Il regime cubano ammette che il petrolio venezuelano sequestrato nei Caraibi era destinato a Cuba



Fino a quel momento, il regime castrista aveva protestato per l'intervento del nave, ma non aveva ammesso che il petrolio fosse per Cuba.

Buque sequestrato e Bruno Rodríguez ParrillaFoto © US Navy e X / Cancelleria di Cuba

Video correlati:

Il Governo cubano ha infine riconosciuto che il petrolio trasportato dal petroliera sequestrata dagli Stati Uniti al largo delle coste del Venezuela aveva come destinazione finale l'Isola, denunciando apertamente che l'operazione statunitense impedisce "i rifornimenti di idrocarburi a Cuba".

L'ammissione appare sia nelle dichiarazioni del cancelliere Bruno Rodríguez che in una nota ufficiale del Ministero degli Affari Esteri (MINREX), che ha aumentato la tensione politica dopo l'operazione navale guidata da Washington.

L'accusa di L'Avana

Rodríguez ha pubblicato su X una dichiarazione dura in cui ha definito l'operazione statunitense un "atto di pirateria e terrorismo marittimo" in acque internazionali dei Carabi, vicino al Venezuela.

Secondo quanto dichiarato, il sequestro viola gravemente il Diritto Internazionale, la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare e la Convenzione per la Repressione degli Atti Illeciti contro la Sicurezza della Navigazione Marittima.

Ha affermato che questa operazione fa parte dell'escalation di Washington per impedire che il Venezuela utilizzi e commerci liberamente le sue risorse naturali, "inclusi i fornimenti di idrocarburi a Cuba", un riferimento che conferma per la prima volta che il petrolio sequestrato era destinato al sistema energetico dell'Isola.

Ha anche attribuito agli Stati Uniti la responsabilità di aggravare la crisi energetica cubana e di influenzare la vita quotidiana della popolazione.

Il MINREX ha diffuso una dichiarazione ufficiale che ripete questo argomento e aggiunge che l'atto prosegue la politica di pressione applicata durante il primo mandato di Trump, quando gli Stati Uniti hanno perseguito imbarcazioni che trasportavano combustibile venezuelano verso Cuba.

Secondo la Cancelleria, la situazione "persiste e si aggrava ora con l'uso della forza militare".

La reazione del regime arriva in un complesso scenario regionale e dopo che il presidente Donald Trump ha confermato che il suo governo si terrà il greggio della petroliera catturata da forze della Guardia Costiera, dell'FBI, dell'HSI e personale del Dipartimento della Difesa.

La operazione, rivelata inizialmente da Associated Press e ampliata da Axios, implica uno dei colpi più severi contro la rete di trasporto di petrolio sanzionata che collega Caracas e L'Avana.

La versione degli Stati Uniti e il giro rivelato da Axios

L'operazione è stata riconosciuta pubblicamente mercoledì dal presidente Trump, che l'ha descritta come "il maggior petroliero mai catturato", e ha assicurato che l'operazione è stata eseguita senza incidenti.

Ore dopo, Axios ha rivelato che la nave, un VLCC con una capacità superiore alle 320,000 tonnellate di petrolio, trasportava petrolio diretto a Cuba e faceva parte di una rete illegale che movimentava petrolio soggetto a sanzioni da Venezuela e Iran.

Il mezzo statunitense ha aggiunto che il carico faceva parte di uno schema in cui Cuba rivenderebbe petrolio venezuelano nel mercato nero verso l'Asia, coinvolgendo - secondo le sue fonti - familiari di Raúl Castro.

E ha sottolineato che la confisca rappresentava un "doppio colpo": alle finanze di Nicolás Maduro e agli interessi energetici del regime cubano.

La procuratrice generale Pamela Bondi ha spiegato che la nave era sotto sanzioni da anni ed era collegata a una rete legata al finanziamento di organizzazioni terroristiche internazionali.

Ha confermato che l'operazione è stata svolta dall'FBI, HSI e dalla Guardia Costiera con il supporto militare statunitense, e che l'indagine continuerà per fermare il traffico di petrolio sanzionato.

Reazioni precedenti di Cuba e nuove sanzioni statunitensi

Prima di ammettere la vera destinazione del carico, Cuba aveva già protestato pubblicamente, con il governante Miguel Díaz-Canel che denunciava un "atto di pirateria" ed esprimendo "totale supporto" a Maduro.

Il cancelliere Rodríguez aveva fatto altrettanto, sebbene senza riconoscere il legame della spedizione con l'Isola. Quel riconoscimento è finalmente arrivato con la dichiarazione del MINREX questo venerdì.

Washington, da parte sua, ha confermato che la nave sarà trasferita in un porto statunitense e ha contemporaneamente annunciato nuove sanzioni da parte del Dipartimento del Tesoro contro tre familiari di Cilia Flores e sei aziende legate al trasporto di greggio venezuelano.

La confisca segna un nuovo punto di attrito nei rapporti tra Stati Uniti, Cuba e Venezuela, e mette sotto esame la struttura energetica che sostiene il governo dell'Isola.

Secondo il discorso ufficiale cubano, il trattenimento del carico avrà conseguenze dirette sul già deteriorato sistema elettrico e sulla vita quotidiana di un paese immerso nella peggiore crisi energetica degli ultimi anni.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.