Il senatore repubblicano della Florida, Rick Scott, ha dichiarato in un'intervista con il programma 60 Minutes della rete CBS News che il governante venezuelano Nicolás Maduro sta vivendo i suoi “ultimi giorni al potere”.
Le dichiarazioni del politico statunitense, diffuse questo domenica sui social media, si sommano a un crescente discorso a Washington che mira a una possibile azione coordinata contro il regime chavista, dopo anni di denunce per corruzione, narcotraffico e repressione.
“Se fossi Maduro, andrei in Russia o in Cina subito. I suoi giorni sono contati”, ha dichiarato Scott durante l'intervista.
Il legislatore, una delle voci più severe contro i governi del Venezuela, di Cuba e del Nicaragua, ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti non possono permettere che “dittature socialiste continuino a destabilizzare l'emisfero”.
Le sue parole arrivano poche settimane dopo che il presidente Donald Trump ha confermato di aver autorizzato operazioni segrete della CIA sul territorio venezuelano, il che ha aumentato le tensioni con Caracas.
Il reportage di CBS News, trasmesso questa domenica, ha confermato che l'esercito statunitense ha distrutto almeno dieci imbarcazioni presumibilmente dedicate al narcotraffico al largo delle coste venezuelane, causando la morte di oltre trenta sospetti.
Secondo fonti del Pentagono citate dal programma, l'offensiva fa parte di una strategia per “accelerare il collasso del narco-stato venezuelano” e interrompere le rotte marittime che finanziano il regime di Maduro.
Negli ultimi giorni, i media statunitensi hanno riportato un aumento della presenza militare americana nei Caraibi, mentre Maduro ha ordinato manovre militari interne e convocato le sue milizie, sostenendo un'imminente "aggressione esterna".
Il exambasciatore statunitense a Caracas, James Story, ha sostenuto la posizione di Scott e ha definito il governo di Maduro come “un'organizzazione criminale che si spaccia per uno Stato”.
Story ha avvertito che il leader chavista controlla le maggiori riserve di petrolio del pianeta “in alleanza con i concorrenti strategici degli Stati Uniti”, riferendosi a Cina e Russia.
Analisti avvertono che una possibile caduta del regime venezuelano avrebbe ripercussioni dirette su Cuba, un paese che dipende dal petrolio sovvenzionato del Venezuela per sostenere la sua fragile economia. Secondo Scott, la rimozione di Maduro "sarebbe anche la fine dell'ossigeno economico dell'Avana".
Nel frattempo, la popolazione venezuelana continua a essere intrappolata in una crisi devastante. Secondo '60 Minutes', oltre il 70% degli abitanti vive in povertà, in mezzo a blackout, fame e carenza di farmaci.
Sebbene l'opposizione abbia vinto le elezioni presidenziali dello scorso anno con quasi il 70% dei voti, Maduro si è rifiutato di abbandonare il potere e ha scatenato un'ondata di repressione che ha incluso arresti e torture, secondo le Nazioni Unite.
Il senatore della Florida, molto vicino alla comunità venezuelana e cubana in esilio a Miami, ha ribadito il suo supporto a “tutte le forze democratiche che lottano contro le dittature socialiste del continente”.
Le dichiarazioni di Scott riaccendono il dibattito sul ruolo degli Stati Uniti in America Latina e riaffermano la posizione di linea dura del Partito Repubblicano nei confronti dei regimi di sinistra alleati di L'Avana.
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