aver visto tutto, si presentano con questo”, ha scritto un utente, mentre un altro ha riassunto: “Beh, con questi nomi, l'anno è già rovinato prima ancora di iniziare”.
Alcuni commenti hanno persino ricordato la legge che vieta l'uso del nome di Fidel Castro in istituzioni o monumenti: “Esiste una legge approvata nel 2016 che regola questo desiderio di Fidel, ma rimane a interpretazione l'uso del suo nome per identificare l'anno a Cuba”, ha sottolineato uno degli internauti. Sono state anche numerose le critiche al contesto economico: “Lo festeggeremo con il dollaro a tre tassi di cambio, tra cui uno a 410. Grande traguardo della nostra rivoluzione e del nostro governo, dove un lavoratore medio non guadagna nemmeno 10 dollari”, ha scritto un altro partecipante.
Tra le reazioni più sarcastiche si sono lette frasi come “Non sanno più di quale morto accodarsi questi comunisti”, “Ora sì che sarà l’ultimo anno del comunismo”, o “Per miracolo non hanno messo ‘Anno di rilancio dell’economia, che è stata rilanciata affinché non si disinvestisca’”. Un’utente lo ha riassunto con umorismo: “Poveri ragazzi nelle scuole, spenderanno mezza pagina per scrivere quel titolo alla data… uff, che lungo, in tutti i sensi”.
Sebbene tra i messaggi ci siano stati alcuni favorevoli, che hanno classificato la decisione come “un omaggio meritato al leader storico”, la maggioranza ha mostrato sazietà, ironia e rifiuto nei confronti di quello che considerano un altro gesto di propaganda ufficiale scollegato dalla realtà del paese.
Concorsi, omaggi e libri: la fase propedeutica al centenario
La proclamazione dell'“Anno del Centenario di Fidel Castro” si aggiunge ad altre iniziative recenti che mirano a rivitalizzare il culto al leader scomparso. A novembre, Cubadebate ha lanciato un concorso di décimas in suo onore, invitando a “rendere omaggio all'uomo che ha compreso e difeso per tutta la vita la cultura come anima della nazione”. La pubblicazione ha suscitato un'ondata di critiche. “Cuba è in totale decadenza, la cultura della fame, dei blackout, della mancanza d'acqua, dei medicinali… e voi a divertirvi con Fidel,” ha scritto un utente. Un altro ha parodiato il tono del concorso: “Io, profe, ho una poesia... Oh comandante, come non ricordarti, in ogni notte di blackout, in ogni giorno senza acqua, in ogni pentola vuota che rimbomba nelle case, in ogni bambino che piange per un bicchierino di latte”.
Poche settimane dopo, lo stesso mezzo statale ha promosso il download gratuito di libri su Fidel Castro dal portale Fidel Soldado de las Ideas, il che ha suscitato anche critiche. “Se volete dare qualcosa di gratuito, date cibo, perché nessuno vuole quelle idee assurde nemmeno in regalo”, ha scritto un utente della rete, mentre un altro ha commentato con sarcasmo: “Appena mi rimettete le tre ore di corrente che mi spettano per la libretta, li scarico”.
Questi episodi rivelano un modello: mentre Cuba attraversa blackout, inflazione, carenza di beni e un esodo senza precedenti, l'apparato ufficiale insiste nel presentare Fidel Castro come fonte di ispirazione. Al contrario, i social media sono diventati lo spazio in cui la popolazione esprime il proprio esaurimento di fronte a una propaganda che non si collega più con la realtà del paese.
Fidel Castro compirà 100 anni il 13 agosto 2026. La decisione di dedicargli l'anno coincide con uno scenario nazionale caratterizzato da interruzioni prolungate di corrente, inflazione galoppante e scoraggiamento sociale. In parole di un utente: “Ciò di cui il popolo ha bisogno è cibo, un salario dignitoso e medicine, non slogan né decreti”. Questa decisione conferma nuovamente la disconnessione del regime dalla vita quotidiana dei cubani, segnando un altro anno di slogan vuoti mentre il paese continua a trovarsi immerso nella miseria, nelle interruzioni di corrente e nella disperazione.
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