Il dottore cubano Alexander Figueredo Izaguirre, esiliato e noto per le sue denunce sul sistema sanitario dell'isola, ha diffuso questo martedì un video che mostra immagini sconvolgenti da un ospedale cubano dove, secondo quanto affermato, si stanno utilizzando camion per trasportare corpi a causa del collasso del sistema funebre e sanitario.
“Quello che stai per vedere non è del 2021 [pandemia di coronavirus], è del 2025. Camion che tornano agli ospedali. Corpi che escono senza diagnosi. Personale esausto, senza forniture, senza medicinali, senza parole,” ha scritto il medico sul suo account di X (precedentemente Twitter), insieme al video che afferma di aver ricevuto da una fonte interna del sistema sanitario.
Nelle immagini si osserva un' andatura cupa nel cortile di un ospedale, dove è parcheggiato un camion per il carico accanto a una porta dalla quale escono diversi uomini e caricano sul letto del veicolo quello che sembra un funerale. Dal numero di uomini coinvolti e dai loro movimenti, si deduce il peso che stanno trasportando.
Secondo Figueredo Izaguirre, la scena riflette l'entità del nuovo focolaio epidemico che colpisce Cuba e che il regime cerca di minimizzare.
Il medico stesso ha accompagnato il video con una denuncia contundente: “Cuba sta vivendo un'epidemia brutale: dengue, chikungunya, Oropouche, influenza e virus respiratori sconosciuti stanno collassando gli ospedali. I pazienti arrivano con febbre, convulsioni o difficoltà respiratoria e in poche ore sono morti... senza una causa chiara, senza reagenti, senza antibiotici, senza ossigeno, senza medici sufficienti.”
Emergenza sanitaria mascherata
La testimonianza di Figueredo Izaguirre si unisce alle voci di attivisti, medici e altri membri della società civile cubana che denunciano la crisi epidemiologica e l'insalubrità che si vive a Cuba, aggravata dalla disattenzione delle autorità, dalla fame, dalla scarsità di farmaci e dal collasso dei servizi sanitari.
Voci come quella dell'attivista Amelia Calzadilla, che lunedì ha richiesto una “intervento umanitario” a Cuba di fronte a ciò che ha definito come “una dittatura che sta lasciando morire il suo popolo”.
Tanto Calzadilla quanto Figueredo Izaguirre concordano nel ritenere che il ministero della Salute Pubblica (MINSAP) abbia perso il controllo epidemiologico e che il governo stia nascondendo i dati reali sui contagi e i decessi.
“Mentres il regime ripete che tutto è sotto controllo, gli ospedali sono senza igiene, senza reagenti, senza trasparenza. Non ci sono nemmeno più le carrozze funebri. Ancora una volta i camion. Ancora una volta il silenzio. Ancora una volta Cuba che ripete il proprio inferno sanitario”, ha espresso il medico.
In questo senso, Figueredo Izaguirre ha richiesto tre misure urgenti: la dichiarazione di un'emergenza sanitaria nazionale, l'ingresso immediato di aiuti medici internazionali e la reale trasparenza epidemiologica.
"Cuba ha bisogno di medicine, ossigeno e verità."
Nel suo messaggio, il dottore ha denunciato che molte delle attuali morti “non vengono registrate, non vengono diagnosticate, non vengono spiegate”.
Secondo le loro fonti, gli ospedali mancano di reagenti per confermare virus, antibiotici di base e personale medico sufficiente a causa dell'emigrazione di massa e dell'esaurimento dei professionisti che rimangono sull'isola.
“Ogni corpo che esce da quei camion rappresenta una vita che avrebbe potuto essere salvata. Una madre, un bambino, un anziano, un medico che è caduto senza mezzi”, ha lamentato.
Le immagini hanno generato un'ondata di indignazione sui social media, dove utenti cubani dentro e fuori dal paese affermano che le morgue sono sature e che il governo mantiene un silenzio assoluto sul vero numero di casi dell'epidemia.
Nel frattempo, la popolazione continua a fronteggiare blackout, carenza di farmaci e ospedali al collasso, in uno scenario che molti paragonano ai momenti della pandemia di COVID-19, ma senza dati ufficiali né assistenza internazionale.
"Cuba non ha bisogno di slogan. Cuba ha bisogno di medicine, ossigeno e verità", concluse il medico.
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