Il Venezuela assicura che avrà la meglio sugli Stati Uniti nonostante il dispiegamento militare nei Caraibi



Diosdado Cabello del PSUV prevede una vittoria venezuelana di fronte alla pressione degli Stati Uniti, che intensificano la loro offensiva antidroga nei Caraibi, suscitando critiche per l'uso della forza e la mancanza di prove.

Miliziani venezuelaniFoto © TeleSur

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Il segretario generale del Partito Socialista Unido del Venezuela (PSUV), Diosdado Cabello, ha previsto questo sabato una "grande vittoria" di fronte a quelle che ha definito "minacce" da parte degli Stati Uniti, in riferimento al dispiegamento aeronavale statunitense nel mar dei Caraibi, che Washington giustifica come parte della sua strategia di lotta contro il narcotraffico.

In base a EFE, Cabello ha fatto l'affermazione in un contesto di tensione politica con gli Stati Uniti, mentre il governo di Nicolás Maduro sostiene che quel dispiegamento non risponde unicamente a operazioni antidroga, ma è parte di un tentativo di favorire un cambiamento di regime in Venezuela.

La agenzia EFE ha riportato che il funzionario venezuelano ha inquadrato il suo pronostico di “grande vittoria” in quella lettura delle minacce esterne, rafforzando la narrativa ufficiale che presenta le azioni degli Stati Uniti nei Caraibi come un fattore di pressione su Caracas.

L'argomento statunitense, al contrario, si concentra sulla lotta al narcotraffico come motivo principale del dispiegamento nella zona.

Dalla settembre del 2025, gli Stati Uniti hanno intensificato gli attacchi alle imbarcazioni nei Caraibi e nel Pacifico, sostenendo di combattere il narcotraffico.

L'offensiva ha distrutto 23 barche e causato 87 morti, generando critiche per mancanza di prove e uso della forza militare.

L'offensiva è iniziata il 2 settembre 2025 e, da allora, si è ampliata dai Caraibi verso il Pacifico orientale con una sequenza di operazioni sempre più frequenti e letali.

Washington la presenta come parte della guerra contro il narcotraffico e il “narcoterrorismo”, mentre crescono le preoccupazioni per l'uso della forza militare in scenari senza dichiarazione di guerra e per la mancanza di prove pubbliche verificabili su diversi degli obiettivi attaccati.

Con episodi chiave a settembre, un aumento dell'intensità in ottobre e nuove azioni a novembre e dicembre, il bilancio consolidato da vari report posiziona la crisi a 23 imbarcazioni distrutte e 87 morti, con 22 operazioni riconosciute tra i due teatri.

Más allá del conteggio delle imbarcazioni affondate e dei morti, la campagna segna un punto di svolta: una militarizzazione aperta della lotta antidroga in alto mare, con un impatto diretto sulla regione e un costo umano che continua a salire.

Mentre la Casa Bianca rafforza la sua narrazione su “narcoterrorismo”, le domande scomode si accumulano: sotto quale quadro legale vengono eseguiti gli attacchi?, quali regole di ingaggio si applicano?, qual può essere l’“uscita” per Nicolás Maduro?, ci sarà un’escalation militare?, come definirà il “successo” il governo di Trump?

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