Immagini diffuse sui social media mostrano il preoccupante deterioramento del Cimitero di Camagüey: bare disposte nei corridoi, tombe aperte e resti umani esposti. Le fotografie e i video, condivisi da numerosi utenti, hanno suscitato una forte indignazione tra i cubani dentro e fuori dal paese.
“Più di 20 bara rimangono nei corridoi del cimitero perché non c'è spazio per seppellire i defunti”, ha affermato il giornalista indipendente José Luis Tan Estrada, condividendo un'immagine che mostrava lo stato attuale del cimitero.
In un video successivo, una donna che filma dall'interno del cimitero racconta tra disperazione e incredulità: “Guardate, non c'è spazio per mettere i morti... hanno sigillato i corridoi perché non c'è dove seppellire la gente... i vermi si vedono, guarda i resti, la gente morta che si sta decomponendo lì, senza coperchio e senza niente”. Un uomo che la accompagna aggiunge: “È una mancanza di rispetto quello che c'è in questo paese... quattro morti in ogni buco”.
Le stampe mostrano corridoi bloccati da bare e da cripte non sigillate. Nei commenti alle pubblicazioni di Tan Estrada, molti utenti hanno lamentato l'abbandono istituzionale. Alcuni hanno scritto che “se non c'è rispetto per i vivi, figuriamoci per i morti” o che “nessun dirigente sarà sepolto in questo modo”, mentre altri hanno ritenuto che “anche per morire a Cuba si fa fatica”. Molti hanno concordato nel definire la situazione come una “mancanza di umanità” e una “vergogna nazionale”.
Ci sono stati anche messaggi che esprimevano allerta per il rischio sanitario. Un utente avvertiva che “quando quei cadaveri inizieranno a rilasciare gas, sarà una bomba sanitaria”, mentre un altro chiedeva che “si dichiari un'emergenza epidemiologica”. Alcuni hanno segnalato la rottura del crematorio provinciale come una delle cause del collasso: “Le rotture del crematorio hanno portato a questo caos. Molte famiglie chiedono di cremare i loro defunti e non c'è risposta”, ha sottolineato un commentatore.
Le immagini condivise successivamente su la pagina Facebook di CiberCuba Noticias hanno generato reazioni simili. Numerosi lettori hanno espresso costernazione di fronte a ciò che hanno descritto come “una mancanza di rispetto verso i defunti” e “una degradazione morale senza precedenti”. “Un popolo deve rispettare i propri morti. Il cimitero è un luogo sacro dove riposano i nostri cari”, ha scritto un utente. Altri hanno lamentato il deterioramento visibile del luogo, ricordando che “Camagüey ha sempre avuto il suo cimitero pulito e curato, e vederlo così fa male”. Si sono ripetuti anche messaggi di disperazione: “Non c'è rispetto né dignità, i morti sono all'aria aperta”, “Ormai è tutto fuori controllo” o “Neppure i morti possono riposare in pace”.
Un problema persistente
Il deterioramento del Cimitero di Camagüey non è una novità. Lo scorso agosto, una donna ha denunciato il furto della lapide di suo padre, sottolineando la mancanza di vigilanza e l'abbandono del camposanto. Da allora, vicini e familiari hanno segnalato la presenza di erbacce, tombe distrutte e resti umani in vista. Molti affermano che la situazione sta peggiorando a causa della mancanza di manutenzione, materiali e personale, mentre le autorità locali restano in silenzio.
Contesto di crisi sanitaria e funeraria
Il collasso del cimitero si inserisce in una crisi sanitaria e funeraria nazionale che si approfondisce mentre il discorso ufficiale insiste che “tutto è sotto controllo”. Il medico cubano Alexander Figueredo Izaguirre ha diffuso questa settimana un video in cui si vedono camion trasportare corpi dagli ospedali, a causa della mancanza di veicoli funebri. Secondo la sua denuncia, gli ospedali sono in crisi a causa di “un'epidemia brutale” di dengue, chikungunya, Oropouche e influenza, in un sistema privo di ossigeno, senza medicinali e con personale medico insufficiente.
En questo stesso contesto, la morte di otto persone legate all'Università dell'Oriente, a Santiago de Cuba, ha generato allarme e silenzio istituzionale. I decessi, avvenuti in poco più di un mese, si sommano ai rapporti di incremento di casi febbrili e al deterioramento delle condizioni sanitarie nei centri educativi e negli ospedali dell'oriente del paese.
“Ni vivi né morti abbiamo pace.”
Finché non ci sarà una risposta ufficiale, le immagini del Cimitero di Camagüey continuano a circolare sui social come simbolo dell'abbandono istituzionale e del collasso sanitario che colpisce persino l'ultimo riposo. In parole di un utente che ha riassunto il sentimento generale: “Né vivi né morti abbiamo pace in questo paese”.
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