Durante decenni, il suo bongó ha suonato su palchi di Cuba, Stati Uniti, Europa e America Latina. Ha condiviso il palco con Celia Cruz, Óscar D’León, Cachao e figure chiave della Fania All Stars. Oggi, a 59 anni, Jorge “Bongo” Echevarría affronta una realtà molto diversa, vivendo in condizioni di strada a Miami, una delle città che un tempo era l'epicentro della sua carriera musicale.
La storia del musicista cubano è emersa grazie a diversi video pubblicati su TikTok dall'account Conducta Dade, un progetto comunitario dedicato ad aiutare persone di origine cubana che affrontano situazioni di estrema vulnerabilità nel sud della Florida.
Nei suoi racconti, Echevarría ripercorre una carriera che molti musicisti potrebbero solo sognare. È partito da Cuba da giovane, dopo essersi formato fin dai sette anni in istituzioni come la Escuela Nacional de Arte e aver lavorato in palcoscenici emblematici come il Tropicana. Poi sono arrivate le tournées internazionali, le registrazioni e gli incontri con leggende della musica latina.
“Ho lavorato con Celia, con Óscar de León, con Cachao”, ricorda con orgoglio. A Miami, si è consolidato professionalmente e ha fondato la sua orchestra all'inizio degli anni 2000, con la quale ha ottenuto riconoscimento radiofonico e ha collaborato con arrangiatori e produttori che oggi sono punti di riferimento del genere, inclusi musicisti legati a Marc Anthony e Isaac Delgado.
Oltre a essere un interprete, Jorge “Bongo” Echevarría fu compositore, direttore d'orchestra e produttore musicale. Ha anche insegnato percussioni cubane, impartendo lezioni in università europee, compresa una delle più prestigiose di Londra. La sua formazione è stata influenzata da maestri di primo livello, come Changuito e musicisti del folklore nazionale cubano.
Tuttavia, il passare del tempo, le difficoltà economiche e una serie di circostanze personali lo hanno portato a una caduta brusca. Nei video non ci sono rimproveri né discorsi vittimistici, ma una miscela di memoria, dignità e dolore contenuto. Parla della musica come disciplina, sacrificio e sogno, valori che, dice, ha appreso fin da casa e che hanno segnato tutta la sua vita.
La storia di Jorge “Bongo” Echevarría non è un caso isolato. Per molti cubani in esilio, specialmente artisti che sono arrivati decenni fa, la vecchiaia e la mancanza di reti di supporto diventano una battaglia silenziosa. Il contrasto tra l'applauso di ieri e l'abbandono di oggi colpisce forte.
Conducta Dade ha attirato l'attenzione sulla sua situazione con l'obiettivo di generare supporto e dare visibilità a una realtà che spesso passa inosservata. Dietro il musicista senza fissa dimora c'è un uomo che è stato parte viva della storia della musica cubana e latina, e la cui vita oggi dipende dalla solidarietà.
Per una comunità segnata dalla migrazione, dalla separazione e dalla lotta quotidiana per sopravvivere, il caso di Jorge “Bongo” Echevarría è anche un promemoria che il talento e la fama non garantiscono sempre una fine dignitosa, e che nessuno è al sicuro dal cadere quando si rompe la rete che sostiene.
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