Morales Ojeda torna al vecchio discorso del Partito sugli "errori e le tendenze negative" senza offrire una soluzione alla crisi



Il dirigente ha fatto appello alla stessa retorica ufficiale del regime: ammettere l'esistenza di problemi, ma giustificarli con il pretesto dell'embargo statunitense.

Roberto Morales OjedaFoto © X / Dr. Roberto Morales Ojeda

L'XI Plenaria del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba si è svolta senza sorprese né annunci in grado di alterare la dura realtà che il paese affronta.

Come molti cubani si aspettavano, dall'incontro non sono emerse soluzioni concrete né segnali di un reale cambiamento di fronte alla crisi economica e sociale, ma soltanto la reiterazione di diagnosi già conosciute e promesse astratte.

Il segretario dell'Organizzazione del Comitato Centrale e membro del Burò Politico, Roberto Morales Ojeda, ha ripreso il ruolo di portavoce di un discorso ufficiale che riconosce delle lacune, ma rimane ancorato alla stessa retorica di sempre.

Nel leggere il rapporto di rendicontazione del Buró Politico, Morales Ojeda ha utilizzato un linguaggio familiare nella retorica ufficiale del regime, riconoscendo l'esistenza di problemi interni, ma subordinandoli immediatamente alla giustificazione storica dell'embargo statunitense.

"Non possiamo ignorare l'esistenza di problemi e limitazioni che sono conseguenza di errori, debolezze e della mancanza di un'adeguata azione sistematica per risolverli, inclusa la presenza di deviazioni e tendenze negative, così come altre distorsioni...", ha affermato.

Il segnalare di questi problemi è riemerso, ancora una volta, senza una spiegazione concreta delle responsabilità né un bilancio critico delle decisioni che hanno portato il paese alla situazione attuale.

Non sono state annunciate neppure misure specifiche né scadenze verificabili per affrontare problemi che sono diventati strutturali e quotidiani per milioni di cubani, come i blackout prolungati, l'inflazione incontrollata, la scarsità di approvvigionamento e il deterioramento dei servizi essenziali.

Il discorso ha insistito sull'idea di coesione politica attorno alla leadership storica.

Morales Ojeda ha assicurato che, di fronte all'attuale scenario, "dobbiamo essere convinti e andremo avanti con la guida del nostro primo segretario, con l'eredità del comandante in capo e gli insegnamenti del generale dell'esercito".

Il dirigente ha sottolineato che, al di là delle limitazioni materiali, "l'organizzazione del lavoro diventa una premessa essenziale".

E rimarcò nuovamente l'importanza dei fattori organizzativi e soggettivi, in un contesto segnato dalla scarsità di risorse, dal collasso produttivo e dalla perdita di fiducia sociale.

Le parole di Morales Ojeda si iscrivono nella stessa linea discorsiva che ha caratterizzato i plenari del Partito da sempre: riconoscimento parziale delle insufficienze, ostinazione nel "resistere" e riaffermazione ideologica, senza un vero e proprio interrogativo sul modello né sulla struttura di potere che lo sostiene.

Mentre il paese affronta una realtà sempre più difficile, il linguaggio ufficiale torna a offrire diagnosi astratte e promesse di ripresa, senza risposte immediate né soluzioni tangibili a una crisi che continua ad approfondirsi.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.