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Il uragano Melissa ha provocato una devastazione senza precedenti nell'oriente di Cuba, dove oltre un milione di persone sono rimaste senza riparo né accesso all'acqua potabile, e ora affrontano un elevato rischio sanitario a causa di focolai di dengue, chikungunya e oropouche, secondo l'ultimo rapporto della Croce Rossa Internazionale pubblicato il 5 novembre.
Il documento, che qualifica Melissa come uno dei cicloni più potenti dei Caraibi nella storia recente, rivela che 2,7 milioni di cubani sono stati colpiti e 2,2 milioni necessitano di assistenza urgente, mentre 735.000 persone sono state evacuate prima dell'impatto del meteoro.
Il huracán, che ha toccato terra il 29 ottobre come categoria 3 a Santiago de Cuba, ha lasciato intere comunità isolate, abitazioni crollate, ospedali allagati e una crisi sanitaria in espansione.
Le province di Santiago di Cuba, Granma, Holguín e Guantánamo figurano tra le più colpite, con oltre 60.000 abitazioni distrutte o danneggiate, 461 strutture sanitarie colpite e 1.552 centri educativi non utilizzabili, molti dei quali sono diventati rifugi improvvisati per migliaia di famiglie. Oltre 670.000 studenti non possono frequentare le lezioni, e 25.000 persone rimangono in centri di evacuazione, secondo il rapporto.
L'impatto arriva in mezzo alla crisi economica e energetica più severa del paese da decenni. La Unión Eléctrica de Cuba ha riportato danni nelle linee di distribuzione che causano blackout prolungati in cinque province orientali, mentre la scarsità di carburante e le guasti nelle centrali termoelettriche aggravano il collasso del sistema elettrico nazionale.
Alla devastazione materiale si aggiunge il deterioramento sanitario. Il rapporto avverte che la distruzione delle reti idriche e la mancanza di elettricità per pompare e purificare il rifornimento hanno lasciato migliaia di persone senza accesso ad acqua potabile, il che minaccia di espandere i focolai virali.
Gli ospedali, già colpiti dalla mancanza di medicinali, stimata nel 70% dei farmaci essenziali, affrontano inondazioni, tetti crollati e perdita di attrezzature mediche.
La Croce Rossa Cubana, supportata dalla Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR), mantiene operazioni di ricerca e salvataggio, assistenza psicosociale e distribuzione di beni di prima necessità nelle aree più colpite. Tuttavia, l'organismo avverte che il recupero sarà “lento e disuguale” a causa del deficit strutturale abitativo, stimato prima dell'uragano in circa 800.000 unità, e delle restrizioni economiche che il paese deve affrontare.
Il panorama umanitario si aggrava con la perdita di 78.700 ettari di coltivazioni agricole e il collasso delle catene del freddo, delle panetterie e dei mercati a causa dei blackout. Il rapporto segnala che il 40% della produzione di ortaggi è andato distrutto, lasciando migliaia di famiglie senza fonti di reddito né alimenti sufficienti.
Frente a questa situazione, la Federazione Internazionale della Croce Rossa ha lanciato il 2 novembre un appello di emergenza per 15 milioni di franchi svizzeri (circa 18 milioni di dollari) per assistere 100.000 persone durante i prossimi due anni. “La gente impiegherà mesi, forse anni, per ricostruire le proprie vite. Questo appello di emergenza è essenziale per aiutare il popolo cubano,” ha avvertito il segretario generale della FICR, Jagan Chapagain.
Un giorno dopo, il 3 novembre, è arrivato a Santiago di Cuba un carico di 20 tonnellate di aiuti umanitari provenienti da Panama, con kit da cucina, igiene, riposo, attrezzi e teli di plastica per 1.500 sfollati a Santiago, Granma e Holguín. L'operazione è stata coordinata dalla FICR e dalla Croce Rossa Cubana con supporto logistico di Copa Airlines.
La ONU ha attivato un piano d'azione per raccogliere 74 milioni di dollari destinati a supportare un milione di persone colpite da Melissa, concentrandosi su abitazioni, acqua potabile, sicurezza alimentare e ripristino dei servizi essenziali. L'organismo ha avvertito che Cuba affronta una sfida senza precedenti, con il 75% della telefonia mobile fuori servizio, il 90% delle antenne danneggiate e comunità rurali isolate.
Con oltre tre milioni di cubani colpiti e ampie zone dell'oriente ancora sotto acqua o senza elettricità, il paese si trova ad affrontare una crisi umanitaria di grande portata. La Croce Rossa avverte che i rischi per la salute pubblica continueranno ad aumentare nelle prossime settimane e che la ripresa potrebbe estendersi per anni in un contesto economico fragile e con gravi limitazioni strutturali.
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