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L'incertezza torna a prendere piede tra migliaia di immigrati negli Stati Uniti. Dopo le segnalazioni su un possibile cambio nella politica migratoria, con la fine dei raid di massa e un approccio più selettivo, il governo del presidente Donald Trump ha smentito qualsiasi modifica nelle operazioni di detenzione e deportazione.
La portavoce del Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS), Tricia McLaughlin, ha pubblicamente respinto quella versione e ha assicurato che le agenzie federali mantengono intatta la loro strategia di controllo migratorio.
In un messaggio pubblicato su X, la funzionaria è stata categorica: “Questo non è vero”. Secondo quanto affermato, sia il Servizio di Immigrazione e Controllo delle Dogane (ICE) che l'Ufficio delle Dogane e Protezione Frontiera (CBP) continuano a “intensificare gli sforzi di applicazione della legge”.
McLaughlin ha sottolineato che, qualora vi fossero modifiche operative, l'annuncio verrebbe direttamente dal DHS attraverso canali ufficiali, e non tramite fughe di notizie o reportaggi sulla stampa. "Se ci fossero cambiamenti, li sentireste direttamente dalla fonte", ha insistito.
Le dichiarazioni arrivano dopo che diversi media hanno riportato che l'amministrazione potrebbe lasciare alle spalle le retate visibili e massicce, come quelle effettuate nei negozi Home Depot o nei lavaggi auto, per concentrarsi sugli immigrati irregolari con precedenti penali gravi. Questa narrativa è stata interpretata da molti immigrati come un possibile sollievo in un clima di costante paura.
Tuttavia, il rifiuto ufficiale riaccende le allerta. Per le comunità migranti come quella cubana, che segue con attenzione ogni segnale proveniente da Washington, il messaggio è chiaro: non ci sono garanzie che i raid diminuiscano né che il rischio sia passato.
Il contesto non è trascurabile. Le operazioni migratorie hanno provocato proteste, denunce di profilazione razziale e un crescente rifiuto da parte dei cittadini. Sondaggi recenti mostrano un calo nell'approvazione della gestione migratoria di Trump e un aumento della paura tra gli immigrati, molti dei quali affermano di sentirsi oggi meno sicuri rispetto a prima.
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