Un report interno dell'FBI rivelato da The Guardian mostra che l'agenzia ha avviato casi di “indagini penali e di terrorismo interno” per presunti minacce contro le attività di immigrazione in almeno 23 giurisdizioni del paese, includendo proteste, messaggi e campagne contro ICE, sotto la protezione di un nuovo memorandum di sicurezza nazionale promosso dal presidente Donald Trump.
Un memorandum di Trump che ridefinisce la dissidenza
Il documento filtrato è stato redatto il 14 novembre in risposta al National Security Presidential Memorandum-7 (NSPM-7), firmato il 25 settembre, il quale ordina una strategia nazionale per "indagare e disarticolare reti e organizzazioni che promuovono la violenza politica".
Secondo un'analisi della ACLU su NSPM-7, il memorandum autorizza il Dipartimento di Giustizia, l'FBI e altre agenzie federali a formare squadre congiunte e utilizzare strumenti di controterrorismo, comprese capacità di intelligence finanziaria e sorveglianza ampliata, contro attori considerati implicati in “terrorismo domestico” o “violenza politica organizzata”.
Cosa sta indagando l'FBI
Secondo il reportage di Common Dreams, il rapporto interno parla di “minacce contro l'attività di applicazione dell'immigrazione” e include sia attacchi contro le strutture e il personale dell'ICE che messaggi, campagne di pressione e organizzazione di proteste che, a giudizio degli agenti, potrebbero sfociare in violenza.
Quel rapporto stesso dettaglia che gli agenti devono sorvegliare "indicatori" come l'uso di applicazioni criptate per parlare di ICE, il "raccolto o distribuzione di armi da fuoco" e la realizzazione di "ricerche online" su movimenti e indirizzi di agenti dell'immigrazione, mescolando pratiche di autoprotezione digitale e monitoraggio civile con possibili preparativi di attentati.
Violenza reale e pretesto politico
Il FBI e il Dipartimento della Sicurezza Nazionale citano, in un bollettino di intelligence congiunto ottenuto da CBS News, almeno due attacchi recenti contro centri di detenzione e uffici dell'ICE in Texas, oltre a danni a strutture in altri stati, per sostenere che esiste un'“escalation” della violenza rispetto agli anni precedenti, quando predominavano azioni di vandalismo.
Al contempo, giuristi ed esperti avvertono che la nuova priorità del “terrorismo domestico” definita da NSPM-7, descritta in un'analisi accademica su come viene etichettata la disobbedienza come terrorismo, facilita al Governo l'uso di incidenti violenti reali come pretesto per sorvegliare e perseguire i movimenti di protesta che operano nell'ambito del Primo Emendamento.
Allerta delle organizzazioni per i diritti civili
Organizzazioni per i diritti civili hanno espresso la loro preoccupazione in comunicati raccolti da Common Dreams, avvertendo che l'uso della categoria di terrorismo e degli strumenti di contrar terrorismo contro attivisti pro-migranti rappresenta un salto qualitativo nella criminalizzazione della protesta e può compromettere le libertà di espressione, associazione e riunione protette dalla Costituzione.
La ACLU e altri gruppi avvertono anche che il NSPM-7 apre la porta a indagare e sanzionare ONG, fondazioni e donatori che finanziano collettivi considerati "radicali", il che potrebbe colpire reti di supporto per migranti, osservatori dei tribunali e gruppi che documentano gli abusi di ICE e di altre agenzie di immigrazione.
Vigilanza sui chat e attivisti pro-migranti
In un caso correlato, un altro reportage di The Guardian ha rivelato che l'FBI è riuscita a infiltrarsi e sorvegliare una chat di Signal di attivisti per i diritti dei migranti a New York, utilizzando una fonte riservata con “eccellente accesso”, il che rafforza le denunce sul fatto che si sta spiando un'organizzazione politica protetta dalla Costituzione.
Grup pro-migranti citati da Common Dreams sostengono che questa sorveglianza di massa e l'uso del linguaggio del “terrorismo” mirano a intimidire volontari, chiese, avvocati e comunità di origine latina che assistono i nuovi arrivati e documentano gli abusi nei centri di detenzione dell'ICE.
Impatto per i migranti latini e cubani
L'offensiva si verifica in un contesto di aumento di raid, deportazioni accelerate e segnalazioni di cattive condizioni nei centri di detenzione, come descritto nel bollettino congiunto del DHS e dell'FBI sugli attacchi all'ICE, dove si trovano migliaia di migranti latinoamericani, compresi i cubani, sotto custodia dell'ICE in attesa delle loro udienze o della loro espulsione.
Como avverte l'articolo “Labeling dissent as terrorism”, la possibilità che la solidarietà con i migranti o la critica alle politiche migratorie venga vista attraverso il prisma del “terrorismo domestico” può avere un effetto dissuasivo sull'attivismo nelle comunità latinoamericane e caraibiche, elevando il costo legale e personale della partecipazione a campagne e mobilitazioni contro ICE.
Archiviato in:
